Il punto sulle mobilitazioni degli istituti bolognesi contro la riforma delle superiori varata dal Governo.
Le scuole superiori bolognesi sono in agitazione dopo l’occupazione di venerdì scorso al Copernico. Una mossa che ha anticipato i tempi di una mobilitazione generale che prevedeva l’occupazione in contemporanea di molti istituti, che infatti tra oggi e domani decideranno le forme di protesta contro la riforma Gelmini. Federico del Minghetti spiega che sono decisi all’occupazione entro mercoledi.
Sara, del Pacinotti, dichiara: “Abbiamo riunito alle 8 di questa mattina tutti i ragazzi della scuola per parlare di una possibile autogestione o occupazione. Si e’ poi svolta un’assemblea per decidere i dettagli di un’azione da compiere e in 400 hanno firmato a favore di un’azione di protesta. Vorremmo organizzare delle lezioni all’aperto ai giardini Margherita e forse coinvolgere anche esponenti delle Università”. Stefano del Righi: “Stiamo decidendo se muoverci con un’occupazione o un’autogestione”. Durante l’assemblea di oggi pomeriggio, infatti, a maggioranza si è scelta l’occupazione ma le decisioni vere e proprie verranno prese nei prossimi giorni. L’intento è quello di agire in contemporanea con le altre scuole, per rendere più incisiva la protesta anti-Gelmini.
Anche negli istituti tecnici Belluzzi e Majorana, conferma Federico, ci sono ragazzi che si stanno mobilitando, ma l’elevato numero di studenti di queste scuole rende per ora più complesso il percorso. I tempi si sono drammaticamente accelerati e qualcosa, sospira Federico, si sta muovendo persino al Galvani.
Intanto, nel pomeriggio, si è svolta al Copernico un’assemblea aperta a tutte le scuole. “Da mercoledi’ o, al piu’ tardi, da giovedi’ si mobiliteranno altre scuole” spiega al termine Marco, studente del liceo di via Garavaglia. Le altre scuole pronte a muoversi sarebbero, oltre alle Aldini e al Minghetti, anche Fermi e Laura Bassi (tutti istituti rappresentati all’assemblea). Intanto il Copernico rimarra’ occupato “sicuramente almeno fino a domani, poi si vedrà”.