Acabnews Bologna

“Sandra, ci manchi”: se ne è andata “una donna libera”

“All’improvviso, forse senza accorgersene, ci ha lasciate”. Tre compagne ricordano Schiassi, militante femminista nel ’68 e nel ’77, tra le fondatrici dell’associazione Armonie.

07 Febbraio 2018 - 13:21

Io sono mia!

La Schiassi se n’è andata, lieve. All’improvviso, forse senza accorgersene, ci ha lasciate. In un mondo oggi molto più brutto, senza di lei.

Sorridente, bella e combattiva, come è in questa foto, come è sempre stata, come è nel nostro cuore e nella nostra testa.

Compagna di lotte, di serate passate a ridere e a discutere, di infinite riunioni, di occupazioni, di racconti di sesso e di scopate, di viaggi, di assemblee, di storie di galera, di streghe, di canne, di manifestazioni, di transiti e quadri astrali, di teatro femminista.
Sandra era una donna libera. Sandra era la donna più intelligente che abbiamo conosciuto. Per alcune sorella, per alcune madre buona, leader suo malgrado, lei che non ha mai voluto esserlo. Prima di tutto femminista. Con lei abbiamo esplorato i nostri corpi con gli speculum e gli specchi, le nostre relazioni con l’autocoscienza, abbiamo pensato scenari di altri mondi possibili, una società femminista, una società senza classi.

Era Sandrina nel ’68, militante del movimento, davanti alle fabbriche nell’autunno caldo e in Potere Operaio, convinta del rifiuto del lavoro. Ha attraversato le contraddizioni della militanza con i maschi fino alla scelta di organizzare il primo nucleo femminista a Bologna, con le sue compagne e con le donne che in quegli anni cominciavano la loro presa di coscienza. Diventò una pratica che, partendo dal corpo di ognuna, individuava le urgenze e le necessità, necessità che, in quel momento, si tradussero nella lotta per l’aborto libero e nella pratica autogestita. L’8 marzo del ’77 era nel corteo che era andato ad occupare una casa per farne il Centro delle donne. Nessuna si aspettava la violenza feroce della polizia. Come diceva sempre lei, fu la prova generale dell’11 marzo.

Le strade del femminismo l’hanno portata in Palestina e in Ex Jugoslavia e oggi a sostenere la rivoluzione femminista delle donne curde. Fino a ieri, ha lavorato nell’associazione Armonie che ha contribuito a fondare, in seguito ad alcuni stupri avvenuti al Fossolo, con le donne del quartiere fra le quali la partigiana e sua grande amica Amedea. Insieme hanno zappato, seminato e raccolto nell’orto le zucchine e le rose.

Ad Armonie faceva anche doposcuola con i bimbi e le bimbe migranti che aiutava nei compiti e portava al mare. Non solo militanza ma profondo coinvolgimento emotivo, come in tutto ciò che ha fatto.
E’ stata la nostra compagna in tutte le lotte delle donne di questi lunghi anni.
Lei che credeva, come noi, nella morte della famiglia, ha molto amato la sua famiglia allargata, con la generosità che perdona e non punisce, nella consapevolezza delle sue contraddizioni.
Di tutti i pensieri, di tutte le parole che non possiamo più dirti… Sandra, ci manchi.

Anna Patrizia Teresa

*

Sarà possibile salutare Sandra giovedì 8 febbraio in Certosa,  dalle 13.15 alle 14.15 alla Camera ardente, dalle 14.15 alle 16 al Pantheon