Acabnews Bologna

Sciopero degli scrutini: “Un successo”

Cobas: “E’ il modo migliore per battere il Ddl”. Usb: ” Non rimarremo affamati di scuola pubblica e a digiuno di diritti”. Il sostegno di Ross@: “E’ una lotta che riguarda il futuro del Paese”.

08 Giugno 2015 - 18:56

Successo dello sciopero a Bologna. Decisivi gli scioperi degli scrutini di questa settimana: il blocco corale di essi è l’arma migliore per battere il Ddl “cattiva scuola”, imporre il No al preside padrone e ai quiz, e l’assunzione stabile dei precari.

CG_Asc9UAAE4htZSuccesso del blocco degli scrutini a Bologna. Iniziano ad affluire i primi dati che testimoniano la volontà e la determinazione degli operatori della scuola a non volere il DDL Renzi . Dai primi dati sappiamo che la totalità o quasi degli scrutini è già stata bloccata o lo sarà nel proseguimento della giornata di oggi e di domani nelle seguenti scuole: Aldrovandi-Rubbiani, Keynes, Luxemburg, Mattei, Laura Bassi, Malpighi di Crevalcore, Copernico, Pacinotti, IC 8, IC 6, IC 5, Longhena , Fortuzzi, Sabin, Manfredi Tanari, Besta, Guinizelli, Guercino, Testoni, Panzini, Irnerio, S. Matteo della Decima, Romagnoli, Scandellara, Bombicci, Minerbio, San Martino di Bentivoglio. Inoltre stanno arrivando segnalazioni che in altre decine di scuole sono nati comitati di sciopero… blocchi anche al Cassiano da Imola, Carducci, Farini ecc.

D’altra parte era impossibile anche per un Grande Imbonitore non prendere atto che la perdita di milioni di voti è dipesa in primo luogo dalle politiche neoliberiste del governo e in particolare dall’attacco sferrato contro la scuola pubblica: un attacco così violento da aver provocato il 5 maggio il più grande e unitario sciopero generale di sempre, e poi i rilevantissimi scioperi contro i quiz Invalsi, da noi promossi, con la straordinaria partecipazione dei genitori (che hanno lasciato a casa i propri figli alle Elementari il 6 e il 7 maggio) e degli studenti il 12 maggio, che hanno annullato un terzo delle prove a base di indovinelli.

Solo che Renzi non pare ancora consapevole del grado di avversione dei lavoratori/trici rispetto alla catastrofica idea di consegnare le scuole a dei presidi-padroni secondo il pessimo modello aziendale alla Marchionne. E vorrebbe cavarsela lasciando ai presidi i superpoteri ma aggiungendovi una sorta di “clausola di sicurezza”, imponendo loro il cambio di scuola ogni sei anni: come se il problema fosse il grado di corruttibilità del preside e non la carica di per sé degradante e distruttiva dei superpoteri sull’intero funzionamento della collegialità scolastica. Da varie parti sentiamo crescere le speranze che il Ddl venga battuto in Senato dal voto delle opposizioni interne al PD. Come COBAS non abbiamo mai fatto gran conto sulle alchimie di Palazzo: ma siamo comunque convinti che l’arma davvero decisiva per bloccare il Ddl (ed imporre un decreto per l’assunzione stabile dei precari che da anni lavorano nella scuola) sia il successo plebiscitario dello sciopero degli scrutini . Nei giorni scorsi, di fronte alla sleale, e a nostro parere illegale, manovra di alcuni presidi che hanno convocato gli scrutini prima che le lezioni terminassero, lo sciopero è stato totale. Ma il test decisivo ci sarà a partire da oggi, e noi siamo fiduciosi che lo sciopero supererà anche quello, già oceanico, del 5 maggio, bloccando almeno il 90% degli scrutini.

Cobas scuola Bologna

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La resistenza della scuola statale!

Con le Mobilitazioni cittadine dal 7 al 12 giugno contro il ddl Renzi Lo scorso 5 giugno abbiamo animato con genitori, studenti e lavoratori la fiaccolata cittadina che a Bologna ha attraversato il centro della città rendendo così, ancora una volta, visibile la protesta contro il disegno di legge “la buona scuola” e il governo Renzi che con la sua protervia continua a non prestare ascolto al mondo della scuola statale in lotta ormai da mesi. In un crescendo di manifestazioni, cortei, presidi, assemblee sindacali, volantinaggi informativi alla cittadinanza decidiamo oggi di continuare a mobilitarci, come deciso all’assemblea delle scuole insieme ad altre organizzazioni e movimenti, contro questo vergognoso attacco al diritto allo studio e ai lavoratori della scuola. Invitiamo, pertanto, a partecipare alle prossime iniziative cittadine a partire dal presidio che si terrà dal 7 al 12 giugno davanti all’Ufficio scolastico in via de’ Castagnoli 1 dove alcuni docenti inizieranno lo sciopero della fame. Contro il ddl Renzi perché la buona scuola non è quella disegnata dalla fondazione Treelle e da Confindustria fondata su gerarchizzazione e aziendalizzazione. Per il ritiro del ddl “buona scuola” perché le modifiche sono state unicamente peggiorative a dimostrazione di quanto abbiamo sempre detto sull’inemendabilità di questo testo di legge. Sostenete la nostra lotta perché oggi più che mai occorre gridare a gran voce insieme ai lavoratori della scuola: noi non rimarremo affamati di scuola pubblica e a digiuno di diritti!

