Attualità

Siria / Washington ora pensa all’intervento militare

Lo hanno detto a Barbara Starr, corrispondente Cnn al Pentagono, due alti funzionari dell’Amministrazione Obama. L’opposizione siriana oggi riferisce di 47 morti ad Homs, il governo dei funerali di 30 agenti e soldati uccisi dai disertori

08 Febbraio 2012 - 13:52

Roma, 08 febbraio 2012, Nena News – Gli Stati Uniti avevano parlato di invio di aiuti umanitari alla popolazione siriana e invece fanno sapere di «aver preso in esame» l’ipotesi di un intervento militare contro la Siria escluso sino ad oggi. Lo hanno detto a Barbara Starr, corrispondente della Cnn al Pentagono, due alti funzionari dell’Amministrazione Obama, confermando l’irritazione della Casa Bianca nei confronti del veto opposto dalla Cina e dalla Russia la scorsa settimana alla risoluzione dell’Onu contro Damasco. I due funzionari hanno precisato che l’America è comunque concentrata ad ampliare la pressione diplomatica ed economica pur di isolare la Siria e che al momento si tratta solo di piani operativi, che hanno solo l’obiettivo di essere pronti nel caso in cui la Casa Bianca dovesse chiedere di passare all’azione. «Il Pentagono – ha detto uno dei due funzionari – sta monitorando lo sviluppo della situazione in Siria. Ma nessuna decisione è stata presa riguardo un intervento militare».

Washington in ogni caso non tiene in alcun conto l’esito dell’incontro, ieri a Damasco, tra il ministro degli esteri russo Lavrov e Bashar Assad, al termine del quale il presidente siriano ha affermato che coopererà con qualunque sforzo per risolvere la crisi. Lavrov, accolto a Damasco da decine di migliaia di siriani, ha affermato che è stato recepito «il segnale» mandato da Mosca di «andare avanti in modo più attivo su tutte le linee». Il presidente siriano, ha aggiunto il ministro degli esteri russo, si è impegnato ad aprire un dialogo con tutte le forze politiche in campo e a scrivere in tempi brevi una nuova costituzione da approvare con un referendum popolare, oltre ad accettare un’estensione e un ampliamento della missione della delegazione di osservatori della Lega Araba. Assicurazioni che non scuotono le monarchie del Golfo, storiche avversarie di Damasco che ieri hanno espulso i rappresentanti diplomatici siriani mentre Italia, Francia, Spagna, Olanda e Tunisia hanno richiamato i loro ambasciatori per consultazioni.

Sul terreno oggi ci sarebbero già 47 morti in alcuni quartieri di Homs presi di mira, secondo attivisti dell’opposizione, dall’artiglieria dell’esercito. La televisione di stato da parte sua ha riferito dei funerali di 30 militari e agenti delle forze di sicurezza uccisi dai disertori. Non è stato possibile verificare, attraverso fonti indipendenti, l’attendibilità delle informazioni riferite da governo e opposizione. Nena News