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Sfratto rinviato, Social Log: “È il centotredicesimo picchetto del 2016”

“Trecento persone, anziani, disabili e minori vivono ad oggi ancora nelle proprie case grazie alla resistenza. È punto di partenza per aumentare il costo sociale della povertà”.

22 Dicembre 2016 - 15:01

Picchetto antisfratto (foto Social Log)Un nuovo presidio antisfratto, stamattina, “ha dato la possibilità ad Abdul e i suoi tre figli di passare questo breve periodo di feste con un tetto sopra la testa e al caldo nella propria casa nel quartiere San Donato”.

Ne dà notizia un comunicato a firma Comitato inquilini resistenti con Social Log, dove si sottolinea che è stato il “113° picchetto antisfratto, l’ultimo in programma quest’anno, un anno intenso quello che la lotta per la casa ha attraversato, fatto di sveglie mattutine, resistenza e contrattazione sociale, che hanno fatto si che decine di famiglie sotto sfratto aabbiano trovato nello sportello di ascolto e autorganizzazione in via Avesella 5/A un punto di riferimento importante ed efficace per risolvere il proprio disagio abitativo in un contesto di iniziativa sociale collettiva e pubblica. Trecento persone, anziani, disabili e minori vivono ad oggi ancora nelle proprie case grazie al percorso di resistenza agli sfratti, senza il quale l’incapacità dell’amministrazione comunale e dell’assessore Gieri a trovare soluzioni alle 2000 famiglie che anche quest’anno si sono ritrovate l’ufficiale giudiziairio e la polizia alle porte per essere sbattuti per strada”.

Prosegue la nota: “Il crescente numero degli sfratti, confermato nei numeri anche nel 2016, sta a ribadire che la questione abitativa ormai si configura come un problema strutturale come confermato anche dai recenti dati Istat che attestano che nel nostro paese 17,5 milioni di persone sono a rischio povertà ed esclusione sociale. Un chiaro peggioramento del quadro politico economico che l’amministrazione locale fa finta di non vedere continuando a sperperare denaro pubblico per grandi opere inutili mentre vecchie e nuove povertà si ritrovano nella situazione comune di non riuscire ad arrivare alla fine del mese. La renzianissima assessora alla casa Gieri non è stata in grado in tutti questi mesi nemmeno a prevedere un piano adatto a sostenere la massa di persone, che da previsioni, anche il prossimo anno continueranno a dover lasciare le proprie case a causa degli sfratti, anzi, l’unica prospettiva prefissata è la chiusura dei 75 appartamenti di transizione al Galaxy. Dalle lotte per il diritto all’abitare, sempre più presenti nelle periferie bolognesi con le resistenze agli sgomberi e agli sfratti e le iniziative volte ad aumentare il costo sociale della povertà inizia a farsi sentire la sfida alla giunta Merola, impegnata recentemente in chiacchiere e retoriche neouliviste, rispetto alla realizzazione di un Piano Casa cittadino all’altezza dei problemi del territorio e all’urgenza di far divenire sociale un bilancio comunale sempre orientato a favore delle imprese e della speculazione. Ma non è con le parole e le promesse come la costruzione di 300 nuovi alloggi popolari che si progettano i Piani casa, ma con il dirottamento di risorse verso il welfare e il recupero dei 14.000 alloggi vuoti presenti sul territorio da destinare alle famiglie. Ancor più forte di fronte a questa totale mancanza dell’amministrazione locale sarà la costanza e la presenza nei territori anche per l’anno prossimo, nella vicinanza alle famiglie sotto sfratto e con la lotta che ormai unisce famiglie con le più svariate biografie e provenienze. Le battaglie di questo 2016, i picchetti, le resistenze e le occupazioni non vogliono essere traguardi ma nuovi punti di partenza nella prospettiva di aumentare il costo sociale della povertà nella nostra città a fronte dell’acuirsi dei processi di impoverimento prodotte dalle politiche di austerità dei Governi che si sono susseguiti negli ultimi anni, per la rivendicazione dei propri diritti della casa, del reddito e della dignità”.