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Ventimiglia / “Non basta uno sgombero: we are not going back”

I No Borders dopo una giornata di resistenza, ieri, sugli scogli: l’intervento contro il presidio “ha devastato il lavoro di mesi costruito collettivamente mano a mano, grazie all’aiuto di tantissime persone, con i documenti e non”.

01 Ottobre 2015 - 19:52

(foto fb Presidio permanente No Border Ventimiglia)A Ventimiglia, dove per cento giorni è vissuto il presidio permanente No Border, sono passate le ruspe e non resta nulla. Ieri sera, dopo una giornata ad alte tensione, è stato ottenuto che i migranti non fossero identificati e condotti nel centro d’accoglienza attivo nella città ligure. Gli attivisti con cittadinanza italiana sono stati portati in Questura, identificati e poi rilasciati. Non risulta sia stato emanato alcun foglio di via.

Tuttavia, una “ventina di migranti sudanesi, eritrei e pakistani”, segnalano i profili social del campo sgomberato, sono stati fermati dalla polizia prima di raggiungere gli scogli e “portati di forza a Genova dove li hanno messi in un aereo per una destinazione sconosciuta”.

“Oggi hanno devastato il lavoro di mesi costruito collettivamente mano a mano, grazie all’aiuto di tantissime persone, con i documenti e non, che hanno messo a disposizione le proprie competenze, la voglia di mettersi in relazione con gli altri, quello che avevano in tasca e nel cuore. Non basta uno sgombero a cancellare tutto questo. Insieme si va avanti. We are not going back”, è l’ultimo saluto dal confine.