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Studenti in Regione per aprire un tavolo sulla mensa, trovano solo polizia

Gli attivisti dello sportello Mo’ Basta manifestano davanti agli uffici, chiedendo invano di incontrare l’assessore regionale alle Politiche universitarie.

02 Novembre 2016 - 16:43

Cua in Regione @ZicQuesta mattina il Collettivo universitario autonomo era in presidio davanti al palazzo della Regione, chiedendo – senza ottenerlo – un incontro con Patrizio Bianchi, l’assessore regionale con la delega dell’Università. L’obiettivo quello di sollecitarne un intervento sugli avvenimenti della scorsa settimana alla mensa di Piazza Puntoni, quando l’antisommossa caricò ripetutamente gli studenti per impedire una protesta in mensa. I manifestanti hanno però trovato al loro arrivo un cordone di polizia, che ha impedito loro l’accesso agli uffici di viale Aldo Moro.

In un comunicato rilasciato nel pomeriggio a firma “Sportello per il diritto allo Studio Mo’ Basta” gli studenti dicono: “Oggi siamo stati in Regione per pretendere che l’Assessore Bianchi si esponesse, ed ancora una volta abbiamo trovato le porte sbarrate assieme ad un paradossale dispiegamento di polizia volto esclusivamente ad impedire che gli studenti potessero liberamente esprimersi. Alla faccia del dialogo!”.

Nel mirino degli studenti c’è infatti anche la regione Emilia Romagna, anch’essa schierata sul fronte di chi non vuole saperne di agevolare la vita degli studenti della città e di garantire loro il rispetto di diritti fondamentali: “Troviamo ulteriormente intollerabile che, a fronte pure dei fatti di settimana scorsa, la Regione sbatta le porte in faccia a chi è da anni in lotta contro la rimozione di garanzie inalienabili e diritti fondamentali. Ergo, Università, Elior e dunque anche la Regione Emilia-Romagna si confermano un unico fronte, schierato contro gli studenti e le studentesse dell’università, contro i bisogni ed i problemi del 20% della popolazione bolognese.”

Cua in Regione @ZicGli attivisti reclamano dunque l’apertura di un tavolo di contrattazione per abbassare i prezzi della mensa, e danno appuntamento per domani, davanti alla sede di Piazza Puntoni, per un cacerolazo – cioè una manifestazione dove i dimostranti si armano di pentole, coperchi e mestoli – che inviti rumorosamente a un radicale miglioramento dell’accesso in mensa: “Vogliamo che si apra subito la contrattazione sociale per l’adeguamento dei prezzi della mensa di Piazza Puntoni agli standard nazionali. Vogliamo che la zona universitaria venga immediatamente de-militarizzata e a giuste richieste conseguano necessarie soluzioni! Domani, a maggior ragione dopo la serrata di oggi, ci troveremo di nuovo al 36 di Via Zamboni per tornare a pretendere un pasto dignitoso ad un prezzo dignitoso. Alle 12:30 CACEROLAZO! Invitiamo tutti e tutte a portare il proprio utensile da cucina, coperchi, pentole e mestoli per una nuova giornata di lotta contro la mensa più cara d’Italia!”