Acabnews Bologna

Studenti-ateneo, fumata nera sui tornelli al 36

Ancora tensione sui filtri all’accesso alla Biblioteca di discipline umanistiche. Cua: vertici Alma Mater “arroccati sulle loro stantie posizioni”. In venti denunciati per l’apertura dei tornelli negli scorsi giorni.

07 Febbraio 2017 - 12:45

Ieri “si è tenuto l’incontro con la prorettrice Trombini ed il prof. Pescatore, responsabile delle biblioteche d’Ateneo sulla questione dei tornelli. Incontro voluto da loro, che in quanto studenti e studentesse del 36 ci siamo assunti vista la possibile apertura conquistata grazie alla determinazione messa in campo da tutti. Le settimane di agitazione e sabotaggio dei tornelli, le quasi 600 firme raccolte in soli due giorni, sono la prova evidente che c’è un ostilità ed un’insofferenza diffusa verso tornelli. Di fronte a tutto questo i dirigenti là presenti non solo non si sono espressi in merito al portato politico delle nostre richieste, ma sono rimasti arroccati sulle loro stantie posizioni in difesa dei tornelli.” Così un attivista del Cua aveva spiegato sul profilo facebook del collettivo a proposito dell’incontro avuto  con i responsabili dell’Università, dove hanno ribadito la necessità di abolire i tornelli posti all’ingresso della biblioteca del “trentasei” di via Zamboni.

L’ateneo alcuni giorni fa per bocca del rettore Ubertini aveva sostenuto che l’attivazione dei tornelli non sarebbe stata oggetto di trattativa con gli studenti nell’incontro di oggi, poiché permetterebbe “di aumentare i servizi che offriamo nelle biblioteche”, così come non ci sarebbe stata nessuna marcia indietro rispetto all’apertura serale fino a mezzanotte. Se tuttavia per l’Università il sistema di riconoscimento all’ingresso potrebbe portare dei non meglio identificati vantaggi e “un rilancio delle funzioni di una biblioteca, tra cui l’acquisto di nuovi libri, più fondi, etc.”, si chiedono gli studenti, “la domanda da porci è semplice e forse scontata, ma: quanti libri si sarebbero potuti comprare con i soldi dei tornelli?”

È di ieri inoltre la notizia che venti studenti sarebbero stati denunciati dalla digos per le aperture dei tornelli delle scorse settimane. In un’assemblea molto partecipata, tenutasi nel pomeriggio di ieri nell’aula adiacente alla biblioteca, gli studenti hanno deciso di dare una risposta corale, definendo le denunce “il sintomo di una risposta solo repressiva quando manca la risposta politica istituzionale”, inoltre la volontà comune è stata quella di “non accettare che queste passino come routine, legittimate anche dalla complicità dell’Università.” È emersa inoltre la volontà di “creare una relazione con alcuni lavoratori della biblioteca, perchè potrebbero essere solidali con la nostra lotta.” Gli studenti si sono quindi posto il problema di quando verranno definitivamente rimossi i tornelli.

In un comunicato diffuso prima dell’assemblea, gli studenti del Cua registravano positivamente il cambio di approccio da parte dell’Università, che non sostiene più vi sia una questione di sicurezza legata agli accessi, ma solo la buona attività della biblioteca – posizione quest’ultims ribadita da tutta l’assemblea riunita al trentasei : ” Non è più un problema di sicurezza quello per cui i tornelli sono stati installati, e non ci dispiace affatto questo primo seppur piccolo passo indietro, ma il problema è la funzionalità della biblioteca.” e tuttavia “giustificare la presenza di quel dispositivo accostandolo ai problemi di finanziamento per l’acquisto dei libri, oltre a vedere come problematico il fattore aggregativo e sociale che rende il 36 unico, deve farci rendere conto dell’incapacità da parte dalla governance universitaria di cogliere i bisogni ed i problemi reali che vengono sollevati dagli studenti! Quanti libri sono costati questi tornelli? Quante migliorie della biblioteca si potevano immaginare con tutti quei soldi? Come si può concepire uno spazio pubblico slegato dalle dinamiche sociali? Non tenere in considerazione i bisogni che i soggetti che attraversano quel determinato spazio esprimono con comportamenti, affettività ed impegno per renderlo migliore?”