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Social Log: “Basta scudi e manganelli, si parli di soluzioni concrete” [audio]

Il collettivo: non è mai stato possibile incontrare proprietà. Solidarietà da Asia, Comitato v.Gandusio e Pugno chiuso. Stamane picchetti alla Barca e in via Nazario Sauro. Martedì scorso a Imola blitz dello Sportello antisfratto in Comune.

07 Aprile 2016 - 15:32

Condominio Galliera - © Michele LapiniConferenza stampa questa mattina davanti all’occupazione di Mura di Porta Galliera, dopo il tentativo di sgombero dell’occupazione di Social Log da parte di un ingente numero di agenti della digos. Verso le 9.30, raccontano gli attivisti, quattro auto della digos e una quindicina di agenti in borghese si sono presentati davanti al cancello dello stabile occupato, picchiando sulla porta e intimando agli abitanti di uscire, dichiarando l’immobile sotto sequestro. Con il chiaro intento di occupare fisicamente lo stabile, per mettere gli occupanti nella condizione di avere la questura già all’interno dell’occupazione abitativa, gli agenti non sono tuttavia riusciti ad entrare. A quel punto si sono visti costretti ad andarsene. “La resistenza di stamattina è stata chiara – dicono abitanti e attivisti di Social Log-  la politica degli sgomberi, scudi e dei manganelli deve essere messa da parte, si parli di soluzioni concrete per queste famiglie”.

L’occupazione di Mura di Porta Galliera, che oggi ospita 24 nuclei familiari, tra i quali 27 minori e 2 portatori di disabilità, ebbe inizio nel giugno 2014: “Con la proprietà non è mai stato possibile avere alcun incontro. Ci chiediamo quali possano essere le loro esigenze.” Pare che sia stata proprio la proprietà  a creare un comitato di quartiere contro l’occupazione, ma per gli occupanti la situazione è ben diversa: “Con i residenti i rapporti sono molto buoni: siamo in contatto con l’esperienza della social street, e inoltre qui si tiene il corso di cucina meticcia, che è molto frequentato e apprezzato.”

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Il prossimo appuntamento pubblico è fissato per sabato 16 aprile, con la giornata in Piazza dell’Unità inizialmente prevista per dopodomani ma rinviata per pioggia, per ribadire le ragioni della lotta per la casa e per la tutela delle persone più esposte all’emergenza abitativa. Gli attivisti di Social Log ricordano inoltre che sul piano delle risposte politiche da parte delle istituzioni la situazione andrà ad aggravarsi ulteriormente: “La decisione a livello regionale di dare accesso alle case popolari con un reddito inferiore ai 17.000 euro significa creare condizioni di ancora maggiore emergenza abitativa”. Stamattina erano intanto impegnati anche in due presidi antisfratto, uno in via Nazario Sauro e uno in via Pelotti alla Barca.

Il secondo era stato promosso dall’associazione sindacale Pugno chiuso e il Comitato Inquilini di via Gandusio. Così su Facebook: “Stamattina sfratto rinviato anche alla Barca! Grazie alla presenza di inquilini del quartiere e solidali un’altra famiglia rimarrà nella casa popolare per altri due mesi ancora. Ringraziamo i compagni di Social Log Bologna per il supporto ed esprimiamo loro la nostra solidarietà per l’ennesimo infame assalto che hanno subito stamattina in via Mura di Porta Galliera. Il numero degli sfratti in costante crescita, anche dalle case popolari, pone la necessità vitale di organizzarsi e resistere insieme a tutti gli inquilini proletari, per porre un freno definitivo agli abusi di padroni pubblici e privati che nulla hanno più da offrire nella loro crisi se non miseria, sfruttamento, precarietà totale”.

Intanto anche Asia-Usb si schiera al fianco degli occupanti del Condominio sociale: “Solidarietà ai compagni di Social Log che hanno respinto l’ennesima azione repressiva nei confronti di chi pratica la lotta per la casa. Sempre resistenza contro l’apparato di polizia che vuole dividere intimidendo non solo le diverse realtà di movimento ma anche tutto un blocco sociale popolare che reclama diritti e dignità”.

Martedì scorso, invece, blitz dello Sportello antisfratto al consiglio comunale di Imola: “Una vera scelta coraggiosa sarebbe quella di tornare ad investire sulle case popolari – scrivono gli attivisti – ampliandone il numero a fronte di un’emergenza abitativa sempre più pressante. Invece ci troviamo di fronte a ripetute svendite del patrimonio immobiliare del Comune gestito da Acer, una continua riduzione del numero di alloggi popolari che ha portato il loro numero a scendere dai 1.015 dichiarati nel 2008 ai 915 dell’anno scorso, con un calo pari al 10% del totale! Ed è paradossale che, nonostante il perdurare della crisi per molte imprese del territorio, i recenti fallimenti tra cui spicca quello della CESI e la presenza di oltre 8.000 disoccupati nell’imolese, l’Amministrazione Comunale invece che intervenire con misure atte ad evitare che la perdita del lavoro comporti anche la perdita della casa, ha stabilito l’ulteriore cessione di alloggi ERP per 200 mila euro quest’anno e per altri 200 mila euro nel 2017. Non sarebbe forse il caso di ripensare certe scelte?”

Una successiva notasegnala che “dopo l’azione comunicativa in consiglio comunale abbiamo rifiutato di essere ricevuti dall’assessore alla casa Visani. Abbiamo esposto in consiglio comunale lo striscione rivendicando che le case popolari non si vendono ma si assegnano, ben conoscendo invece le politiche di svendita decise dall’Amministrazione Comunale e dall’assessore Visani, che negli ultimi mesi non ha fatto altro che riconfermarle senza mai degnarsi di riflettere sulle nostre richieste e proposte. Per questo ieri aveva poco senso incontrare Visani, non vi sarebbe stato nessun margine di discussione! A ciò si aggiunge l’incompetenza più volte mostrata dall’assessore sul tema, che solo ad ottobre annunciava trionfalmente ai giornali di aver ridotto lo sfitto nelle case popolari sotto al 5%, mentre qualche giorno fa sono usciti finalmente i dati reali, con 95 alloggi ERP sfitti: più del 10%! Bocciato non solo per le politiche abitative ma anche per non saper far di conto. È scandaloso che, mentre i dati regionali parlano di un aumento annuo degli sfratti del 7,5% negli ultimi 10 anni (più che raddoppiati rispetto al 2005!), a Imola si continuino a vendere case popolari, come previsto nel bilancio in votazione domani per 400.000 €, senza proporre nessuna reale soluzione al problema abitativo”.