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Siria / Ultimatum ONU per il cessate il fuoco, ma intanto aumentano le violenze

Martedi’ scattano le 48 ore che dovranno portare alla cessazione delle ostilita’. In queste ore il bagno di sangue prosegue con attacchi governativi a centri ribelli e azioni armate dei disertori

08 Aprile 2012 - 16:39

Di Geradina Colotti da Nena News

Roma, 08 aprile 2012, Nena News – Dalla Siria, il bollettino di guerra del Consiglio rivoluzionario siriano – una piattaforma di oppositori al regime di Bashar al Assad – registra «l’intensificarsi della repressione» a due giorni dall’ultimatum Onu sul ritiro delle forze militari. Solo nella giornata di ieri, secondo il Consiglio le vittime sono state oltre 133. L’Osservatorio siriano dei diritti umani – una Ong con sede a Londra – ha precisato che la maggior parte dei bombardamenti si è concentrata nella regione di Hama (nella parte centrale del paese), dove hanno perso la vita «52 civili». L’Osservatorio ha anche comunicato che i ribelli siriani hanno attaccato la base aerea di Minakh, nei pressi di Aleppo, la terza città siriana per grandezza. Un altro gruppo ha invece assaltato la sede della polizia militare di Aleppo.

Il flusso di rifugiati Ieri, la Turchia ha chiesto aiuto all’Onu per far fronte «all’afflusso di rifugiati e feriti» che si riversa nel paese. Secondo i dati di Ankara, in un anno di violenze sono fuggiti in Turchia 24.324 siriani. Il segretario generale delle Nazioni unite Ban Ki-moon ha condannato i bombardamenti del regime: la promessa di un cessate il fuoco entro il 10 aprile da parte di al-Assad, «non può essere un pretesto per continuare a uccidere», ha dichiarato Ban. Da giovedì scorso, è arrivato in Siria un gruppo di osservatori internazionali guidati dal generale norvegese Robert Mood, esperto di Medioriente. Controlla che, a partire dal 10 aprile, le autorità siriane abbiano ritirato le truppe da tutti i centri urbani e che si dia inizio a 48 ore senza violenze da entrambe le parti.

La mediazione di Kofi Annan, emissario delle Nazioni unite e della Lega araba, ha proposto infatti un piano in sei punti per arrivare a un definitivo cessate il fuoco per il 12 aprile. Subito dopo, verrebbe inviata una missione di osservatori disarmati, composta da 250 persone per verificare l’avvenuta conclusione dei combattimenti. L’11 aprile, Kofi Annan si recherà a Tehran per convincere anche l’Iran su quel piano di mediazione. La Russia, che non accetta l’ultimatum del 10 aprile rivolto dall’Onu al regime siriano, sostiene che le truppe di al-Assad hanno già cominciato a ritirarsi. Il 10, andrà a Mosca il ministro degli esteri siriano, Walid Mouallem. Seguiranno i rappresentanti dei due gruppi dell’opposizione siriana. Nena News