Acabnews Bologna

“Senza paura, insieme, abbiamo vinto” [comunicati in aggiornamento]

Raccolta di contributi sulla lunga giornata di ieri, che ha visto gli antifascisti bolognesi mobilitarsi per opporsi al comizio di Forza Nuova in piazza Galvani.

17 Febbraio 2018 - 23:39

Senza paura, insieme, abbiamo vinto

A Bologna l’antifascismo non è una questione di nicchia, non è un anacronismo, e non è nemmeno affare dei papaveri della sinistra di potere. A Bologna l’antifascismo è un ruggito di popolo che non si fa spaventare dalla reiterata violenza delle divise e rende piccoli e stupidi i venti nazisti che hanno voluto fare di piazza Galvani un palcoscenico per il proprio osceno capetto.

Questo ha dimostrato la giornata di oggi (ieri, ndr) venerdì 16 febbraio, iniziata con l’occupazione di piazza Galvani sette ore prima dell’annunciato comizio di Roberto Fiore. Alle 14 la polizia sgombera la piazza a manganellate ma nessuna e nessuno si fa intimorire: corteo fino a piazza Maggiore e presidio fino alle 19.30, che si ingrossa fino a contare migliaia di persone. Poi riparte il corteo e torna in via Farini, ancora una volta luogo di violente cariche, stavolta con idranti e lacrimogeni.

Infine, mentre i nazi ripegavano le bandiere e si allontanavano circondati da centinaia di guardie di stato armate fino ai denti, di nuovo in corteo fino al Sacrario dei partigiani, con  la certezza di aver vinto. Su tutta la linea. In tantissime e tantissimi, insieme, senza paura. Ciascuna e ciascuno con la sue storie personali e collettive, con le sue rabbie e le sue lotte e le sue autogestioni, tutte e tutti con la stessa rabbia e determinazione.

Nodo sociale antifascista

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In piazza oggi (ieri, ndr) una meravigliosa Bologna tra occupazioni di piazze, cortei, cariche, lacrimogeni, idranti! Un giorno intero di antifascismo militante! Con il pensiero e il cuore ai compagni arrestati a Piacenza, lo diciamo ancora una volta: la barbarie xenofoba e del prima gli italiani non passerà!

Laboratorio Crash

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Bologna lotta contro i fascismi: la zona rossa

Dalla manifestazione per Afrin, con i partigiani e le partigiane del mondo, in lotta contro i confini e i fascismi, scriviamo queste poche righe sulla giornata del 16 febbraio a Bologna. Come in tante altre città, anche a Bologna si abolisce dal basso il diritto di parola ad ogni forza fascista. Banchetti, adunate, propaganda nazifascista e razzista sono contestate nei quartieri e non hanno cittadinanza politica nella nostra città. Alle 13.00 del 16 febbraio 2018 in 100 abbiamo occupato piazza Galvani perché una nuova opportunità di impedire definitivamente il comizio di Roberto Fiore venisse colta da chi governa questa città. Questo non avviene, lo sgombero della piazza è violento.

Abbiamo occupato la piazza perché la farsa non andasse in scena e perché la possibilità di disobbedire e confliggere di fronte ad imposizioni e leggi ingiuste percorresse le strade e la rete. Così alle 19.00, da centinaia diventiamo migliaia di persone con la speranza, la gioia e la disponibilità a confliggere contro la bestia nera, sfidando grate e idranti della polizia. Piazza Maggiore si riempie per rigettare ancora una volta un corpo totalmente estraneo alla città e il Potere, usando la sua forza per permettere a 50 fascisti di esserci, vacilla un po’.

In migliaia abbiamo risposto determinat@, resistendo con i nostri corpi, per respingere lo squadrismo fascista, per esprimere tutto il nostro dissenso contro la presenza a Bologna di Roberto Fiore e Forza Nuova, una formazione fascista che difende ed elogia la tentata strage razzista di Luca Traini a Macerata. Prefettura e Questura hanno permesso questo scempio, l’amministrazione comunale ha intervallato dichiarazioni ipocrite a posizioni pavide e inaccettabili, i grandi partiti e sindacati lontani dalla piazza antifascista. Politicamente e militarmente si è scelto di caricare le migliaia di antifascist@ per consentire un comizio di qualche decina di fascisti.

