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Sette ore di picchetto, poi sfrattata madre con figlia malata

Social Log: in San Donato stamattina è andato in scena “l’ennesimo disgustoso spettacolo di plateale militarizzazione”. In Bolognina, invece, un altro presidio è riuscito ad ottenere un rinvio per una famiglia con figlio disabile.

10 Aprile 2017 - 19:12

“Ad una settimana dall’ultimo rinvio, per la sesta volta oggi eravamo da Layla, operaia metalmeccanica, e sua figlia Malak in via del Lavoro 54. Un picchetto volto a garantire loro continuità abitativa nel tempo necessario per concordare una soluzione abitativa idonea ad una mamma lavoratrice sola, che sarebbe arrivata entro la fine del mese. Tuttavia, confortata dalla latitanza dei servizi sociali – indisponibili a seguire una loro assistita sul posto e nel momento dell’emergenza – e imperturbabile davanti allo stato di malattia della bambina, la proprietà ha deciso di infierire e richiedere l’intervento della forza pubblica”. E’ la vicenda raccontata dal Comitato inquilini resistenti con Social Log. “Nell’assenza di un medico che avrebbe dovuto perlomeno accertare le condizioni della minore e con la garanzia di rilascio immediato dell’immobile una volta soddisfatte le necessità di Layla e Malak, la ragionevolezza avrebbe dovuto prevalere. Così non è stato- continua il comunicato- consegnando al quartiere San Donato e alla città l’ennesimo disgustoso spettacolo di plateale militarizzazione; di camionette e manganellate sugli scudi; di provocazioni e aggressioni in divisa contro chi ha rinunciato alla giornata di lavoro o di studio per difendere i poveri di Bologna. Quelle persone di cui la propaganda targata Pd si riempie tanto la bocca durante i congressi per poi, puntualmente, mostrare loro il proprio volto più feroce, ostile ed antipopolare. Al termine di sette ore di picchetto – alle porte dello stabile, al suo interno e dentro l’appartamento – l’aggravarsi delle condizioni della piccola per la situazione di grave tensione ha portato alla decisione del comitato di sospendere la resistenza per prestarle i necessari soccorsi. Una soluzione solidale permetterà alle due, buttate fuori dalla propria abitazione, di fare a meno dell’ennesima ‘proposta indecente’ di ripiego – a base di soldi a strutture private anziché di interventi di recupero ed ampliamento del patrimonio pubblico”.

Sempre Social Log, poi, racconta che “nella stessa mattinata di oggi in Bolognina abbiamo resistito all’accesso anche con la famiglia di Mbarek, che conta un figlio affetto da grave disabilità. Il lungo rinvio ottenuto consentirà al nucleo di inquilini resistenti il passaggio sereno alla casa Acer a cui avrebbe già diritto – in un paese che avesse a cuore il benessere di chi fatica ad arrivare alla metà del mese e non quello di burocrati e banchieri. L’azione determinata di Social Log continuerà in ogni caso per tutta la settimana ed oltre il periodo pasquale, con numerose iniziative al fianco di chi si vede quotidianamente negare un diritto e persino un aiuto dalle logiche e dalle braccia armate del profitto”.

Sul primo episodio interviene anche Asia-Usb: “Anche oggi si è rivista nella Bologna del Pd l’ennesima prova di forza per sbattere in strada una madre e la sua bambina. L’amministrazione cittadina, invece di trovare una soluzione al sempre più grave problema abitativo, continua a mandare la celere a sfrattare famiglie, continua a distruggere l’edilizia popolare, continua a tenere chiuse le centinaia di abitazioni in suo possesso. La scelta politica è chiara: per loro la casa non è un diritto ma una fonte di lucro, e chi lotta per garantire questo diritto troverà solo violenza e repressione. Complici e solidali con Social Log e a tutte le persone che oggi hanno cercato di impedire lo sfratto”.