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Strage del 2 agosto, ”il Governo ci prende in giro”

L’associazione dei familiari delle vittime si dice pronta a “prendere a pesci in faccia” il rappresentante delle istituzioni che si dovesse presentare nel giorno del 35esimo anniversario senza risposte concrete alle questioni sollevate da anni.

24 Giugno 2015 - 10:14

“Sono arrabbiato perché non va avanti niente”, dice Paolo Boognesi, presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage alla stazione del 1980, e quindi se il prossimo 2 agosto il Governo venisse “per dirci le stesse, solite cose… Beh, verranno presi a pesci in faccia in Comune e in piazza Medaglie d’oro. Le promesse fatte il 2 agosto del 2013 e del 2014 sono state in grandissima parte non mantenute, ci hanno preso in giro”.

Insomma, quest’anno potrebbero non essere solo collettivi, sindacati di base, singoli cittadini esasperati a fischiare il rappresentante delle istituzioni inviato alla commemorazione della strage che nel 1980 fece 85 morti e 200 feriti in stazione.

Sono molte le questioni irrisolte che Bolognesi (che, per la cronaca, è anche deputato eletto con il Pd) elenca. Innanzitutto il flop della desecretazione degli atti, già evidenziato alcuni giorni fa dai familiari delle vittime di Ustica: “L’applicazione della direttiva Renzi e’ assurda. Chi ‘versa’ i documenti li rende disponibili in carta, per digitalizzarli si diventa matti”, denuncia Bolognesi. Ma soprattutto, il ministero degli Esteri “dice che non ha niente da versare perché non ha carte con su scritto ‘strage di Bologna’ o di Brescia… E tutti i rapporti tra neofascisti e colonnelli greci o la Spagna? Gelli e l’Argentina? Per loro non c’e’ niente”. Il Viminale invece “preseleziona le carte da dare: chi ha coperto i segreti e deve scoperchiare sceglie le cose da rivelare… Questi fanno opposizione e bloccano tutto”.

C’è poi il reato di depistaggio, approvato a settembre alla Camera ma impantanato in Senato. Infine la partita dei vitalizi, da quelli per i figli degli invalidi, promessi nel 2013 da Graziano Delrio (allora titolare del dicastero degli affari regionali) e a oggi finanziati solo in minima parte, al contenzioso con l’Inps che non eroga le somme dovute alle vittime allora minorenni, fatto portato l’anno scorso all’attenzione del ministro del Lavoro Giuliano Poletti. Un anno dopo non è cambiato nulla.