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Viale Aldini, verso incontro tra proprietà e occupanti

Il consorzio Unifica disponibile a trattare, Làbas: “Interesse se propone soluzioni concrete”. Intanto fa discutere il caso dell’affitto triplicato a inquilini a canone sociale in via Gandusio.

27 Ottobre 2014 - 19:54

Occupazione Làbas viale Aldini (© Michele Lapini)Il proprietario della palazzina occupata venerdì da Làbas in via Aldini 116, il numero uno del consorzio edilizio Unifica Gianluca Muratori, si dice pronto a una trattativa e mette sul piatto, in cambio della fine dell’occupazione, due appartamenti di Ozzano con la palazzina liberty di viale Aldini 116.

“Accogliamo con interesse la disponibilità di Unifica”, scrive Làbas su Facebook: “rispondiamo rilanciando e chiedendo ad Unifica e Muratori un incontro il prima possibile, così come ribadiamo la nostra disponibilità a parlare con chiunque sia disposto a proporre valide soluzioni concrete ad un’emergenza abitativa che nel contesto della crisi sta diventando sempre più elemento strutturale”.

La procura sta alla finistra: chiarisce che il reato potrebbe essere anche perseguito d’ufficio ma fa sapere di star seguendo la trattativa. Puntuali gli strepiti da destra, con Forza Italia che preconizza “conseguenze incontrollabili” e che “sarà il farwest”.

Negli ultimi giorni si è intanto aperto un altro fronte della lotta per la casa: in via Gandusio si è formato un comitato tra inquilini alloggiati a canone sociale a cui, dopo un anno e mezzo, il Comune chiede ora un affitto triplicato. Gli inquilini parlano di “operazione criminale” che attua “un vero e proprio ricatto: o paghi un affitto triplicato, o ti ritrovi per strada… ma prima o dopo anche chi paga l’affitto triplicato è passibile di sfratto!”

L’assossore Malagoli, a una televisione locale, ha replicato: “Non sono case popolari a cui si accede per graduatoria, sono casi di emergenza, se un’emergenza diventa una pianta stabile non va più bene. In 18 mesi, attraverso l’aiuto dei servizi sociali, si deve fare un percorso. Questo succederà anche in altri immobili, non faremo più contratti ma queste ‘concessioni temporanee'”.

A Malagoli risponde Asia Usb: “Sembra quasi che questa condizione di emergenza sia strettamente dipendente dalla volontà delle famiglie, le quali, dopo un certo lasso di tempo dovrebbero essere in grado di reperire le risorse necessarie per inserirsi nel libero mercato delle abitazioni. Non fa onore ad un amministratore il non considerare che in un contesto economico da anni in una condizione di stagnazione se non di recessione, reperire tali risorse va ben oltre la volontà di un individuo o di un nucleo familiare”.

“Il problema”, continua il sindacato, è piuttosto “garantire l’alloggio a tutte quelle persone che sono vittime di questo contesto e direzionare la propria azione politica verso le cause reali che detta emergenza hanno generato”.

Riguardo il presunto apporto dei servizi sociali, secondo Asia consiste “nella migliore delle ipotesi in qualche spelacchiata borsa lavoro che quasi mai si traduce in un’occupazione stabile. Ricordiamo all’assessore che nella nostra città un elevatissimo numero di persone vive una condizione di emergenza abitativa, questo dovrebbe far sorgere qualche domanda: non sarebbe forse ora di impostare una programmazione politica sull’abitare che tenga conto dell’attuale stato di crisi? Non è troppo comodo rovesciare il problema sulle spalle dei nuclei che magari dopo aver pagato contributi per anni, perdono il lavoro e quindi la casa? Non sarebbe forse il caso di dar corpo e concretezza a quanto dichiarato dal Sindaco un mese fa a proposito dei grandi stabili inutilizzati?”