Usb Scuola Bologna

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Contro la “buona scuola” dei padroni, una lotta di classe!

Da molti mesi personale ATA, docenti, impiegati amministrativi, affiancati dagli studenti, stanno conducendo la lotta contro l’ennesimo atto di smantellamento della scuola pubblica, perseguito dal governo di confindustria e del nuovo “uomo della provvidenza”. Questo movimento nasce, non solo, come risposta alla farsa della consultazione sul DdL “buona scuola” . Affonda le sue radici nella condizione avvilente che, nella scuola italiana, vivono i lavoratori, sottopagati e  ulteriormente sfruttati dall’incremento esponenziale dei carichi di lavoro. Registriamo infatti tagli al personale, la richiesta di soddisfare mansioni che erano e rimangono compito di personale che manca, come nel caso del taglio del sostegno ai bambini certificati. Il lavoro dei “dadi” è più che raddoppiato in seguito alla mancata sostituzione dei pensionamenti. È estrema la “precarizzazione” del personale cosiddetto supplente, degli educatori. Gran parte di questo personale verrà spazzato via nella logica del “ciclo produttivo” scolastico. I cittadini e le famiglie italiani hanno compreso lo scopo classista dell’operazione in atto.

I ricchi si pagheranno a spese di tutti le scuole migliori per i loro rampolli, per tutti gli altri una scuola dequalificata già nella sua concezione, nella sua organizzazione, nel suo affollamento. Sarà impossibile, per chi non ne ha disponibilità economica, garantire ai figli le stesse opportunità e uguali strumenti per comprendere e affrontare la realtà sociale. Questo movimento, così vasto e deciso, ha costretto finanche i sindacati confederali a indire scioperi e manifestazioni, partecipate come non accadeva da decenni. Eppure questi sindacati per trent’anni hanno firmato contratti penalizzanti per i lavoratori o addirittura non hanno rivendicato l’uscita dalla vacanza contrattuale che data dal 2009. Oggi e domani, il movimento di lotta continuerà il suo impegno con il blocco degli scrutini, un’arma che non veniva impugnata collettivamente dalla fine degli anni ’80. Sarà solo un altro colpo che si assesta al governo del “piccolo cesare”, ne saranno necessari altri, ma deve essere chiaro che i lavoratori della scuola non stanno chiedendo “qualche” modifica al Ddl! I lavoratori ne pretendono il ritiro immediato. I lavoratori esigono assunzioni, non solo per coprire i pensionamenti, ma per garantire –attraverso l’assorbimento di tutto il personale precario- il funzionamento adeguato della scuola italiana.

Esigono aumenti salariali, oltre il rinnovo del contratto, perché non si può essere adeguati agli standard europei solo per l’efficienza (che già viene garantita nonostante lo smantellamento attuato). Esigono che le scuole siano sicure e funzionali, non solo perché se crolla un soffitto il Tesoro deve affrontare spese legali e risarcimento danni, ma perché una bella e solida
scuola è il primo elemento dell’accoglienza verso le ragazze e i ragazzi di un Paese civile. Questa lotta non si chiuderà con l’estate: a Settembre sarà necessario ripartire da qui, coinvolgendo ancora gli studenti e le altre categorie di lavoratori. Perché questa non è una lotta di categoria. Questa lotta riguarda il futuro del Paese. Per lo sviluppo di una lotta, non è mai
determinante la vittoria di una sola battaglia. È  determinante la maniera in cui viene condotto il conflitto. È giusta la proposta che in tanti avanzano di organizzare un’assemblea nazionale. rappresentativa di delegati e delegate delle scuola: per decidere lo sviluppo della lotta, per definirne democraticamente una piattaforma, per non renderla un inutile ed episodico scoppio. Il movimento della scuola in corso fa parte della risposta politica al governo, in difesa della scuola pubblica, contro la scuola di classe, contro un’impostazione liberale e padronale della formazione.  A partire dalle lavoratrici e dai lavoratori della scuola che militano dentro Ross@, crediamo nelle possibilità di questo movimento, contribuendone con l’impegno, con la nostra analisi, con le nostre proposte.

Ross@ Bologna