Acabnews Bologna

Si sciopero nei nidi, si sciopera in ospedale…

L’Sgb fa il punto sulla vertenza delle educatrici comunali, sulla situazione della Fiera e quella dei lavoratodi della Domino, intervenendo anche sulla fuga di due bimbi da una materna. Protesta dei Cobas all’Istituto Rizzoli.

13 Luglio 2017 - 18:57

Giorni intensi sul fronte del lavoro a Bologna, tra scioperi e vertenze in atto nell’ambito di diversi settori. L’Sgb, per cominciare, ricorda che domani scioperano le educatrici e le collaboratrici degli asili nido del Comune dopo la protesta già messa in atto il 3 luglio dalle insegnanti, dai collaboratori delle scuole materne e dalle operatrici delle cooperative sociali. Lo sciopero di domani, tra le diverse motivazioni esposte, sarà “contro le politiche di tagli e privatizzazioni volute dalla giunta Merola e per rivendicare un servizio pubblico di qualità e migliori condizioni di lavoro. Le lavoratrici chiedono il rispetto del contratto nazionale che prevede il lavoro a luglio sia solo su base volontaria mentre in realtà tutte le educatrici dei nidi ‘sono obbligate’ a lavorare dai 10 ai 12 giorni per il progetto luglio 2017.  Oltre al prolungamento del mese di luglio, le educatrici e la collaboratrici/ori denunciano un aumento ormai insostenibile dei carichi di lavoro risultato delle tante riorganizzazioni imposte da questa amministrazione negli ultimi anni”. L’Sgb dà anche appuntamento per un presidio dalle 10 nel cortile di Palazzo d’Accursio.

Sempre l’Sgb, poi, segnala che lo sciopero di domani “sarà anche un modo per esprimere concretamente  la solidarietà alle insegnanti e ai collaboratori della scuola comunale Giaccaglia-Betti, sulle quali il Comune cerca di scaricare colpe non loro bensì di un organizzazione del lavoro sbagliata”. Il riferimento è alla notizia, risalente ad alcuni giorni fa, riguardante due bimbi che si sono allontanati dalla scuola e sono stati poi ritrovati fuori dal perimetro del parco della Montagnola che ospita le Giaccaglia-Betti, per fortuna senza conseguenze. La possibile apertura di procedimenti disciplinari con l’utilizzo del decreto Madia e l’inchiesta penale aperta dalla Procura “rischiano di togliere la tranquillità a chi lavora con diligenza ed impegno quotidiano nelle scuole e nei servizi educativi comunali”, afferma il sindacato: “L’esperienza, purtroppo,  ci insegna che il proverbio ‘cane non mangia cane’ si addice perfettamente alla dirigenza del Comune di Bologna che dubitiamo voglia mettere sotto accusa parte di se, in quanto ciò che non ha funzionato il giorno della ‘fuga dei bambini’ e continua a non funzionare è l’organizzazione generale e quotidiana del lavoro nei campi estivi. Poco personale, strutture inadatte, mancanza di un serio progetto sono tutti elementi che, sommati al muro di arroganza con il quale questa giunta comunale e la sua più ligia dirigenza si rapportano con le lavoratrici e i lavoratori delle scuole e dei nidi comunali, stanno producendo un mix esplosivo che un sindaco e un assessore lungimirante dovrebbero smettere di alimentare prima di produrre danni irreparabili. Ci auguriamo che ciò avvenga, ma se non sarà così, se qualcuno pensa di colpire le insegnanti e i collaboratori del Giaccaglia-Betti,  ci batteremo con ancora più vigore perché il lavoro di chi gestisce quotidianamente servizi così importanti venga valorizzato e non mortificato”.

Ancora l’Sgb, inoltre, pone l’attenzione su altre due situazioni lavorative. Una riguarda la Fiera dopo che “ieri i soliti sindacati complici Cgil, Cisl e Uil hanno sottoscritto un verbale di incontro sulla  paventata modifica allo statuto della Fiera di Bologna che mette fine alla golden share, e cioè al controllo pubblico sulla gestione della fiera stessa. Nel comunicato i sindacati si nascondono dietro il paravento delle norme comunitarie, pronti a fare, come al solito, la parte del ‘servo sciocco’. Ancora una volta, le lavoratrici e i lavoratori della fiera diventano merce di scambio per un gioco politico che vede Comune e Regione preoccuparsi unicamente dei possibili utili generati dalla società, dimenticando la sua funzione di Bene Comune imprescindibile per lo sviluppo della città metropolitana. E non stupisce che a tale incontro non siano stati invitati sindacati scomodi e Consiglio d’Azienda che, da sempre, hanno resa chiara la loro opposizione a qualsiasi modifica in senso privatistico, dello statuto. E’ ormai una pratica quasi quotidiana quella del Comune di scegliersi gli interlocutori per discutere delle vertenze a prescindere dal loro grado di rappresentatività. La partita non è ancora conclusa, lo statuto deve ancora passare al vaglio del Consiglio e dell’Assemblea dei soci e non mancheremo di fare sentire le nostre ragioni su una decisione che  va contro gli interessi dei lavoratori della Fiera e dei cittadini bolognesi”. L’altra vertenza è relativa invece la cooperativa Domino Multiservice che gestisce in appalto la pulizia dei treni del Trasporto regionale dell’Emilia-Romagna. “Un’azienda in cui i bassi salari, lo sfruttamento, la negazione dei diritti più elementari e le continue violazioni contrattuali la fanno da padrone”, scrive l’Sgb, affermando che in questi giorni sembra stia girando fra i cantieri un “investigatore privato” che chiede i documenti d’identità dei lavoratori alimentando a detta del sindacato “un clima di terrore”.

Infine, i Cobas hanno deciso di convocare uno sciopero di tutti i lavoratori del comparto dell’Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna dalle 24 di giovedì 20 luglio alle 24 di venerdì 21 luglio. Questo per denunciare “l’umiliante e illegittimo regolamento sull’orario di servizio imposto dall’amministrazione” che andrebbe sostituito con “l’orario di lavoro settimanale e i turni di servizio giornalieri secondo quanto previsto dalle norme e dai contratti nazionali”. Il sindacato di base denuncia poi la “disorganizzazione delle sale operatorie, che potrebbe comportare un rischio concreto sia per i pazienti sia per gli operatori sanitari” e chiede di “gestire con legittimità e trasparenza i progetti incentivanti e le risorse economiche destinate ai lavoratori”. Un altro punto della vertenza riguarda la richiesta di “rendere visibile e trasparente l’azione amministrativa e rispettare le agibilita’ sindacali”. Infine, i Cobas invocano la revoca delle “posizioni organizzative assegnate senza alcuna selezione dal valore complessivo di centinaia di migliaia di euro e i coordinamenti assegnati al personale tecnico e amministrativo, non previste dal contratto nazionale”.