Acabnews Bologna

“Strane visite all’IsArt”

Il collettivo della scuola dopo l’episodio dei due studenti che la Polizia ha portato via dalla classe: “Quelli che si verificano da un po’ di tempo non sono ordinari controlli. Chi li chiama? Perchè queste intimidazioni?”.

15 Febbraio 2014 - 17:36

E’ necessario esprimersi e dare una lettura a quanto accaduto negli ultimi giorni all’Isart, qualcosa di diverso da un “ordinario controllo”. Sappiamo all’Isart, come in tutte le scuole, che la polizia fa dei controlli di routine nelle scuole di tanto in tanto. Li hanno sempre fatti e, per quanto indesiderati e molesti fossero, anche gli studenti e le studentesse avevano accettato la cosa ed imparato a tutelarsi. Da una settimana a questa parte però si sono verificate delle anomalie che è importante sottolineare ed alle quali bisogna, in qualche modo, reagire.

Giovedì scorso infatti abbiamo avuto una prima strana visita: tre poliziotti in borghese, perfettamente riconoscibili e perfettamente esposti, proprio in mezzo al cortile fuori da scuola, luogo di ritrovo degli studenti dopo 7 lunghe ore di lezione, se ne sono stati lì, proprio in mezzo agli studenti, senza intervenire in alcun modo ma mostrando chiaramente la loro presenza.
Lunedì mattina poi è accaduto qualcosa di ancor più anomalo ed inaspettato: oltre a fermare ed identificare i ragazzi rimasti fuori la prima ora, che aspettavano il suono della seconda campana davanti a scuola, la polizia è entrata dentro l’Isart con estrema arroganza.
Da almeno 5 anni nessun poliziotto è entrato nella nostra scuola per prelevare degli studenti e portarli in questura, e questa violazione di per sè costituisce già un brutto colpo, ma ciò che fa veramente rabbia è l’atteggiamento di quei poliziotti, arrogante ed intimidatorio. In sede sono passati di aula in aula, senza nemmeno bussare e cercando tra gli studenti di ogni aula la loro “preda” con sguardo indagatorio (questo significa intimidire anche tutti gli altri studenti). In succursale è stato forse ancora peggio in quanto al suono dell’intervallo la vicepreside ha bloccato gli studenti nell’atrio e la polizia ha cercato un’altro ragazzo, portato via davanti agli occhi di tutti e anche dei professori.

Martedì pomeriggio ancora provocazioni della polizia, quattro in borghese che osservano gli studenti dall’altra parte della strada, non in divisa ma palesemente riconoscibili. Un ragazzo esasperato ad un certo punto gli urla contro e questi si affrettano a richiedere i documenti e fare una paternale molto severa usando parole come “guarda come sei vestito” ecc.

Non sono dunque ordinari controlli… perchè allora questa pressione sull’Isart? Chi li chiama? Perchè queste intimidazioni?
La preside, se non diretto mandante di questa repressione, è quantomeno complice della loro arroganza. Da quando è iniziato il suo “mandato” nella nostra scuola si è data da fare in tutti i modi per normalizzarla, o meglio omologarla.
Così la retorica del “degrado” si fa strada, la retorica del “prestigio” e del “merito” si insidiano e diventano presto armi di repressione e appiattimento culturale.

Qual è il margine tra arte e vandalismo? Qual è il margine tra fumarsi una canna e farsi di eroina? Qual è il margine tra “servire e proteggere” gli studenti e reprimerli e perseguitarli?
Quesiti che se chiesti alla nostra preside e alle sue vice, oppure al signor Stingone che capeggia la questura di Bologna, avrebbero la stessa risposta.

Secondo noi queste intimidazioni sono andate a buon gioco della Casali e del suo sogno irrealizzato di sgomberare il giardino esterno alla scuola (ammesso e non concesso che non li abbia chiamati lei).
Quello è infatti il punto di ritrovo, socialità ed aggregazione degli studenti e delle studentesse dell’IsArt: è da lì che partono i nostri cortei, è lì che passiamo il tempo insieme prima e dopo le snervanti ore di studio, è li che spesso si tengono anche i nostri collettivi, è lì che alcuni si fumano anche qualche canna, ma la cosa non ha mai turbato gli studenti e le studentesse.

Ai margini della scuola, come ai margini dell’università, si creano quei luoghi di incontro che sono la linfa vitale per l’unione e la solidarietà tra studenti, e piazza Verdi ce lo insegna: anch’ essa tesa tra “degrado” (quello vero, come all’Isart non si è mai visto) e invece creatività, arte, socialità, lotta. La risposta degli studenti universitari, quando la polizia ha iniziato la sua opera di “bonificazione” della zona, è stata determinata al punto da cacciare via un plotone in tenuta anti-sommossa. Come Merola, Naldi e Stingone si sono coalizzati per provare a rastrellare Piazza Verdi, una preside-sceriffo ed i suoi prof-sgherri si sono coalizzati con la polizia per appiattire l’IsArt e privarlo dei suoi luoghi di socialità, oltre che di ogni tendenza creativa, espressiva e spontanea.

L’ossessione per il muro bianco, per le norme e per le regole, per il controllo capillare anche sulla vita privata degli studenti, le durissime pene per i ragazzi beccati in gita a fumarsi uno spinello (8 giorni di sospensione)… L’intento della Casali è evidente e, anche se non lo ammetterà mai, un filo conduttore tra il suo atteggiamento repressivo e quello della polizia c’è.

Noi non staremo a guardare, prenderemo esempio quanto possibile dai ragazzi di Piazza Verdi che, dopo averla liberata, l’hanno riempita di iniziative culturali e simili.
Inizieremo subito a valorizzare e difendere i nostri luoghi di ritrovo, resteremo nel cortile senza farci intimidire e appena ci sarà bel tempo sarà il luogo di moltissime iniziative. A partire da subito cominceremo a valorizzare la nostra nuova “Aula Studenti” (l’attuale aula video) che sarà aperta ogni pomeriggio (continuerà ad essere aula video nelle mattinate).
Martedì prossimo saremo di nuovo in collettivo e Mercoledì 19 sarà la prima giornata per un’IsArt più colorato e meno controllato, intanto ci organizziamo per una grande festa davanti all’IsArt, per dimostrare con dignità che le loro intimidazioni non ci fanno paura, che la cultura, la creatività e l’unione trionferanno sempre sulla repressione e l’omologazione.

Per concludere tutta la nostra solidarietà va a Chiara e Saverio, capri-espiatori di questa situazione, presi dalla polizia nella mattinata di lunedì.

Collettivo IsArt