Acabnews Bologna

Tornano i No194, “cacciamoli!”

Dalle Mujeres Libres appuntamento sabato 19 alle 7,30 in piazza Santo Stefano: “Non solo per difendere questa legge, non basta. Vogliamo l’eliminazione della possibilità per i medici di rifiutarsi di fare interruzioni volontarie di gravidanza”.

03 Dicembre 2015 - 17:31

Sabato 19 dicembre
ore 7.30 @ piazza Santo Stefano

8 Marzo 2014 (foto di Flavia Sistilli - Repertorio Zic.it)Gli antiabortisti del comitato no194 tornano a Bologna. Questa volta la pagliacciata sarà in versione ridotta e durerà “soltanto” 4 ore e mezza (che anche la polizia si sia stufata di passare l’intera giornata in loro compagnia?). Dopo essersi visti rifiutare di nuovo Largo Nigrisoli di fronte all’Ospedale Maggiore, i cattofascisti sono stati relegati nella piazzetta di San Giovanni in Monte e lì tenteranno di recitare le loro litanie sovradeterminanti dalle 9,00 alle 13,30 di sabato 19 dicembre.

Cattolici integralisti, fascisti, preti e reazionari si riuniscono con l’obiettivo di toglierci la libertà di gestire autonomamente il nostro corpo, i nostri bisogni e i nostri desideri attraverso l’abrogazione della legge 194, legge che sancisce la possibilità per le donne di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza (aborto) nei primi 90 giorni di gestazione (150 nel caso di aborto terapeutico). Mentre si pretendono ossequi, riverenze e giustificazioni da parte delle comunità musulmane rispetto agli attentati, mentre con la scusa dello stato d’emergenza si attuano politiche sempre più repressive nei nostri confronti e nei confronti dei nostri compagni d’oltralpe, i no194 non hanno avuto preghiere per i recenti avvenimenti in Colorado, come se la violenza cattointegralista non li riguardi o – peggio – come se quanto è successo sia insignificante o legittimo.

Noi saremo là, come sempre, a ribadire che negare il diritto di autodeterminarsi delle donne non è insignificante e che non è insignificante o legittima l’obiezione, arrivata a dei livelli tali (coinvolge ormai circa il 70% dei ginecologi) da svuotare e rendere inapplicabile la legge 194. Per questo il 19 non andremo a cacciare gli antiabortisti solo per difendere la 194, ma per dire che così com’è questa legge non ci basta. Rilanciamo al rialzo perché vogliamo una volta per tutte l’eliminazione dell’articolo 9 che prevede la possibilità per i medici di rifiutarsi di fare le IVG. Vogliamo che l’accesso all’IVG sia garantito a tutte, in qualunque luogo si trovino. Vogliamo degli ospedali in cui in corsia non rischiamo di ritrovarci davanti preti e obiettori. Vogliamo cacciare a calci in culo chi si arroga il diritto di calpestare questa libertà.

A Bologna non c’è spazio per antiabortisti e fascisti e mai ci sarà.

L’attacco all’aborto è un attacco all’autodeterminazione di ogni singol@ che vuole scegliere liberamente come vivere, per questo la lotta delle donne è la lotta di tutt@.

Pensiamo che non ci sia un solo modo per contestare gli antiabortisti, le nostre pratiche sono tante e svariate, scegliamo di volta in volta quale usare ma sempre rifiutando il pensiero che vuole le donne portatrici sane di nonviolenza. Sappiamo bene che la lotta per l’IVG è la lotta di tantissim@, non solo di collettivi e attiviste ma di chi quotidianamente attraversa i luoghi cittadini come gli ospedali. Per questo chiediamo a tutt@ di esserci il 19 dicembre in piazza Santo Stefano. La cacciata degli antiabortisti può venire solo da noi, insieme.

Parliamo delle nostre lotte e dei nostri bisogni ovunque, al lavoro, a scuola, in quartiere. Facciamo che le nostre rivendicazioni siano un passaparola comprensibile anche per chi non è abituato ad assemblee o non ha una master in critica di genere. Non stiamo ad aspettare l’intervento delle istituzioni che non perdono occasione per restringere le nostre libertà di manifestare. Quelle stesse istituzioni che su altri fronti ci fanno piovere addosso denunce, fogli di via e divieti di dimora. Dov’era la loro indignazione quando contestavamo i rosari antiabortisti di fronte al S. Orsola, scontrandoci con un muro di indifferenza tanto da essere costrette a interrompere il consiglio comunale? Delle foto, dei giornali e di quanto possiamo apparire “buone e brave” su repubblica per mezza giornata ci interessa ben poco: se le notizie sono falsate la colpa è dei giornalisti, non di chi lotta con pratiche legittime contro il patriarcato. Ci interessa invece che ogni donna che decide di autodeterminarsi possa trovare sicurezza e forza nei nostri contenuti.

INVITIAMO TUTTE LE FORZE ANTIFASCISTE A CACCIARE VIA I NO194!

Collettivo femminista Mujeres Libres