La crescita e la determinazione della piazza di ieri dimostrano che a Bologna il consenso nel conflitto contro il fascismo è parte integrante del DNA.

E dimostrano all’altra piazza, ancora di più, come ogni tentativo di ergersi a soli ed unici custodi della democrazia, sempre pronti giudicare le altre espressioni della stessa e mai a guardare l’efficacia della propria, non sia altro che la dimostrazione di inattualità politica e sordità nei confronti dei sentimenti reali della città. Il fallimento della timidezza, la vergogna dell’ipocrisia, il vero regalo alle forze antidemocratiche.

Bologna non dimentica il passato ed i suoi e le sue partigian@; sfida apertamente l’odio e la paura, costruisce negli spazi sociali democrazia, accoglienza, solidarietà.

A Bologna non si passa. Forza Bologna.

Tpo
Làbas

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L’antifascismo è una cosa seria e Bologna è antifascista

Non sarà facile dimenticare la straordinaria giornata di ieri, una lunga giornata di resistenza antifascista. In tanti e tante avevamo detto che non avremmo assistito con indifferenza alla provocazione dei neofascisti di Forza Nuova, al loro odio e ai loro proclami razzisti e autoritari. E così è stato. Nell’arco della giornata Bologna è stata attraversata da migliaia di antifascisti e antifasciste che con gioia e determinazione hanno dimostrato che lo slogan “fiducia nello stato non ne abbiamo, l’antifascismo è nostro e non lo deleghiamo” è realtà, concreta e tangibile. Se le istituzioni autorizzano i comizi di Forza Nuova, Bologna ha ribadito ancora una volta che i fascisti non li vuole.

Sin dalla mattina in tante/i abbiamo occupato piazza Galvani per impedire il loro squallido teatrino elettorale e che l’aria delle nostre strade si inquinasse con la loro presenza e i loro rigurgiti. Bologna è antifascista.

Dopo qualche ora la questura ha preferito sgomberare con violente cariche il presidio, pur di consegnare la piazza ai saluti romani e ai cori nostalgici di quelli che poi sarebbero stati poche decine di neofascisti. Ma l’avevamo detto, ieri sarebbe stata la nostra resistenza. Ancora più convinti di essere dalla parte giusta, le/gli antifascist/i hanno resistito alla violenza delle forze dell’ordine e hanno conquistato piazza Maggiore. Bologna è antifascista.

Anche qui una, due, tre, quattro ore di presidio e intanto la piazza continuava a riempirsi e a caratterizzarsi per una composizione plurale e allo stesso tempo compatta e determinata. Bologna è antifascista.

In migliaia ci siamo quindi mosse/i in corteo per dirigerci verso la piazza lasciata in mano a un manipolo di esaltati. L’immagine di una via Rizzoli gremita di antifasciste/i resterà indelebile nella mente di tanti e tante. Migliaia di volti lasciavano intendere ancora una volta un’idea chiara e semplice: i fascisti non possono parlare, né a Bologna né altrove, né in campagna elettorale né mai. Bologna è antifascista.

Giunto nei pressi di piazza Galvani il corteo non ha accettato le strade sbarrate dalle grate montate sui blindati, non si è lasciato intimorire dall’ingente spiegamento di forze dell’ordine schierato a difesa del comizio neofascista e dall’irritante frastuono dell’elicottero, ha resistito alle cariche e allo sconsiderato utilizzo di idranti e gas lacrimogeni. Ha poi attraversato le strade della città per concludere in piazza del Nettuno, vicino al sacrario dei partigiani: l’antifascismo è una cosa seria e Bologna è antifascista.

Solidarietà alle compagne/i ferite/i durante le cariche di ieri, così come alle persone arrestate dopo la manifestazione antifascista di Piacenza.

