Acabnews Bologna

“Siamo persone, non ecoballe da smaltire” [video]

Migranti manifestano in piazza dell’Unità e denunciano i ritardi buracratici e le male pratiche di qeusture e prefetture emilianoromagnole.

13 Giugno 2015 - 17:52

Una palude burocratica. Chi intende rinnovare il permesso di soggiorno in Emilia-Romagna, deve vedersela con ritardi insostenibili per chi è già colpito dalla crisi. “Non è possibile che debba aspettare sei mesi per un permesso di soggiorno quando il contratto mi scade fra tre” urlano dal megafono in piazza dell’Unità, dove un centinaio di persone si è radunato nel pomeriggio di oggi, al riparo dal sole caligginoso. E ancora: “Siamo persone, non ecoballe da smaltire”.

Reddito troppo basso, contributi che il datore di lavoro non ha versato, contratti di breve durata, con queste motivazioni questure e prefetture, secondo gli attivisti del Coordinamento Migranti, allungano i tempi delle pratiche. Da Spliamberto a Rimini molti dei quasi seicentomila migranti che vivono in regione (350mila i lavoratori dipendenti) sperimentano quindi problemi continui nel rilascio delle carte che servono per restare in Italia alla luce del sole.

> Intervista di ZicTv a un attivista del Coordinamento Migranti
(l’articolo prosegue sotto)

 

“La piazza – scrive il Coordinamento Migranti in un comunicato – ha denunciato con forza le male pratiche e l’applicazione arbitraria delle normative da parte di Questure, Prefetture e Uffici Immigrazione cittadine, e le scelte politiche di questi uffici, che usano la burocrazia per ritirare le carte di soggiorno se cala il reddito, bloccano i rinnovi dei permessi se i datori di lavoro non pagano i contributi e rilasciano permessi di attesa occupazione in presenza di contratti di lavoro precari. Di fronte ai fatti di queste settimane, alle stragi nel Mediterraneo e al volgare scaricabarile tra istituzioni e governi europei, ciò che serve è una vera accoglienza e la libertà di movimento contro i ricatti e le speculazioni. Per questo la manifestazione di oggi – gemellata con un analogo corteo a Francoforte, in Germania all’interno di una campagna nazionale ed Europea che sta muovendo i primi passi –  ha rivendicato un permesso di soggiorno europeo minimo valido almeno due anni, senza condizioni”.