Acabnews Bologna

Scuola, respinte le domande di disoccupazione di alcuni supplenti

Il Coordinamento precari/ie spiega come riaprire le pratiche. Sgb contro i calendari delle scuole d’infanzia: “Non viene rispettato il contratto”. Continuano le vertenze dei Si Cobas su Logista e Conor e dei riders con il Governo.

03 Luglio 2018 - 12:41

“Alcune di noi, che hanno lavorato nella scuola per alcuni mesi quest’anno, si sono viste ingiustamente respingere la domanda di disoccupazione (Naspi), perché all’Inps non risultano i contributi che il ministero delle Finanze avrebbe dovuto versare per noi supplenti. Vi consigliamo di controllare periodicamente l’esito della domanda nella vostra pagina riservata del sito Inps (non si riceve nessuna comunicazione diretta del diniego, almeno non subito!). Stiamo cercando di capire quanto questo problema sia esteso, per poi decidere come muoverci. Vi chiediamo quindi di segnalarci se anche le vostre domande dovessero essere respinte. Mandateci una mail a precariscuola.bologna@gmail.com , indicando quanto tempo avete lavorato nella scuola e in che provincia. Per altri aggiornamenti, stay tuned!”. E’ la segnalazione apparsa nella mattinata di ieri sulla pagina Facebook del Coordinamento precari/ie scuola Bologna e Modena, che successivamente ha comunicato di aver contattato l’Inps per capire quale procedura avrebbero dovuto seguire i docenti colpiti dal diniego: “Bisogna controllare sul profilo Inps alla voce ‘estratto contributivo’ se compaiono i contributi di questo anno scolastico; che il ministero non sta pagando i contributi da novembre (infatti l’estratto contributivo appare vuoto) e per questo le domande vengono respinte; che le domande respinte vanno riaperte con un riesame della domanda (così da non perdere giorni di disoccupazione); ciò dovrebbe riguardare soprattutto chi è al primo anno di servizio, che non può fare affidamento su contributi versati precedentemente”.

Sempre sul fronte scolastico, questa volta in riferimento alle scuole dell’infanzia gestite dal Comune, Sgb ha diffuso un comunicato per contestare le scelte dell’ente comunale Ies (Istituzione Educazione e Scuola) in merito al calendario scolastico di insegnanti e collaboratori: “Nella seconda parte del mese di giugno sono stati convocati i collegi docenti delle tre aree di Ies. Diversamente da quanto preannunciato dai vertici dell’Istituzione, ai tavoli delle non/trattative non si sono tenute assemblee democratiche, non si è ripristinato lo spirito di partecipazione e di condivisione sulle scelte educative, non si è manifestata la ‘volontà’ di uno spirito costruttivo con gli insegnanti, i collaboratori e gli educatori delle scuole dell’infanzia. Tutt’altro poiché i dirigenti capo-area hanno presentato e tentato di imporre un crono programma sulla formazione professionale e sulla riorganizzazione del calendario scolastico senza consentire un serio dibattito democratico, senza accogliere le proposte dei lavoratori, senza dialogare. Il baratro tra i vertici dell’Amministrazione Comunale ed il mondo della scuola diventa sempre più incolmabile perché chi amministra non intende ragionare, diffida del proprio personale screditandolo nel luogo di lavoro e di fronte alla cittadinanza, dimostrando di fatto sempre più arroganza ed incompetenza. Il Sindacato Generale di Base ha seguito una linea molto chiara ai tavoli delle trattative, chiedendo un ‘luglio sabbatico’ e di ripristinare, attraverso i collegi docenti, il voto sulla formazione. Ha inoltre chiesto di rimandare ‘tutti/o a settembre’ essendo necessaria la riapertura di un dialogo: nessuna scelta e nessuna proposta, in trattativa è stata ridiscussa!”.

Continua il sindacato di base: “Alla richiesta da parte della Rsu di non cominciare il ripristino delle scuole, il 25 agosto, ma il primo settembre, con l’inizio dell’anno scolastico 2018/2019, com’è sempre stato fatto e com’è previsto dal contratto, l’amministrazione ha risposto acconsentendo solo a far rientrare le insegnanti il 30 e 31 agosto. Ancora una volta quindi non viene rispettato il contratto e ancora una volta si divide il personale in figli e figliastri. Il sindacato Sgb, attraverso i suoi rappresentanti Rsu ed i tanti iscritti, cerca costantemente di riallacciare un dialogo con l’amministrazione, attraverso proposte concrete ed utili al miglioramento della gestione dei rapporti e dei servizi scolastici, proposte che ultimamente sono state condivise anche da tutti i sindacati presenti nella Rsu. L’amministrazione, sorda ma anche cieca (viste le comunicazioni da noi inviate, ultima delle quali, quella sull’illegittimità di procedere a modifiche del contratto attraverso circolari che non possono far giurisprudenza) continua a cercare di imporre arbitrarie ‘innovazioni’ attraverso circolari ed ordini di servizio spesso incomprensibili e a volte anche inapplicabili, creando tensioni tra i lavoratori ed impedendo una corretta gestione delle attività scolastiche. I dirigenti di Ies non frequentano le scuole, non ascoltano i lavoratori, non parlano con l’utenza, non intervengono personalmente neanche quando ci sono emergenze presso i plessi. Il palese fallimento della gestione Ies, nella quale si alternano periodicamente nuovi dirigenti, rischia di affossare definitivamente il grande patrimonio delle scuole pubbliche bolognesi. Il sindacato Sgb impedirà questa deriva con tutte le sue risorse, continuando a mobilitare i lavoratori e dialogando con l’utenza delle scuole, troppo spesso illusa con false promesse che invece nascondono limitazioni e precarietà dei servizi”.

