Acabnews Bologna

Tornelli al 36, il rettore minaccia “provvedimenti disciplinari”

Per Ubertini la biblioteca “non è frequentata come vorremmo”. Dagli studenti in mobilitazione: “La nostra lotta è giusta e continueremo ad aprire le porte. Domani assemblea per risolvere definitivamente la situazione”.

07 Febbraio 2017 - 19:39

Dopo l’assemblea di ieri sera al 36 di via Zamboni, gli studenti che ormai da settimane stanno portando avanti la mobilitazione contro l’installazione dei tornelli prendono parola con un nuovo comunicato: “In queste settimane abbiamo visto l’imposizione da parte della dirigenza Unibo di un nuovo sistema di controllo e sicurezza in via Zamboni 36. A partire dall’installazione di questi tornelli abbiamo fin da subito, come frequentatori e frequentatrici di questa biblioteca, respinto questo sistema di barriere e controllo. Iniziative, assemblee e sabotaggi – aprendo le porte quotidianamente – che continuano a rendere libero ed accessibile questo spazio. In tanti e tante siamo andati a consegnare alla prorettrice Trombini le 600 firme, raccolte in appena due giorni, a dimostrazione che questa è una lotta condivisa dai tanti e tante che attraversano la zona universitaria. Di fronte alla palese illegittimità dei tornelli e al palese rifiuto da parte del corpo studentesco l’Università, resasi conto della forza di questa mobilitazione, si è vista costretta a chiamare un incontro sperando di fermarci. Un incontro vuoto, senza nessuna proposta fattiva in cui la prorettrice Trombini e Pescatore, responsabile delle biblioteche d’ateneo, hanno solamente cercato di giustificare la presenza dei tornelli cambiando ancora una volta la retorica: dal problema della presunta insicurezza di lavoratori e studentesse, il problema sembra ora essere il funzionamento della biblioteca e del prestito di libri. Se sempre meno studenti e studentesse utilizzano il servizio dei prestiti è perché i libri non vengono rinnovati da 10 anni. E’ veramente impossibile cogliere come i tornelli possano aumentare la fruizione al servizio prestiti”, recita la nota, a firma “Gli studenti e le studentesse del 36”.

E sempre oggi, intanto, il rettore Francesco Ubertini è passato alle minacce. Sostenendo che il personale della biblioteca “è spaventato”, il rettore ha annunciato il pugno duro contro chi protesta: “Mi attiverò per chiedere l’apertura di un procedimento disciplinare, come da regolamento di Ateneo”. Dalle parole del rettore, poi, trapela il vero nodo che sta a cuore alla dirigenza universitaria: la biblioteca “non è frequentata come vorremmo”, ha sostenuto oggi parlando con la stampa. Sarà che il problema è il modo di vivere gli spazi universitari? Dalle dichiarazioni confliggenti di rettore, prorettrice e responsabile delle biblioteche parrebbe proprio di sì. Eppure, dalle parole degli studenti è sempre emersa la volontà di contribuire a far sì che il 36 sia un luogo di studio senza rinunciare ad essere un luogo di socialità e aggregazione. Il sospetto, quindi,  è che nel mirino dell’Università ci sia proprio l’idea che il 36 possa essere anche un luogo di autogestione.

A proposito dei provvedimenti giudiziari in arrivo per le aperture dei tornelli nelle settimane scorse, intanto, continua il comunicato degli studenti: “Apprendiamo a mezzo stampa che sono in arrivo ben venti denunce con pesanti capi d’accusa soltanto per aver garantito l’accesso libero alla biblioteca e per aver respinto diverse volte le provocazioni della polizia entrata in università. Rifiutiamo l’accanimento da parte di questura e polizia nei confronti di questa giusta lotta che coinvolge centinaia di studenti e studentesse ogni giorno, non riducibile a pochi attivisti/e, che dimostra una trasversalità ed una partecipazione da parte di tutta la biblioteca. In tanti e tante continuiamo ad aprire quelle porte, in tanti e tante diamo vita alle partecipate assemblee ed in tanti e tante vogliamo un 36 senza tornelli. Dall’università dicono che il 36 sta morendo. Noi che lo viviamo ogni giorno sappiamo invece che si tratta di uno dei pochi spazi rimasti liberi, accessibili e attraversati da migliaia di studenti ogni giorno. Uno spazio di studio, incontro, aggregazione e socialità che vogliamo sempre più aperto e vissuto. I tornelli non risolvono nessun problema e non vogliamo più il ripetersi della situazione di questi giorni”, scrivono gli studenti, convocando un’assemblea per domani alle ore 13 con l’obiettivo di “risolvere definitivamente la situazione!”.