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Strage, familiari al governo: “Impegni mancati, meglio che il 2 agosto non si presenti”

Niente sblocco degli indennizzi e sulla digitalizzazione degli atti “in tre anni non è stato fatto nulla”: l’associazione pronta allo strappo con l’esecutivo.

07 Marzo 2017 - 12:18

“Non ne possiamo più di essere presi in giro da un governo che non fa ciò che dice, che non fa il suo dovere. E se le cose continueranno ad andare come è avvenuto fino ad oggi è meglio che il Governo non si presenti a Bologna alla prossima commemorazione“. Lo ha detto ieri Paolo Bolognesi, portavoce dell’associazione dei familiari delle vittime della bomba che il 2 agosto 1980 alla Stazione causò 85 morti e oltre 200 feriti. Una strage per cui sono condannati in via definitiva gli ex Nar Francesca Mambro, Giuseppe Valerio Fioravanti e Luigi Ciavardini ed è sotto indagine come presunto quarto uomo, a quanto si è appreso negli ultimi giorni, anche il loro sodale Gilberto Cavallini.

L’associazione è ai ferri corti con l’esecutivo dall’approvazione dell’ultima legge di bilancio, da cui ci si aspettava che potesse “chiudere una volta per tutte l’applicazione della legge 206 del 2004” sugli indennizzi e i benefici alle vittime di strage. Durante la scorsa commemorazione Claudio De Vincenti, allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio e oggi ministro per la Coesione territoriale, aveva assicurato che la ex finanziaria avrebbe dovuto far cadere gli ultimi ostacoli. Le misure andavano dallo sblocco di situazioni previdenziali e altre partite delicate per le vittime, fino a interventi sul funzionamento delle commissioni militari chiamate ad accertare l’aggravamento del danno morale o biologico. Invece, nel testo licenziato dal parlamento, non c’è nulla di tutto questo.

Così come non c’è traccia della promessa digitalizzazione degli atti dei processi: “Sono passati tre anni e non e’ stato digitalizzato un solo foglio di carta. Addirittura siamo arrivati all’assurdo per cui, in una recente riunione, è stato chiesto a me di attivare le associazioni dei parenti per trovare i fondi necessari. E’ incredibile: le indagini giudiziarie vanno avanti, ma la digitalizzazione non si muove se non per intervento dei parenti delle vittime”.