Nel frattempo tra i facchini continua la lotta dei Si Cobas con stato di agitazione e scioperi, in questi giorni, sia alla Logista che alla Conor. Nel primo caso, ieri c’è stato anche un incontro in Prefettura e sulla pagina del sindacato si può leggere che la trattativa ha spinto l’azienda ad impegnarsi per una soluzione concreta in favore di tutti i lavoratori coinvolti.  Sempre in merito alla Logista, i Si Cobas ieri hanno anche commentato le prese di posizione diffusa dalla Cgil: “Con i lavoratori partecipiamo alle trattative, con loro decidiamo cosa fare. Leggiamo con profonda amarezza il comunicato pubblicato dalla Filt-Cgil di Bologna su questa vicenda, che irresponsabilmente conferma la propria lontananza dalle esigenze reali dei lavoratori per difendere gli interesse di una burocrazia sindacale arroccata a difesa dell’ esigenza primaria della propria esistenza. Un comunicato che non aggiunge nulla sul piano della vertenza, che si sbugiarda da solo, facendo riferimento a trattative ancora in corso e affatto concluse. Un comunicato scritto mentre 24 lavoratori sono ad oggi in mezzo ad una strada con dei contratti scaduti, e ai loro colleghi a tempo indeterminato non è affatto stato garantito lo stesso trattamento contrattuale in essere, solo proclami che registrano una “prospettiva di occupazione” per i determinati e una soluzione ‘su base facoltativa’ per gli altri! E’ possibile che un sindacato sia così oramai lontano dagli interessi dei lavoratori da non riuscire mai ad orientare il proprio agire partendo dalle ragioni e dagli nteressi degli operai ? E’ possibile che si dia per assodato il fatto che multinazionali come Philip Morris e Logista debbano delocalizzare dove il lavoro costa meno (dalla Corea a Tortona?) e che questo sia il dato che deve giustificare gli esuberi di Bologna, condannando contemporaneamente gli operai di Logista presenti sul resto del territorio nazionale a condizioni schiavistiche?”.

Continuano intanto le trattative a livello nazionale sulle tutele per i ciclofattorini. Ieri “come riders auto-organizzati di Bologna e di altre città abbiamo partecipato al tavolo organizzato dal Ministero del Lavoro. Per la prima volta tutte le piattaforme di food delivery operanti in Italia hanno dovuto confrontarsi con i propri lavoratori a partire dalla necessità di migliorare i contratti e non calpestare diritti. Nonostante i ripetuti tentativi di delegittimare le nostre esperienze, non si è potuto negare la capacità di iniziativa che abbiamo prodotto fino ad oggi. Si tratta per noi di un dato non scontato e che sottolinea come solo la lotta paghi”, è il resoconto di Riders Union. “Durante l’incontro le diverse parti in causa hanno esposto ognuna la propria visione ed emerge chiaramente che da una parte ci sono le aziende che vorrebbero mantenere i loro privilegi senza concedere nulla e dall’altra i lavoratori non più disposti a subire. L’obiettivo che ci siamo prefissati è chiaro: raggiungere un accordo che realizzi miglioramenti concreti per tutti i riders d’Italia. Per questo siamo partiti dalla richiesta di estensione della subordinazione ai riders come riconoscimento di piene tutele. E su queste il governo ha chiesto di confrontarsi per capire quali garantire in maniera universale a tutti i ciclofattorini. Siamo consapevoli che sarà una trattativa complicata, in cui le piattaforme, pur costrette a sedersi ad un tavolo di confronto con i lavoratori, appaiono determinate a mantenere intatto business as usual. Siamo anche consapevoli che nelle nostre vite nulla cambierà finché saremo costretti a vivere nel ricatto dei continui lavoretti e che, pur se oggi torniamo a casa con in tasca un’opportunità di allentare la morsa del ricatto, si tratta solo di una goccia nel mare di ingiustizia prodotto in questi anni da chi sfrutta il lavoro e da governi di ogni colore. A tutto ciò risponderemo con l’unica modalità in grado di dare dignità ai lavoratori: moltiplicare le esperienze di autorganizzazione e generalizzare la lotta. Ci aspettano giornate intense e trattative difficili, convinti che è solo l’inizio, perché i diritti o sono per tutti o sono per nessuno”.