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Sfratto respinto, ma sgomberi ai Prati di Caprara e in via Mattei

Social Log: “Stamattina con la lotta siamo riusciti ad evitere che l’ennesima famiglia fosse sbattuta in strada”. Ieri dieci persone sgomberate da un edificio demaniale e, il giorno prima, altre dieci dall’ex Consorzio agrario.

27 Marzo 2015 - 14:33
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La porta forzata nel tentativo di sfratto – © Michele Lapini

“Questa mattina abbiamo difeso Mohamed e la sua famiglia da uno sfratto”. Lo riferisce un comunicato diffuso su Facebook e firmato dal Comitato Inquilini Resistenti con Social Log. “Lui è in Italia da 15 anni e ora lavora come pizzaiolo a 500 euro al mese, ha tre figli e come altre centinaia di migliaia di lavoratori nel nostro paese non è riuscito più a pagare l’affitto. E’ da tempo in attesa di casa popolare ma con il nuovo calcolo Isee sarà considerato troppo ricco e dovrà attendere chissà quanto ancora! In Italia guadagnare 500 euro al mese con tre figli da mantenere ti fa ricco al punto da non poter accedere a graduatorie Erp e welfare! Ma oggi con la lotta siamo riusciti a resistere allo sfratto e a non permettere che l’ennesima famiglia fosse sbattuta in strada! Domani alle 15 anche Mohamed e la sua famiglia sarà davanti all’ex-Telecom per partecipare alla Marcia della periferia e della Dignità, unisciti anche tu che stai leggendo alla manifestazione di domani e resistiamo insieme a sfratti, sgomberi di case occupate, e agli effetti del nuovo calcolo Isee!”.

Non si fermano, intanto, gli sgomberi degli alloggi di fortuna a cui si affidano le numerose persone che in città si ritrovano a non avere un vero e proprio tetto sulla testa. Negli ultimi due giorni ce ne sono stati due. L’altro ieri, all’interno dei Prati di Caprara: le forze dell’ordine sono intervenute all’interno di un edificio demaniale, trovandovi 10 cittadini rumeni (tra loro anche una ragazza minorenne, portata in Questura e poi affidata ai servizi sociali). Ieri mattina, poi, un altro sgombero è scattato all’ex Consorzio agrario di via Mattei: anche qui erano presenti dieci persone, sette delle quali di origine straniera; cinque nordafricani, risultati non in regola con le norme sul permesso di soggiorno, sono finiti in Questura per essere messi a disposizione dell’Ufficio immigrazione.