L’Assemblea Antifascista Permanente annuncia la nuova edizione del “Saggio di un anarchico sul fascismo” pubblicato nel 1922, dove si racconta di come la “rossa” bologna divenne roccaforte dei fascisti e della reazione
A cura dell’Assemblea Antifascista Permanente è appena uscita la riedizione della Controrivoluzione preventiva di Luigi Fabbri, pubblicata nel 1922 con il sottotitolo editoriale “Saggio di un anarchico sul Fascismo” e riproposta ora con un’ampia introduzione. Va da sé che crediamo sia un libro importante anche per capire il nostro presente. Chi volesse acquistare il libro, può farlo rivolgendosi direttamente all’editore: ZERO IN CONDOTTA, Casella Postale 17127 – Milano 67, 20128 Milano, via e-mail: zic at zeroincondotta punto org, oppure zeroinc at tin punto it, o telefonando al 3771455118. Coperte le spese, i proventi saranno impiegati per attività antifasciste. Questa intanto è la IV di copertina:
Nel 1922 Luigi Fabbri compiva quarantacinque anni, era maestro elementare a Corticella in provincia di Bologna e militante anarchico da oltre vent’anni e, per questo, aveva subìto intimidazioni e bastonature da parte dei fascisti. La sua riflessione sul fascismo è anzitutto quella di un testimone che ha visto una città «rossa» come Bologna diventare, nel volgere di pochi mesi, una roccaforte e anzi la «culla» del fascismo e della reazione antiproletaria.
Dinanzi a un fenomeno nuovo e difficile da interpretare, la Controrivoluzione preventiva delineava il formarsi di una cultura reazionaria di massa promossa dallo Stato e dalla borghesia «con la triplice azione combinata della violenza illegale fascista, della repressione legale governativa e della pressione economica derivante dalla disoccupazione». Per Fabbri si trattava di mostrare i «coefficienti» e i «fattori» che collegavano lo squadrismo ai nuovi assetti repressivi del potere statale, politico, culturale ed economico: le violenze fasciste non erano un fenomeno isolato o episodico, ma una funzione fondamentale di quella «controrivoluzione preventiva» attraverso cui la borghesia aggrediva le conquiste operaie e disciplinava la società.
Nonostante alla fine del 1922 i fascisti distruggessero le copie ancora invendute del libro, la tesi di quel saggio, riproposto ora a cura dell’Assemblea Antifascista Permanente di Bologna, ebbe fin da subito larghissima risonanza e contribuì al formarsi in Europa di una coscienza antifascista rivoluzionaria: il concetto di «controrivoluzione preventiva» attraversa infatti per intero la storia intellettuale del Novecento fino a Marcuse e Debord e può fornirci ancora oggi una chiave di lettura degli avvenimenti attuali.
Nato a Fabriano il 22 dicembre 1877, Luigi Fabbri è stato uno dei più attivi militanti anarchici del primo Novecento, in stretto collegamento con Errico Malatesta e i principali esponenti dell’anarchismo internazionale. Redattore con Pietro Gori dell’importante rivista «Il Pensiero», fu autore di numerose pubblicazioni di analisi e di propaganda oltreché di significativi contributi alla vita organizzativa dell’Unione Anarchica Italiana. Nel 1925 egli sarà uno dei tre maestri elementari a rifiutare il giuramento di fedeltà al regime di Mussolini e, in seguito a ciò, prenderà la via dell’esilio, prima a Parigi e poi a Montevideo, ove darà vita alla rivista «Studi sociali». Morirà nel 1935
(dal blog dell’Assemblea Antifascista Permanente)
> Ascolta la registrazione di “Catilina parla”, reading di alcuni passi del libro, il 25 aprile 2009 a Vag61