Ps. Mentre scriviamo il nostro autobus organizzato con altre realtà bolognesi per raggiungere la manifestazione nazionale #DefendAfrin a Roma è stato fermato appena superato il casello dell’autostrada. Tutte le e i partecipanti sono state perquisite, identificate e riprese in volto con la videocamera dalla polizia. Il dispositivo di sicurezza, messo in atto contro una mobilitazione che sarà in piazza a dire un chiaro NO alla sporca guerra di Erdogan ai danni del popolo curdo, per noi è la dimostrazione della sintonia del governo italiano con le pratiche autoritarie e fasciste proprie del governo turco. Biji Rojava!

Vag61 – Spazio libero autogestito
Resistenze in Cirenaica
Palestra popolare Vag61
Centro di documentazione dei movimenti “F.Lorusso-C.Giuliani”

Comitato B.E.C.C.O. (Bologna Est Contro il Cemento e per l’Ossigeno)
Alchemilla GAS

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Bologna è antifascista (nonostante il PD)!

Ieri è stata una lunga giornata antifascista a Bologna, che ha saputo mandare un chiaro messaggio a fascisti e politicanti senza pudore nel nascondersi dalle proprie responsabilità. In mattinata un gruppo di studenti e precarie ha deciso di partecipare al question time in consiglio comunale per ribadire la complicità, esplicita ed implicita, al neofascismo nostrano. Un’azione di denuncia in una seduta pubblica di un consiglio che conta tra le sue file i “fratelli” di Luca Traini della Lega Nord e i “democratici” di Renzi, sempre pronti a dichiarare diritti mentre costruiscono lager in Libia, a evocare parole e concetti astratti mentre affamano, rubano i risparmi per difendere delle banche e rendono le città sempre più a misura di vetrina e sempre meno a misura d’uomo e di donna. E’ in questo sconquassamento sociale che partitini neofascisti trovano terreno fertile e si riproducono.
Evidentemente questi contenuti fanno paura, svelano un complesso sistema di menzogne su cui il PD, anche bolognese, fonda la sua costruzione pubblica e politica, e la dimostrazione sono le assurde dichiarazioni del sindaco Merola, pronto a equiparare fascisti a chi li combatte, per infami giochi di consenso, senza poi, nei fatti, muovere un dito per impedire i comizi neri.

Nel pomeriggio sarebbe poi uscita la notizia di infortuni fantasiosi dei vigili urbani presenti in consiglio: basta vedere i video (e un pizzico di onestà) per rendersi conto che il tentativo di scippo dello striscione e il conseguente strattonamento non può certo spiegare tali danni. Ecco l’ennesimo squallido tentativo di criminalizzare chi ha il coraggio di porre su un piano di correlazione le politiche antisociali del PD e il ritorno di istanze razziste e fasciste; chi non si sottomette ad un frontismo democratico che fa il solo gioco delle destre (dichiarate o democratiche che siano) e rilancia in avanti.

Dal primissimo pomeriggio numerosi compagne e compagni hanno occupato Piazza Galvani, dove il fascista Fiore avrebbe tenuto il comizio in serata accompagnato dai suoi 15 seguaci. La polizia ha deciso di caricare e sgomberare la piazza facendo diversi feriti. A conferma dell’abissale distanza tra parole e fatti del governo di questa città.

Gli antifascisti si sono ricompattati e, direttisi in Piazza Maggiore, hanno presidiato il centro cittadino, fino all’arrivo di Forza Nuova. E’ quindi partito un corteo di migliaia di persone che ha cercato di raggiungere i fascisti. La polizia ha nuovamente caricato con idranti e manganelli, ma il corteo non si è lasciato intimidire ed è quindi ripartito per le vie del centro concludendosi sotto il sacrario dei partigiani.

