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Rimini / Vittoria delle lotte contro lo sfruttamento nel turismo

Rumori Sinistri: “Seconda sentenza di condanna per minaccia, ingiurie e percosse contro albergatori e risarcimento danni ad una lavoratrice”.

18 Ottobre 2013 - 16:54

Grande vittoria delle lotte contro lo sfruttamento nel turismo!

Una seconda sentenza di condanna per minaccia, ingiurie e percosse contro albergatori e risarcimento danni ad una lavoratrice.

Oggi (ieri, ndr) si è svolto e concluso il procedimento penale davanti al Giudice di Pace di Cesena contro Massimo Cavalli e Damiano Nettuno, imputati per minaccia, ingiuria e percosse nei confronti di ex dipendenti dell’Hotel K2 e dell’hotel Mosè di Rimini, che nel giugno 2010 avevano organizzato – insieme a Rumori Sinistri – alcuni presidi fuori da questi hotel per rivendicare i loro diritti.

Il procedimento vedeva la partecipazione di una sola parte civile costituita, la Sig. Stacchini Emanuela difesa dall’Avv. Paola Urbinati del Foro di Rimini, mentre gli altri lavoratori erano presenti semplicemente come parti offese. All’udienza il giudice ha raccolto la testimonianza della Signora Stacchini, che ha revocato in maniera vivida i fatti accaduti, ed ha poi sentito come testimone il Maresciallo dei Carabinieri Santolamazza che era intervenuto nel corso del presidio. Dopo questi due testimoni, per quanto ce ne fossero altri presenti e disponibili ad essere sentiti, il giudice ha ritenuto di poter già decidere la causa.

Il pubblico ministero ha chiesto per Cavalli la condanna al pagamento di € 500 e, per Nettuno, al pagamento di € 900 a titolo di multa. I difensori degli imputati hanno chiesto l’assoluzione, mentre l’Avv. Paola Urbinati, con le proprie conclusioni, ha chiesto il risarcimento dei danni che la sua cliente aveva subito a seguito delle minacce e delle ingiurie.

Con la sentenza il giudice ha condannato entrambi gli imputati, il Sig. Cavalli al pagamento di € 500, ed il Sig. Nettuno al pagamento di € 700 come multa -del resto i procedimento davanti al giudice di pace raramente comportano pene detentive. Uno degli aspetti positivi della condanna è che il giudice, con la sentenza di oggi, ha anche riconosciuto il diritto al risarcimento danni per la parte civile -la Signora Stacchini, ed ha condannato il Sig. Cavalli a pagarle € 300, e € 700 per il Sig. Nettuno, oltre al pagamento delle spese legali.

Si tratta di una sentenza importante, perché conclude una vicenda che si era aperta nel 2010 e, soprattutto, perché riconosce i danni che sono stati subiti dai lavoratori che all’epoca protestavano dal basso e in forma autorganizzata per la situazione in cui si trovavano e che non sono mai stati pagati per il lavoro svolto presso le strutture di Costa Romagna Hotel, strutture presenti in tutta la riviera romagnola.

È quindi anche un risultato del conflitto prodotto in quell’estate, scioperi selvaggi delle cucine e dei servizi in camera, presidi spontanei fuori dagli alberghi ed una grande soddisfazione umana per la parte civile, Emanuela Stacchini, una delle lavoratrici che, assistita da Rumori sinistri e dall’avv. Urbinati, non ha rinunciato a far valere i propri diritti non solo nelle strade ma anche in sede penale, mentre gli altri lavoratori, scoraggiati dai costi, dalla durata, e dalle difficoltà di un processo penale nonché rassegnati per la mancanza di una strategia con il sindacato che lì seguì all’epoca, non hanno partecipato al procedimento.

Il coraggio di Emanuela e la sua azione, che è anche la nostra e di tutti quei lavoratori e lavoratrici che in questi anni si sono ribellati ai ricatti dei capitalisti nostrani, nonché alle nuove forme e declinazioni dello sfruttamento (quali violenze fisiche e psicologiche), ha trovato un riscontro positivo nella sentenza di oggi.

Sentenza che, insieme alla rinnovata progettualità della rete territoriale contro lo sfruttamento nel turismo che ha promosso la due giorni dello scorso week end dedicata a Florentina Ciobanu e alle continue azioni di supporto per l’autorganizzazione dei lavoratori e lavoratrici stagionali, potrebbe dare coraggio anche ad altri. Lavoratori e lavoratrici che si trovano nelle stesse condizioni di Manuela, e che spesso rinunciano a far valere i propri diritti per timore che conflitto e emersione non servano a nulla e non producono nulla. La sentenza di oggi ci dice il contrario.

Reddito, Diritti, Dignità per tutti e tutte!

Ass. Rumori Sinistri