Continua il dramma dei nomadi dopo la diaspora dall'ex SNIA

I fascisti di Forza Nuova ai Casoni di Pieve (Pavia) contro i rom

Queste corrispondenze sull’assedio ai Rom di Pavia sono di Irene Campari, consigliere comunale indipendente di Pavia e animatrice del Circolo Pasolini, che da sempre segue le vicende dei nomadi, dall’accampamento dell’ex SNIA fino all’esodo di questi giorni da un comune all’altro della Provincia Pavese, con scene di razzismo alla Mississipi Burning.
Irene Campari sarà Mercoledì 19 settembre 2007, alle ore 21, a Bologna, presso VAG 61 (via Paolo Fabbri 110) alla serata “Craiova Bologna, andata e ritorno… andata” per parlare dell’odissea dei rom rumeni a Bologna, a partire dal primo sgombero sul Lungoreno del 19 settembre 2002.

14 settembre 2007 - Irene Campari (Consigliere comunale indipendente di Pavia)

14 settembre 2007, Forza Nuova ai Casoni di Pieve

Questa sera Forza Nuova manifesterà ai Casoni di Pieve. Ci sarà anche il leader Roberto Fiore.
Ribadisco la necessità di spostare subito i Rom in un luogo protetto e lontano da lì.
I Sindaci del basso pavese contestano il Prefetto per le sue scelte: e guardano all'orticello e non alla montagna crollata alle loro spalle.
Il Sindaco di Pavia si deve assumere in questo disastro le proprie responsabilità; sarà richiamata a questo durante il prossimo Consiglio comunale. La politica locale sta dando una prova di sé che ha pochi precedenti in quanto a pochezza e limitatissimi orizzonti.
L'Università tace; i prestigiosi Collegi tacciono; le scuole di alta formazione politica molto democratica tacciono, gli istituti superiori di alta formazione scientifica e umanistica tacciono.
In provincia sono rimasti pochissimi Rom della diaspora della ex Snia. A Pieve sono 10 i bambini. Proteggiamoli, spostandoli da lì. Ne hanno già vissute e viste troppe. Risparmiamo loro un'altra notte di cupezza.(ic)
venerdì, 14 settembre 2007 - alle ore 06:11

Pavia, rom in fuga

Giovedì 13 settembre 2007

Appello: i Rom di Pieve devono essere spostati in un luogo protetto
Lo chiedo a gran voce. E già successo troppo. I cittadini Rom hanno paura, non si possono muovere senza protezione; sono immobilizzati, ma anche confusi da ciò che non possono controllare. L'assedio probabilmente continuerà, e gli stolti troveranno altri modi per finire sulle prime pagine dei giornali. I volontari non hanno vita facile, nè chi opera in loco né altrove. E sono impotenti. L'unico modo per affrontare degnamente la situazione e non doversi sentire un giorno anche solo un poco responsabili è quello di spostare la comunità Rom di Pieve in un luogo sicuro e protetto. In silenzio e a riflettori spenti. E occorre farlo in fretta.
Irene Campari
giovedì, 13 settembre 2007 - alle ore 14.30

Mercoledì 12 settembre 2007

Tagliagole
Ore 16.30. Dietro Cascina Gandina arrivano un’auto e un motorino. È una strada di campagna tra pioppi e pannocchie. Dall’auto scendono quattro persone. Richiamano l’attenzione dei Rom e fanno roteare il pollice da destra a sinistra all’altezza della gola. Un gesto eloquente: «ve la tagliamo». Chiamo in Questura, segnalo quanto sta succedendo ai due carabinieri davanti all’ingresso. Arriva uno dei “tagliagole” (quello a sinistra nella foto), a dire che «è libero di andare dove vuole». Ho invitato i carabinieri ad identificarlo. Leo, Mirabela e Claudio non ce la fanno più e vogliono partire subito. Mi chiedono un passaggio fino a Pavia. Usciamo a piedi da dietro per i campi ma la strada è bloccata da un mezzo agricolo arrugginito. A fatica raggiungiamo l’auto. Le gomme sono state tagliate. Nel bar del paese si chiacchiera. Tra una birra e un bicchiere di vino la lingua si fa lunga e qualcuno parla di benzina per i Rom. (G.G.)

Daniela Bonanni per i Rom
Breve nota di Daniela Bonanni circa le condizioni della comunità Rom di Pavia. Daniela Bonanni è stata per molti anni, insieme al compagno Bruno Morani, l'animatrice di "Spazio Musica" locale cult di Pavia dove hanno suonato i maggiori bluesman del mondo.