La giornata di ieri è stata importante perchè ha dimostrato, in modo autonomo da ogni istituzione, che il fascismo va combattuto nei fatti e non appigliandosi a stupidi cavilli burocratici o dichiarazioni in politichese; che il fascismo va combattuto anche laddove si annida in modo subdolo, tra la parole false pronunciate da uomini falsi seduti comodamente in poltrona (comunale o parlamentale che sia); che il fascismo si nutre anche delle azioni di chi decide consapevolmente di ingrassare i più in salute e impoverire chi già fatica quotidianamente. Magari colorando queste scelte politiche con rossi sbiaditi o altri colori più o meno sgargianti. Un partigiano – uno di quelli che il fascismo lo hanno combattuto per davvero – una volta ci ha detto che più pericolosi di coloro che esplicitamente affamano il popolo sono quelli che rubano le parole del popolo per fini particolari. Questa lezione l’abbiamo imparata e la portiamo nel cuore, e non saranno piccoli uomini a fermarci.

Hobo

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Ieri è stata una giornata meravigliosa per la Bologna antifascista e antirazzista. In 5.000 abbiamo sfilato per il centro cittadino per contrastare la presenza di Forza Nuova, ancora respirando l’aria di Macerata e l’odio che ancora diffondono i neofascisti. Poi a Vag61 per parlare del Battaglione Mario, dove hanno combattuto fianco a fianco italiani e africani, proprio a Macerata.

Grazie a tutt* coloro che hanno riempito le strade di Bologna e che hanno riempito pure Vag61!

Adesso non è l’ora di fermarsi, avanti!

Resistenze in Cirenaica

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Ieri sera in migliaia contro il fascio-utile idiota Roberto Fiore.

Un fiume di persone, in continuità con le grandi piazze antifasciste di sabato scorso, ha attraversato un centro città blidanto dimostrando che a Bologna l’antifascismo é vivo e non lo si lascia relegare ai presidietti dell’arcipelago del centro sinistra in cerca di voti.

Quella di ieri é stata una piazza bellissima, antifascista, di lotta e sopratutto di vittoria.

Il nostro pensiero va a chi sta subendo la dura repressione, dal retrogusto di vendetta, che lo stato sta portando avanti dopo le clamorose sconfitte di questi giorni, un abbraccio a Giorgio, Moustafa e Lorenzo.

Tutti Liberi, Liberi Subito!

Noi Restiamo

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Ieri è stata una giornata molto importante per Bologna.
Grandissima è stata la risposta della popolazione alla provocazione neofascista.
Una piazza gremita e unita ed un corteo di circa 5000 persone hanno manifestato il proprio dissenso: Bologna è e sarà sempre antifascista!
Nel frattempo un dispiegamento di circa 400 poliziotti barricava la città per proteggere una manciata di fascitelli da strapazzo.
Noi riteniamo tutto ciò inaccettabile:
Nessuno spazio va lasciato ai fascisti!!!
Il fascismo non è un’opinione!!!

La Palestra Popolare Teofilo Stevenson terrà sempre alta la guardia contro ogni forma di fascismo.

Palestra Popolare Stevenson

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Bologna: le quattro sfide ANTIFA!

La giornata antifascista di venerdì scorso è stata un successo. Partiamo dalla valutazione estremamente positiva della mobilitazione contro la peste nera di Fiore per introdurre alcune considerazioni anche più generali su antifascismo militante e possibilità presenti e future.

La prima sfida l’abbiamo vinta la mattina con “la prassi dell’anticipazione antifascista” realizzata da tutti i centri sociali della città e numerosi collettivi che insieme hanno occupato Piazza Galvani, la piazza autorizzata dal comitato per l’ordine pubblico per il comizio di Forza Nuova, attivando un meccanismo capace di far prendere all’antifascismo militante una posizione di riferimento generale per quanti ritengono necessario impedire costi quel che costi la presa di parola fascista, razzista, e suprematista nella nostra città. Ma allo stesso tempo la presa di posizione in Piazza Galvani ha smascherato la concezione di ordine pubblico e politico delle istituzioni locali che hanno dovuto abbandonare la bandiera di un già sbiadito antifascismo costituzionale per garantire manu militari tramite lo sgombero violentissimo della piazza che una delle opzioni neofasciste più pericolose avesse lo spazio e la licenza di propaganda, azione e organizzazione a Bologna. Lo sgombero di Piazza Galvani e le ripetute cariche su via Farini (che sono costate ai compagni e alle compagne numerosi feriti anche seri a cui va la nostra più forte solidarietà) sono la realizzazione di quella concezione di ordine democratico rivendicata con ostinato entusiasmo dal sindaco Merola sabato tramite la stampa.

