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Teatro Comunale, “Atto terzo – L’amour est un oiseau rebelle”

Bartleby ripercorre gli ultimi giorni di protesta e si anticipa le iniziative di giovedì 13 maggio’010: foyer aperto, musica per la cittadinanza e confronto con ricercatori e studenti.

13 Maggio 2010 - 02:13

Martedì: la prima della Carmen, opera attesa da quindici anni in città, salta per lo sciopero dei lavoratori del Teatro Comunale contro il decreto Bondi. Invece di rimanere a casa, i musicisti, il coro, la sartoria, le maschere, i tecnici del Teatro decidono di regalare a tutta la cittadinanza la prova aperta dell’opera di Bizet. Sul palco, a presentare l’evento, anche le parole di un musicista del Conservatorio che sottolinea l’attacco trasversale a tutto il mondo della cultura. Il teatro si riempie, i palchi sono gremiti. Molte persone che non hanno mai avuto la possibilità di assistere a un’opera mettono per la prima volta piede nel Teatro Comunale. Alla fine dell’esibizione l’applauso del pubblico dura dieci minuti.

Mercoledì: i lavoratori continuano lo sciopero improvvisando un concerto nel foyer che ancora una volta si riempie in pochi minuti, prima di iniziare si assiste a numerosi interventi non solo dei lavoratori del Teatro, ma anche di studenti e ricercatori dell’Università. Applausi del foyer e manifestazione che continua anche dopo, in Piazza Verdi, con la gente che rimane nonostante la pioggia.

Giovedì: si continua. Apertura del foyer alle 19 con musica da camera e poi ancora la Carmen, per un’altra serata aperta a tutta la cittadinanza. I lavoratori del Teatro, per il terzo giorno di fila, decidono di prendere parola per raccontarsi alla cittadinanza invitando sul palco altre figure, ricercatori, studenti del Conservatorio, realtà diverse da loro, ma accomunate dalla stessa voglia di vedere riconosciuta la loro centralità in una città come Bologna, che di cultura ha sempre vissuto.

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