Ho potuto finora seguire, purtroppo, solo a distanza, per problemi familiari, la "questione rom". Non mi interessa qui entrare nel merito della complessità del problema, della diversità di opinioni, dei torti, dell'approssimazione, dei gravi ritardi con cui la politica l'ha gestita.
Però, di fronte alla gravità di quello che sta succedendo qui e ora, a una manciata di chilometri da Pavia, di fronte a persone organizzate che lanciano sassi contro altre persone inermi e che arrivano al punto di bloccare giorno e notte i mezzi che portano acqua e cibo, non si può tacere.
Nessuno può chiamarsi fuori.
Persino in guerra, secondo le convenzioni internazionali, i bisogni elementari di sopravvivenza sono garantiti dall'intervento della Croce Rossa.
Non è più solo il problema dei rom ( che avranno ben il diritto di esistere!): si tratta di una questione che attiene al senso stesso del nostro stare al mondo, insieme agli altri.
Una questione, insomma, pre-ideologica e pre-politica, una storia di "ordinaria umanità" a cui si risponde, con una cattiveria e un invelenimento che sgomentano, con azioni di "ordinaria follia".
Daniela Bonanni

Mercoledì, 12 settembre 2007 - alle ore 21:05

Notizie dal fronte
«Bisogna superare i campi nomadi». Su questo argomento, il Circolo Pasolini aveva già insistito nella “lettera ai pavesi”, sottoscritta da centinaia di cittadini e inascoltata dall’a Giunta comunale. Lo ha ripetuto il vicesegretario generale del Consiglio d’Europa Maud De Boer Bouquichio, che nei giorni scorsi ha incontrato a Roma il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero, per parlare di nuove politiche a favore dei Rom. Pubblichiamo il rendiconto che Stefano Milani ha fornito ai lettori de «Il manifesto».
Notizie dal fronte. A Pieve Porto Morone durante la notte c'è stato qualche schiamazzo e nulla più. Le minacce di querela e l’identificazione degli assedianti sono dunque serviti a fermare la tigre di carta. Le immagini degli assalti xenofobi di Pieve Porto Morone hanno intanto fatto il giro d’Europa. In Romania la notizia è stata data in apertura del Tg nazionale. Gheorghe Liviu, uno degli ospiti della comunità di cascina Gandina, padre di 4 figli, ha ceduto e nelle prossime ore lascerà l’Italia. Nessuno l’ha obbligato a partire, ma le violente pressioni psicologiche (insieme alle lusinghe economiche) che i rom pavesi hanno dovuto subire in queste settimane sono un tema sul quale si dovrà presto tornare.
In una lettera alla «Provincia Pavese» don Francesco Cervio, parroco di Albonese, segnala la moltitudine di case e canoniche sfitte, di proprietà delle Diocesi di Vigevano e Pavia, e invita a metterle a disposizione degli “ultimi”, come li ha chiamati il vescovo di Pavia Giovanni Giudici: «Il vescovo dice cose sacrosante, ma fa solo affermazioni di principio: condivisibili, ma che non portano a soluzioni concrete, operative. La diocesi non può limitarsi a dire al Comune “armiamoci e partite”... La Diocesi ceda “in comodato” tali abitazioni vuote e il Comune si impegni a renderle abitabili e le assegni a famiglie bisognose».
Dalla Romania, Florin Cioaba – che rappresenta la minoranza Rom – ha criticato le offerte economiche ai cittadini rumeni per indurli ad andarsene, sottolineando che agendo in questo modo «Pavia rischia un’invasione». Il Circolo Pasolini aveva avanzato riserve analoghe, e invitato le autorità ad utilizzare questi fondi per l’integrazione, magari favorendo l’accesso a una casa in affitto.
Ne hanno già parlato giornali e televisioni: il Prefetto Ferdinando Buffoni ha “adottato” una famiglia Rom dell’ex Snia. Un intelligente gesto simbolico, del quale è chiaro il significato: dopo mesi di criminale criminalizzazione dei Rom della Snia, quella famiglia rappresenterà tutti coloro che vogliono l’integrazione. Al Prefetto va la nostra stima e solidarietà. Avrà commesso qualche errore (può sbagliare solo chi fa) ma ha saputo andare al nocciolo della questione, a differenza della Giunta comunale, che per anni ha eluso il problema. Come ha più volte affermato il vicesindaco Ettore Filippi «i Rom non esistono»; dopo lo sgombero gli ha fatto eco il sindaco Piera Capitelli: alla Snia «i Rom non esistono più». L'inconcludente fraseggio somiglia all’inquietante «non esistono neri italiani», sentito più volte negli stadi e nelle piazze, sotto le bandiere di Forza Nuova.

