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Università, nuovi corsi a numero chiuso per Statistica e Scienze Politiche

Cua: “Non accettiamo che i provvedimenti promossi dall’ateneo si muovano sempre di più verso la limitazione all’accesso all’università e ai saperi mentre continuano a non vedersi progressi rispetto alla tutela del diritto allo studio”.

20 Gennaio 2017 - 15:37

“E’ notizia delle ultime ore che anche le facoltà di Scienze Politiche e Statistica, a partire dall’anno prossimo, si aggiungeranno alle già numerose a numero chiuso“. Lo scrive il Collettivo Universitario Autonomo in una nota inviata oggi a Zeroincondotta. “Le facoltà ad accesso limitato dell’Unibo – rileva il Cua – sono costantemente aumentate negli ultimi anni: erano 56 quattro anni fa, 80 l’anno successivo e diventeranno ben 108 l’anno prossimo. A fronte di una situazione tanto grave non possiamo che tornare a ribadire la nostra opposizione ad un metodo selettivo tanto dannoso quanto escludente”.

Prosegue il collettivo: “Non accettiamo che i provvedimenti promossi dalle istituzioni universitarie si muovano sempre di più verso la limitazione all’accesso all’università e ai saperi mentre continuano a non vedersi progressi rispetto alla tutela del diritto allo studio, con la questione della mensa come elemento emblematico. Riteniamo infatti che il numero chiuso non sia altro che l’ennesimo esasperato provvedimento volto alla costruzione di un’università sempre più simile e funzionale al mondo del lavoro e della produzione. Sarà quindi necessario opporci con forza, ricomporre i segmenti antagonistici e conflittuali contro la gestione aziendalistica dell’Università, che considera studenti e studentesse numeri (o meglio, cifre) e che si preoccupa del proprio ricavo in termini di profitto e non di crescita culturale e cognitiva della persona”.

“L’Unibo – si legge in conclusione – piuttosto che cogliere l’aumento delle immatricolazioni (dato in controtendenza rispetto al territorio nazionale che invece vede un costante abbassamento delle iscrizioni) come possibilità di investimento e di assunzioni, preferisce chiudere le porte con il sistema selettivo e classista del numero chiuso. Vogliamo dirlo chiaramente: l’emergenza rappresentata dalla mancanza di aule e di docenti si risolve investendo di più per i bisogni di tutti gli studenti e studentesse e delle tante figure del precariato universitario! Mai ci arrenderemo all’università aziendalista e neo-liberale!”