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Corteo contro la direttiva Maroni, tre denunciati

Tre attivisti del laboratorio Crash ricevono tra avvisi di fine indagine per i fatti del 21 marzo scorso, quando il movimento violò il divieto di manifestare.

28 Dicembre 2009 - 17:54

Il 21 marzo 2009 il duemila persone violarono il divieto di manifestare in centro nel fine settimana, in un appuntamento di piazza convocato anche in opposizione alle limitazioni del diritto di sciopero. La misura prefettizia, recentemente reiterata, applica in maniera estremamente restrittiva la direttiva Maroni emanata in seguito alle preghiere celebrate in piazza al termine di cortei, a forte partecipazione migrante, tenuti a Bologna e Milano contro l’operazione Piombo Fuso delle forze armate israeliane, che un anno fa insanguinò la striscia di Gaza.

Attivisti dei centri sociali, dei sindacati di base, dell’associazionismo e semplici cittadini sfilarono da piazza Maggiore a piazza Verdi in un centro storico assolutamente militarizzato da poliziotti e carabinieri.

A nove mesi di distanza arrivano  tre denunce per altrettanti attivisti del laboratorio Crash per i fatti di quella giornata. Il capo d’accusa riportato negli avvisi di fine indagine è quello di “resistenza a pubblico ufficiale” e non si riferiscono quindi alla violazione del divieto.

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