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Tredicenne tentò suicidio a scuola, condannata preside

Il giudice di pace infligge 24 giorni di permanenza domiciliare e 30mila euro di risarcimento. La dirigente, suor Stefania Vitali, ricorrerà in appello; la famiglia del ragazzo chiederà quattro milioni in sede civile.

21 Maggio 2013 - 20:17

Francesco, allora 13enne, nel 2009 frequentava le medie alla Maestre Pie. Il 5 novembre a scuola fu sorpreso da un’insegnante con le sigarette in mano, e per questo convocato in presidenza. Cinquanta minuti più tardi, si buttò dalla finestra dell’ufficio: un volo di dieci metri che lo ha reso invalido al 90%. Oggi la dirigente suor Stefania Vitali è stata condannata per lesioni colpose gravissime dal Giudice di Pace a una permanenza domiciliare di 24 giorni, da scontare nei fine settimana.

Secondo l’accusa la religiosa, che aveva duramente sgridato il ragazzo, avrebbe dovuto vigilare su di lui e cogliere i segnali di disagio che manifestava. Era molto agitato, aveva pianto. Poi chiese di aprire la finestra per il caldo, e si gettò di sotto mentre la preside si era allontanata.

Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro tre mesi. La difesa presenterà con tutta probabilità appello, ragione per cui la pena non è esecutiva. Al fratello della vittima, parte civile, è stata riconosciuto una provvisionale di 30mila euro per danni morali. A seguito della sentenza penale di oggi è intenzionato ad intentare una causa civile, chiedendo un risarcimento di circa quattro milioni di euro. “Siamo tristemente soddisfatti- dice il legale della famiglia – il ragazzino è rimasto gravissimamente e permanentemente invalido e ora vive ad Havana, a Cuba, il paese della madre, dove si è trasferita tutta la famiglia. Lì c’e’ un centro di cura specializzato nella cura per i neurolesi”.