La seconda sfida l’abbiamo vinta con “la prassi dell’assedio antifascista” che ha visto i promotori dell’occupazione di Piazza Galvani tenere con tenacia la piazza e la strada bolognese aprendo dalle 14h fino a tarda serata uno spazio pubblico e antifascista per tutte le forme di contestazione ed espressione di rifiuto e ostilità alla presenza della peste nera guidata dallo stragista Fiore. L’assedio è cresciuto di numero e forza fino ad arrivare ai numero impressionanti delle 19h dove almeno 5000 antifascisti e antifasciste iniziavano a gridare insieme slogan come fossero il tuono arrabbiato della città mentre a pochi metri si assisteva alla lagnosa litania dei parrucconi delle burocrazie sindacali e dell’anziana società civile bolognese che raggruppati in un centinaio, assieme a qualche candidato al parlamento sono riusciti a cantare stonati “contessa” per attirare l’attenzione. E’ questa per noi l’onda lunga di Macerata dove anche le basi sociali delle organizzazioni della sinistra storica e istituzionali hanno disertato l’appello a non manifestare e hanno raggiunto un grande corteo guidato dai centri sociali, delegittimando e sconfessando a Macerata come a Bologna quella concezione di ordine democratico tanto cara al sindaco Merola e al comitato dell’ordine pubblico cittadino.

Alle 19h a pochi minuti prima dell’inizio del comizio di Forza Nuova il colpo d’occhio su via Rizzoli era straordinario: una massa di giovani antifascisti e antifasciste guidava un corteo di 5000 persone che preferiva continuare la contestazione alla peste nera in altre zone della città, evitando l’imbuto di Via dell’Archiginnasio e battendo la sagacia questurina che aveva fatto schierare numerose camionette e celerini sul lato destro di Piazza Maggiore. Nella grossa testa del corteo che compatta e incollerita guidava la manifestazione si ritrovavano i volti complici delle lotte di questi ultimi anni a Bologna il difesa del diritto all’abitare, degli spazi sociali, della zona universitaria e di tutti quei momenti di conflitto in cui i movimenti locali sono riusciti anche con forme differenti a massificare e radicalizzare con la giusta intransigenza le istanze sociali e politiche contro l’austerità e la governance reazionaria e liberticida di Renzi e del Pd. Questa è per noi la terza sfida vinta! Come Collettivo Universitario Autonomo trovare al nostro fianco nella prima fila del corteo tantissimi nostri coetanei che siano studenti precari, disoccupati o giovani lavoratrici e lavoratori è stata la conferma che un antifascismo militante quanto ampio di partecipazione e prospettive nella nostra città c’è, è forte, e capace di intelligenza collettiva quanto di disponibilità a mettersi in gioco sul serio. Come da Ponte Stalingrado contro la Lega Nord, anche oggi dal tuono di Piazza Maggiore e via Rizzoli ripetiamo “grazie regaz, ci rivediamo alla prossima!”.

