A Rimini arrestati 11 di Forza Nuova prima del tentativo di assalto al Centro Sociale Paz

Trovati dai Carabinieri una pianta del PAZ, 14 litri di combustibili e armi di ogni genere. Oggi conferenza stampa degli attivisti del PAZ.
26 settembre 2007

Undici militanti di Forza Nuova sono stati arrestati a Rimini con l´accusa di violazione delle norme antiterrorismo, associazione con finalità eversive, tentato incendio e tentato sequestro di persona. Gli undici sono stati fermati dai carabinieri mentre stavano organizzando un blitz contro il centro sociale PAZ. Al momento dell´arresto, l´altra notte, alcuni di loro avevano già indossato un passamontagna.
Sono stati sequestrati spranghe, attrezzi da scasso, una lattina incendiaria e del solvente. Nelle abitazioni delle persone fermate sono stati trovati altri oggetti pericolosi e materiale di propaganda neofascista: croci celtiche e volantini xenofobi.
Qualche giorno prima dell’arresto, uno degli undici, il diciannovenne riminese Paolo Arcangeli , era stato intervistato da Reporter di Strada (il progetto dell'assessorato alle Politiche Giovanili della Provincia di Rimini), all’interno dell’inchiesta “Giovani e Politica”. Nell’appartamento in cui era stato realizzato il servizio era presente anche Cesare Bonetti (responsabile riminese di Forza Nuova), anch’egli arrestato.
Questa sera, nelle due edizioni del Tg 5 su Canale 5 e al TG di E' Tv Romagna, verranno messe in onda quelle riprese e le ultime dichiarazioni politiche e programmatiche dei militanti riminesi di Forza Nuova, arrestati prima che potessero compiere un'azione violenta o un attentato contro un centro sociale.
Il Laboratorio sociale Paz, dal canto suo, in una nota, sottolinea "la gravità di quella strategia della tensione che da tempo, dopo le molotov, le auto distrutte e quelle incendiate, le svastiche sui muri, le vetrine di negozi
mussulmani divelte, il grasso sulla moschea, abbiamo denunciato".
Cosa "avrebbero fatto", si chiede il laboratorio sociale, "se arrivavano al Paz nella notte di lunedì? Cosa avrebbero fatto alla persona che ha trovato una dimora e accoglienza presso la nostra struttura?". Rimini "appare oggi una città senza memoria, se questi fatti fossero accaduti in altri luoghi, quelli della politica ufficiale, quella dei palazzi, come avrebbe reagito?".
Come mai, prosegue il comunicato, "il Laboratorio Paz è sotto sgombero da parte della giunta di centro sinistra di Rimini che incalza più politiche collaborazioniste con la destra che un serio confronto sulle problematiche sociali?".
I fatti accaduti, conclude il Paz, "sono di una gravità tale che crediamo sia necessaria una risposta popolare di tutti coloro che non hanno smesso di indignarsi".
Altri commenti sono rimandati a una conferenza stampa indetta per domani.