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Val di Susa / “Il nostro coraggio e le alte barricate”

Dopo la passeggiata notturna al cantiere di Chiomonte: “Notti come queste dimostrano che, nonostante le difficoltà, la speranza di cambiare le cose e decidere del nostro futuro è più forte della loro violenza”.

26 Luglio 2015 - 17:19

notavDue notti fa la lunga opposizione all’Alta velocità in Val di Susa ha segnato una nuova tappa con una passeggiata notturna al cantiere di Chiomonte. Questo il resoconto pubblicato su NoTav.info: “Cinquecento NoTav hanno preso parte all’iniziativa di lotta contro il cantiere-fortino partita da Giaglione: il corteo arrivato al ponte della Clarea ha trovato il passaggio sbarrato dal betafence con le reti metalliche. Qui i NoTav si sono divisi in due gruppi: il primo gruppo è rimasto sul sentiero principale riuscendo ad impedire l’avanzata della polizia, il secondo gruppo è salito verso il bosco riuscendo a raggiungere l’area del cantiere presidiata da centinaia di forze dell’ordine. L’assedio NoTav al cantiere è iniziato intorno a mezzanotte. La polizia ha cominciato a sparare molti lacrimogeni per cercare di allontanare i notav dai boschi ma il lancio di fuochi d’artificio e di petardi contro il cantiere non si è fermato. Dopo gli ultimi fuochi d’artificio sul cantiere, tutti i notav iniziavano lentamente a rientrare a Giaglione. L’estate di lotta si avvia quindi verso la conclusione, col ritorno di centinaia di NoTav sui luoghi storici della mobilitazione.  Un’estate che ha dimostrato a più riprese e in forme diverse che la militarizzazione della valle e gli attacchi della controparte non fermano la determinazione dei No Tav nel voler bloccare quest’opera inutile. Per chi pensa di fermarci, ancora una volta il messaggio è chiaro… a sarà dura!”.

Il giorno successivo, NoTav.info ha proposto anche un editoriale dal titolo “Il nostro coraggio e le alte barricate”, che analizza il significato dell’azione notturna nel contesto di una lotta che non finisce certo qui. Questo il testo: “Basta guardare gli occhi di chi c’era stanotte per capire cos’è che può fare la differenza di questi tempi. Sapere come ci si sente a marciare al buio, in un silenzio irreale dove al rumore dei passi e degli zaini che scricchiolano si aggiungono solo i canti degli animali della natura, che continuano le loro attività nonostante il nostro passaggio. Sentire il cuore che batte un po’ più forte, quando si cammina stretti, con la mano che cerca l’umida pietra per non avvicinarsi troppo al dirupo, attenti a chi sta davanti e  a chi c’è dietro… per non perdersi neanche un istante, per rinnovare ad ogni passo il coraggio consapevoli che ogni metro ci avvicina a chi ci è nemico. Chi non c’è, e i giornali non lo racconteranno, non può sapere dei piccoli gesti di solidarietà che in questi momenti fanno la differenza, di come ognuno mette a disposizione ciò che ha e ciò che può fare per essere d’aiuto, che si tratti del prestare un accendino, di aiutare a spostare un grosso tronco o di allungare un po’ di Maalox a chi retrocede dalle prime vie. E poi c’è chi sta davanti, i nostri coraggiosi armati di un grande cuore e non solo di buone gambe. Quella passata è stata una grande notte notte in Val di Susa. In centinaia, dalla valle e da tutta Italia, ci si è ritrovati per questa intensa estate di lotta e per una passeggiata notturna che si  sapeva determinata. Tra blocchi, battiture, azioni di disturbo e l’iniziativa di stanotte in quest’estate di lotta il Movimento No Tav ha dato un buon segnale a tutti quei politicanti e affaristi che si riempiono la bocca con una parola che in questa valle non è di casa: pacificazione. Come non sarà mai accettabile che a fronte di enormi disastri ambientali e una situazione di crisi che continua ad affaticare le vite di molti,  avvenga un tale sperpero di denaro pubblico. Uno schiaffo in faccia a chi rimane senza lavoro, a chi perde la casa, a chi non riesce a pagarsi le bollette, a chi per avere adeguate cure sanitarie deve aspettare troppi mesi, ai nostri figli che vanno a studiare in scuole fatiscenti. In questi decenni di lotta generazioni di giovani sono cresciuti tra i presidi e i cortei No Tav, in tutta Italia la nostra lotta è diventata un simbolo di speranza e ogni anno da tutto il paese e dall’Europa sono tantissimi a passare di qua, per conoscere questa storia di Resistenza e dare il proprio contributo. L’arroganza della politica e la violenza delle istituzioni si legittimano tra di loro, nel tentativo mal riuscito in tutti questi anni di piegare la nostra volontà a suon di militarizzazione del territorio, minacce, ricatti, denunce, processi e galera. Sicuramente l’hanno messa alla prova, ma essa è più forte di quanto forse anche alcuni di noi potessero immaginare. Notti come quella appena passata dimostrano che, nonostante le difficoltà e queste nessuno le nega, la speranza di cambiare le cose e di decidere del nostro futuro continua ad essere più forte di ogni loro violenza. Anche stanotte i nostri sentieri ci hanno aperto la via per arrivare al cantiere e il resto l’ha fatto il nostro coraggio, solido come le alte barricate che al buio abbiamo costruito per contrastare l’avanzata del nemico. Avanti No Tav, la Resistenza si fa un passo alla volta!”.