Alle 19:30 siamo ormai arrivati in via Farini, là dove qualche ora prima eravamo stati caricati selvaggiamente dalle celere, ora siamo in 5000 a gridare siamo tornati. E davanti a noi troviamo un dispiegamento repressivo imponente composta da idranti, celerini (leggiamo dalla nota ufficiale che la questura di Bologna ha impiegato 400 celerini per garantire a 20 ratti di sventolare la loro bandiera, ma tant’è…) con manganelli alla mano e lancia-lacrimogeni già puntati, dall’alto un elicottero della polizia sorvola la zona illuminando a tratti la strada. Ed è qui che la quarta sfida è vinta con la prova di determinazione e coraggio collettivo che il corteo ha saputo mostrare concretamente. Passo dopo passo infatti si raggiungo le reti poste davanti ai defender e inizia la contestazione che durerà a lungo e il più possibile date le forze e dovendo resistere ad idranti, lacrimogeni e cariche sia dai lati che davanti al corteo. La manifestazione regge, non si fa disperdere dall’impatto grazie alla tenuta delle prime file, e decide di continuare il corteo. Gira la notizia che il comizio di Fiore si è concluso e allora ci dirigiamo in zona universitaria e poi fin su di nuovo in Piazza Maggiore dove davanti al sacrario dei partigiani prendono parola molti compagni e compagne: si parla dei fatti di Macerata, dei Lager libici di Minniti, della coraggiosa resistenza di Afrin, della necessità di dare continuità alla sana pratica di antifascismo militante espressa nella giornata, di mettersi sempre in gioco contro il suprematismo, il razzismo, il sessismo e xenofobia, e si salutano a pugno chiuso i compagni arrestati per i fatti di Piacenza tra cui anche Lorenzo, nostro compagno che veniva preso dalla Polizia politica la mattina mentre in contemporanea in Piazza Galvani resistevamo alle cariche della celere contro “l’anticipazione antifascista”. La piazza si saluta tra sorrisi ed espressioni soddisfatte convinti di aver fatto tutto ciò che era nelle possibilità collettive per impedire il comizio di Forza Nuova.

Se la giornata antifascista di Bologna è stata un successo sappiamo che ancora molta strada deve essere fatta e di certo non possiamo dirci che il gigantesco problema posto dalla nuova avanzata suprematista si sia risolto a Bologna pochi giorni fa. Anzi sappiamo bene che la nuova egemonia della preferenza nazionale in ambito politico, sociale, amministrativo e culturale è un fatto che non riguarda solo il disgraziato “prima gli italiani” di Fiore, CasaPound e Salvini, ma anzi ha a che fare con il sistema dei partiti di governo, e ciò ci pone già la necessità di preparare l’iniziativa antifa fin dalle ore successive della chiusura dell’urna elettorale. Eppure crediamo che la giornata di venerdì abbia dato il suo contributo al movimento antifascista in Italia e che dopo i 30000 di Macerata, la rabbia antifa piacentina e bolognese anche altre città possano prendere forza e tenere il punto, non lasciando in mano al PD e alle burocrazie della sinistra storica al capolinea, ma spingendo in avanti con coraggio, intelligenza e tutta la forza sociale possibile la pratica antifascista del nostro tempo alla conquista di un futuro di solidarietà e liberazione per tutti e tutte!

Lorenzo, Giorgio, Mustafà Liberi!
Solidarietà ai due compagni fermati durante le cariche di via Farini!
Ora e sempre antifascismo militante!

Collettivo Universitario Autonomo

PS: pare che i fascisti di Forza Nuova si siano entusiasmati durante le cariche della celere sventolando tricolori, facendo saluti romani, gridando come pecore impazzite “boia chi molla” e dandosi pacche sulle spalle dicendosi “alla fine siamo passati”. Ecco questa è la cartolina migliore che la peste nera poteva regalare alle autorità della città e davanti al resto della cittadinanza mostrarsi per quel che sono da circa un secolo a questa parte: gli utili coglioni del sistema delle banche, della finanza e del capitalismo, quelli che passano sempre (!!!), già, proprio come a Bologna scortati non a caso da 400 celerini, idranti, lacrimogeni, manganelli, arresti, fermi e elicotteri, rinchiusi in un fortino senza alcun contatto con la gente, circondati da cemento e polizia, nel silenzio dei propri rancoretti nostalgici e nel boato dell’odio di una città intera. Ben venuti a Bologna, insomma.