Attualità

Tunisia / Sull’orlo della guerra civile

La tensione resta altissima

17 Gennaio 2011 - 17:20

(dal sito di Radio Onda d’Urto)

Il Paese sembra sull’orlo della guerra civile dopo la fuga del presidente Ben Ali, scappato venerdì scorso con la famiglia, a quanto pare portandosi appresso 1,5 tonnellate d’oro come buonuscita dopo oltre vent’anni di governo del regime. Il valore dell’oro, prelevato dalla moglie di Ben Ali dalla banca centrale prima della fuga, sarebbe pari a 45 milioni di euro secondo quanto scrive il quotidiano francese Le Monde, che cita fonti dei servizi segreti transalpini.

Intanto le violenze continuano. Duri scontri sarebbero in corso a Biserta, una cinquantina di chilometri ad ovest di Tunisi. A fronteggiarsi sarebbero, da un lato, i fedelissimi di Ben Ali e, dall’altro, l’esercito regolare, che ha bloccato stamani tutte le vie di accesso e di uscita dalla città. Attaccato l’ospedale; ferito un medico. Biserta è un’importante base militare, anche navale, ed ospita tre caserme.

Si sarebbero conclusi intorno alle 3-4 del mattino invece gli scontri intorno al palazzo presidenziale nella città di Cartagine. Anche in questo caso, la battaglia ha visto contrapposti l’esercito e alcune milizie vicine a Ben Ali, quelle che fanno riferimento all’ex consigliere del presidente per la sicurezza, Ali Seriati. A Gammarth, alla periferia di Tunisi inoltre, l’esercito avrebbe attaccato una caserma della Guardia presidenziale.

Proprio nella capitale c’è stata in mattinata l’ennesima manifestazione di protesta, animata da migliaia di cittadini che chiedevano lo scioglimento ufficiale del partito di Ben Ali. I manifestanti sono stati dispersi dalle forze di polizia, impegnate per tutta la giornata e la nottata di ieri ad arginare le rivolte e gli scontri che hanno incendiato anche la capitale.

Nel frattempo si cerca un’intesa per definire la lista dei possibili ministri di un governo di unità nazionale, che la momento sembra essere la soluzione più probabile alla crisi tunisina. Alcuni esponenti di spicco dell’opposizione, come il fondatore del partito Pdp, Najib Chebbi, dovrebbero entrare a far parte dell’esecutivo, insieme ad alcuni volti “puliti” del regime, probabilmente confermati al loro posto, come nel caso del ministro degli Interni, Ahmed Friaa, nominato da Ben Ali solo la scorsa settimana.

La situazione tunisina continua a trovare eco anche oltreconfine. L’Algeria ha rafforzato oggi la sorveglianza alle frontiere con la Tunisia, mentre ieri in Giordania si è vissuta una giornata di tensione per le proteste che hanno animato la capitale Hamman. Migliaia anche in questo caso le persone scese in piazza contro il carovita e il governo.