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Sugli atti delle stragi lo Stato ha fatto finta

La Prefettura di Bologna non ha consegnato nulla, e con essa moltissime altre amministrazioni: la direttiva Renzi sulla declassificazione è un flop.

18 Gennaio 2018 - 12:49

Non funziona. Le carte più importanti, quelle che potrebbero far luce sui mandanti e i responsabili dei fatti più sanguinosi avvenuti tra il 1969 e il 1984, rimangono ben nascose nei recessi dei palazzi. La direttiva Renzi dell’aprile 2014 impone a tutte le amministrazioni di versare i documenti all’Archivio Centrale dello Stato ma è di fatto disattesa. C’è chi, come il ministero dei Trasporti, dice che sono “spariti”, chi ne manda di noti, inutili, chi manda “metri di rassegna stampa”, chi deve inviare i documenti e non lo fa, e tra questi la Prefettura di Bologna: “Non ha consegnato nulla”.

Lo hanno denunciato, ieri insieme in conferenza stampa a Montecitorio, le associazioni dei parenti delle vittime. “Non basta fare una direttiva se poi non la segui fino in fondo”, è la posizione di quella dei familiari delle vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980.

“Per i ministeri Ustica non è avvenuta – dicono i parenti delle vittime dell’abbattimento del Dc9 Itavia del 27 giugno 1980 – nei loro archivi non c’è nulla di coevo”. Dalle carte della Marina militare dal 1980 al 1986 manca infatti qualsiasi riferimento a quanto avvenne quella sera sul Mediterraneo, così come per le altre stragi non sono arrivate le carte di questure e prefetture o quelle del ministero della Giustizia su quel che accadeva nelle carceri. Camera e Senato non hanno consegnato i documenti delle numerose commissioni di inchiesta.