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Strage, Procura pronta a nuovo fascicolo su Ciavardini

Il neofascista condannato come esecutore, chiamato a deporre al processo Cavallini, arriva in aula insultando le vittime, poi rifiuta di rispondere alle domande: la Corte d’Assise trasmetterà gli atti ai pm per testimonianza reticente.

10 Maggio 2018 - 11:50

Luigi Ciavardini, riconosciuto da sentenza definitiva colpevole dell’attentanto del 2 agosto 1980, si è presentato come testimone al processo contro Gilberto Cavallini, suo ex camerata nell’organizzazione eversiva Nar, nuclei armati rivoluzionari. E’ arrivato insultando: ancora prima di entrare nell’aula, si è rivolto infatti alla vice-presidente dell’associazione dei familiari Anna Pizzirani, permettendosi di definirsi “l’86esima vittima della strage, e forse siamo 89, se contiamo gli altri condannati, anche loro innocenti”.

In aula, poi, Ciavardini si è rifiutato di rispondere a diverse domande dei pm, tacendo i nomi di chi gli procurò un documento falso a Roma, di chi lo ospitò nel trevigiano nei giorni attorno al 2 agosto 1980 e di chi gli fornì un motorino per gli spostamenti in Veneto. Ai giudice della Corte d’Assise ha spiegato di non voler coinvolgere nella vicenda persone che non l’avrebbero aiutato per motivi politici e che “nel frattempo hanno fatto la loro vita e forse ora sono anche morte”. A quel punto la tensione nell’aula si è alzata, fino alla sospensione del dibattimento.

Al termine della prossima udienza, quando l’ex Nar concluderà la testimonianza con le domande di difesa e parti civili, i giudici trasmetteranno il verbale ai pm: a quel punto, sarà pressoché certa l’iscrizione a registro per testimonianza reticente continuata. Nelle successive udienze, saranno invece interrogati gli altri due condannati, Francesca Mambro e Giuseppe Valerio Fioravanti.