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Val Di Susa / L’incontro tra hacker e NoTav: “Riportare la tecnologia sotto il controllo delle persone”

La ventesima edizione di Hackmeeting si è chiusa a Venaus. Tra i molti approfondimenti su sicurezza e privacy, c’è stato spazio anche per una presentazione dell’associazione di Mutuo soccorso bolognese.

19 Giugno 2017 - 15:50

Dai saldatori alle app: terminato oggi il raduno annuale hacker in Valsusa.

“Ecco, qui c’è il punto, devi attaccare qua”. In testa la mascherina, in mano il saldatore. Intorno agli strumenti una decina di persone, che imparano a mettere insieme tubolari d’acciaio. Siamo a Venaus, in Valsusa, all’Hackmeeting, il raduno annuale degli hacker. Al centro di una quattro giorni di incontri e momenti di approfondimento, la tecnologia in ogni senso possibile, non solo digitale. Un migliaio di presenze, 36 seminari, 14 presentazioni flash da 10 minuti. Tutto lungo il filo conduttore di riportare la tecnologia sotto il controllo delle persone in un mondo in cui sta succedendo il contrario.

L’evento si è concluso oggi (ieri, ndr), ospitato dal presidio permanente No Tav e dalle strutture del comune di Venaus in Borgata 8 dicembre. Tanti gli approfondimenti, a partire dagli strumenti e dalle tecniche per sfuggire al grande fratello universale. Come utilizzare un cellulare Android senza un account Google, in modo che i propri comportamenti quotidiani non finiscano registrati e catalogati da aziende che sanno tutto di noi? Portando il software libero sul telefonino. Installare F-droid al posto di Google Play, applicazione che consente di trovare e scaricare programmi open source (e distribuiti in licenza Gpl 3, cioè aperti, modificabili e scambiabili). Una delle tante app disponibili su questa piattaforma è Conversations, che può prendere il posto di Whatsapp e che offre il vantaggio di poter criptare i messaggi, in modo che non siano intercettabili da terzi.

E come realizzare una rete che sia espressione del territorio e metta in comunicazione le persone senza passare dalla California e dalle grandi multinazionali? Con le reti Mesh. Bastano una quarantina di euro e qualche ora di studio per mettere su una una antenna wifi in grado di coprire diversi chilometri, realizzando in questo modo una piccola rete locale che può potenzialmente permettere a chiunque ci si colleghi di scambiare messaggi e file senza mai passare da Internet.

“Se ti devo mandare una mail – sottolinea Zeus, il portavoce virtuale dell’Hackmeeting – mi collego a un server che sta negli Stati uniti. Tu per leggere la mia mail ti colleghi agli Stati uniti. Non ha molto senso”. Negli ultimi anni grazie a questa idea si sono sviluppati molti progetti, e diverse antenne si sono federate, cioè hanno messo insieme le risorse realizzando una rete che copre un territorio più ampio. Il progetto maggiore in Italia in questo ambito si chiama Ninux.

Tanti i momenti dedicati alle vulnerabilità della rete che usiamo tutti i giorni, ai limiti del Bitcoin e alle possibili alternative, alle opacità di Facebook e agli strumenti che possono consentire di scoprirne le logiche. Come Facebook Tracking Exposed, un plugin aggiuntivo per Firefox e Chrome presentato proprio all’Hackmeeting, che permette di verificare come due persone diverse che hanno gli stessi amici online e seguono le stesse pagine vedono contenuti diversi.

Ma anche applicazioni come “obiezione respinta”, strumento che offre una mappa di medici e farmacisti che si oppongono all’aborto e alla pillola del giorno dopo e di quelli che non lo fanno, consentendo così a una donna di individuare le strutture a cui rivolgersi. Oppure istruzioni pratiche per realizzare la propria centralina di rilevazione del PM10. A Bologna il progetto del passante Nord ha spinto molti a chiedersi quanto effettivamente l’aria sia già inquinata. L’Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa), spiega un attivista, “offre solo un dato al giorno, che rappresenta la media della giornata, e solo dal lunedì al giovedì. Così abbiamo messo insieme uno strumento che consente di realizzare una rete di centraline che ci danno i dati in tempo reale”.

Sala gremita per un punto sui venticinque anni di lotta No Tav, che qui ha la sua base. Successi, criticità, prospettive. Molto interesse anche per l’Associazione di mutuo soccorso per il diritto di espressione di Bologna, gruppo che si occupa di offrire assistenza legale a chi viene colpito da denunce e misure giudiziarie per iniziative di carattere sociale. Picchetti, manifestazioni, occupazioni, presidi. “Tra il 2001 e il 2012 ci sono stati 18mila processati per reati legati alle lotte sociali”, racconta un rappresentante. “E non cala – aggiunge -. A Bologna tra il 2015 e il 2016 abbiamo contato 1200 denunce. Almeno 28 sgomberi di soluzioni abitative occupate. Sono numeri più alti dell’autunno caldo del 1969. Assistiamo a una compressione degli spazi del dissenso e a un affinamento del dispositivo di repressione progressivo”.

Ma spazio dedicato a Venaus anche ai saperi della valle, con un workshop che è stato dedicato alla produzione del formaggio di capra, rigorosamente però con caglio vegetale. “Siamo molto soddisfatti – commenta il sindaco di Venaus Nilo Durbiano -. La Valsusa è un luogo aperto che ama la contaminazione e il libero scambio. E’ così che le comunità diventano più ricche”. “Queste – spiega indicando le aree che hanno ospitato i seminari – sono le strutture di Borgata 8 dicembre. Sono proprietà del comune che le ha costrtuite in antitesi alla realizzazione della Tav. Qui doveva sorgere il cantiere. Dopo gli scontri questi terreni erano stati messi sotto sequestro. Con un blitz li abbiamo comprati e fatto subito una delibera. Oggi sono un luogo di svuluppo e crescita del territorio”.

Hackmeeting