Acabnews Bologna

Scuola, è allarme sui posti disponibili

Assemblea delle scuole: “Molti bimbi senza posto garantito alle elementari”. Sim Xm24, Sportello Legale Xm24 e Coordinamento migranti: “No ai respingimenti scolastici”.

31 Gennaio 2014 - 18:02

“Settantanove bambine e bambini del quartiere Saragozza sono in questo momento senza scuola elementare. Altri 30 rischiano a Savena. Ora basta! La politica sulla scuola deve cambiare!”. E’ la situazione segnalata ieri dall’Assemblea delle scuole di Bologna, che riprende un tema già sollevato dall’Usb: “In questi giorni, grazie all’allarme dei genitori, si è venuto a sapere che non è garantito a centinaia di bambine e bambini bolognesi il posto nella scuola elementare di stradario. Il caso più grave riguarda il quartiere Saragozza dove mancano 79 posti per l’anno scolastico 2014/15 alla luce di un aumento dei residenti in età di 53”.

Per lunedì, intanto, è in programma un presidio al grido di “No ai respingimenti scolastici”, promosso da Sim-Xm24, Sportello legale Xm24 e Coordinamento migranti, a cui hanno già aderito Ass. Senegalese Cheikh Anta Diop, Ass. Lavoratori marocchini in Italia, Comunità Pakistana, Laboratorio On The Move, Aprimondo, Seminaria, Asia-Usb, Usi e Lavoratori anarchici. “Il caso del bambino bengalese ‘respinto’ dalla scuola dell’obbligo, denunciato dalla Scuola di Italiano con Migranti (Sim) di XM24 lo scorso dicembre- spiega un comunicato- ha gettato luce su una situazione prima ignorata dai media e dalle istituzioni: il rischio concreto che bambini e bambine che arrivino in Italia ad anno scolastico già iniziato, o dopo la scadenza per le pre-iscrizioni, restino fuori dalle scuole, con la giustificazione che ‘non ci sono posti’. Ciò in chiara violazione del principio costituzionale del diritto all’istruzione”.

Prosegue il comunicato: “Nel giorno di apertura delle pre-iscrizioni alle scuole, lunedì 3 febbraio, convochiamo una conferenza stampa alle ore 12 davanti alla sede dell’Ufficio Scolastico della provincia di Bologna (Via de’ Castagnoli 1) per denunciare che, anche se il singolo caso del bambino bengalese è stato risolto, nulla è stato fatto per risolvere i problemi strutturali che avevano causato la sua esclusione dalla scuola. Vogliamo quindi dire pubblicamente che siamo pronti a denunciare ulteriori casi simili e a lottare contro ogni discriminazione, avviando anche azioni legali con la richiesta di ingenti risarcimenti alle istituzioni inadempienti”.