Per aggiornamenti quotidiani sulla situazione a Pavia, consultare
http://circolopasolini.splinder.com/

Pavia, ex SNIA, sgombero dei rom9 agosto 2007

Pavia 31 agosto. Dopo lo sgombero senza alternative dei Rom Romeni all'ex Snia Viscosa, Rifondazione Comunista esce dalla maggioranza che governa il Comune: "E' stato disatteso il programma di acco-glienza - spiega il capogruppo consiliare di Rifondazione Comunista Pasquale Di Tomaso.

LO SGOMBERO DEI ROM DI PAVIA
70 bambini abbandonati
Pavia, 30 agosto. All'alba, la Polizia ha sgomberato i circa 200 Rom, che occupavano arbitrariamente i capannoni dell'ex Snia Viscosa. Oltre 60 famiglie, con donne, anziani (alcuni in situazione di salute precaria), e circa 70 bambini. Rom Romeni, cittadini comunitari, residenti da anni nel territorio ma senza diritti.
Lo sgombero era annunciato da tempo, ma non è stata proposta nessuna soluzione al degrado abitativo. Anzi l'invito è ad abbandonare la città.
Molti Rom della Snia lavorano presso aziende e cooperative pavesi: sono muratori, carpentieri, saldatori; altri si offrono come manovali. 50 bambini assolveranno a Pavia l'obbligo scolastico; per altri 20 è stata consegnata la domanda di iscrizione agli asili comunali.
Il pomeriggio è stata allestita una tendopoli di emergenza della Protezione Civile, che resterà in piedi fino a domenica. La tendopoli è stata allestita in ritardo, alle 18 del pomeriggio stavano ancora lavorando, per convincere i Romeni ad andarsene.
L'assessore Brendolise ha rilasciato una intervista con ultimatum ai cittadini rumeni: «Solo 48 ore». Lo hanno ripetuto anche altri esponenti della Giunta presenti in Piazza Maggi dove è allestito il "camping": «Entro domenica si smonta tutto».

LO SGOMBERO INVECE DELL'ACCOGLIENZA
Intervista a Pasquale Di Tomaso, capogruppo consiliare di Rifondazione Comunista
Pasquale Di Tomaso è capogruppo consiliare di Rifondazione Comunista che ad aprile di due anni fa ha aderito al programma "Pavia aperta al futuro" della coalizione con la quale è diventato sindaco Piera Capitelli. "La Pavia che vogliamo è una Pavia dell'accoglienza, della pace, antifascista - è uno dei punti basilari del programma. - La nostra città è già una comunità articolata che potrà essere più forte e sicura se saprà affrontare la sfida del futuro, affermando valori di solidarietà, dialogo tra culture e garanzia per tutti di uguali diritti e doveri".
"Il programma non è stato rispettato nonostante numerosi richiami. La situazione è seria. Come Partito non abbiamo più intenzione di appoggiare questa maggioranza. Il 5 settembre ci sarà la nostra riunione di Circolo a convalidare la nostra linea politica. Che è già con-divisa dal Segretario e dal Presidente Provinciale, dal segretario del Circolo, e da Alberto Burgio deputato del partito di Pavia. Il 10 settembre ci sarà la riunione dei capigruppo per convalidare la data del Consiglio Comunale del 17 settembre. Lì, in aula, comunicherò ufficialmente l'uscita di rifondazione Comunista dalla maggioranza".
"L'ordinanza dello sgombero, su un capannone di proprietà privata, è avvenuta da parte del sindaco. Questa notte gli sfollati hanno trovato alloggio nel parcheggio adiacente la zona, tra le proteste dei cittadini, in tre tende allestite dalla Protezione Civile per intervento del Prefetto. A questo punto non è più compito del Sindaco ma del Prefetto. Le tende sono previste solo per donne e bambini piccoli ed è stato usato da poche persone perché tante famiglie hanno preferito stare assieme, all'aperto sotto teli di nylon. Il disagio dei Rom sgomberati è stato anche acuito dalle persistenti piogge di questa notte. Le tende sono previste fino a domenica poi saranno levate".
"Su questo episodio, che si collega ad una idea di ‘sicurezza' estesa a tutta Italia, abbiamo aperto una mobilitazione cittadina e nazionale. All'emergenza umanitaria si dovrebbe rispondere con pre-fabbricati della Protezione Civile e progetti di integrazione sociale, a partire dal lavoro”.

Tratto da
http://romanolil.blog.tiscali.it
Edizione telematica del foglio di viaggio "romano" dell'Opera Nomadi: luogo di coscienza