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“Respinte le ronde da via Zamboni”

Cua: “Decine di studenti hanno mostrato alle guardie la loro chiara e netta ostilità”. E l’Assemblea di Scienze politiche: “Mandata via la polizia che cerca quotidianamente di costruire confini nella facoltà”.

08 Marzo 2016 - 16:14

ronde“Respinte le ronde da via Zamboni!”, riferisce il Cua con un comunicato: “L’avevamo annunciato. In zona universitaria non deve esserci spazio per controllori, guardie o poliziotti vari. Qualche giorno fa l’Università annunciava che, da ieri e per tre mesi, ronde armate avrebbero vigilato nelle ore diurne per le vie del quadrilatero universitario, nelle biblioteche, nelle facoltà e nella sale studio. Il copione è sempre lo stesso, e sempre sbagliato. Ad innegabili difficoltà sociali le istituzioni cittadine sanno rispondere soltanto con politiche paranoiche e securitarie, riempendo i quartieri di militari e pistoleri. Noi non lo accettiamo. Stamattina gli sceriffi dell’Alma Mater hanno cominciato ad aggirarsi per i corridoi della Scuola di Lettere, come se fosse normale uscire da lezione ed incontrare un uomo armato oltre la porta dell’aula. Decine di studenti, prontamente notati gli intrusi, hanno quindi mostrato alle guardie la loro chiara e netta ostilità. Dopo aver respinto il loro vergognoso tentativo di entrare, sempre pistola alla cintura, nella biblioteca di discipline umanistiche, sono stati raggiunti da lanci di uova marce ed hanno valutato bene di andare a lavarsi la divisa ben lontano dalla zona universitaria”.

Continua il Cua: “A tre giorni dal corteo in memoria di Francesco Lorusso, ucciso nel 1977 proprio in zona universitaria e proprio da una guardia armata, è gravissimo che l’Università disponga queste ronde. Ronde che, tra le altre cose, nascono tra il rifiuto generalizzato di studenti, docenti e dipendenti. Non accettiamo oggi e non accetteremo domani che sceriffi ‘Fai da te’ si aggirino per le nostre strade. Agli studenti e alle studentesse servono servizi accessibili, non polizia. Qualora dovessero continuare queste vergognose passeggiate armate ci troveranno sempre pronti e pronte a difendere questo territorio”.

L’Assemblea di Scienze politiche, nel frattempo, continua con le iniziative antimilitariste: “Dopo aver fatto la guerra all’università, ora i baroni e i loro baciapile vogliono mandare l’università in guerra. Panebianco fa lezioni belliche, la casta solidarizza con lui, il rettore e i vertici di Scienze Politiche militarizzano l’università con la presenza permanente di Digos e agenti in borghese. Noi siamo contro la guerra perché è una guerra combattuta innanzitutto contro tutti noi, per mantenerci in condizioni di precarietà e ricatto, per tentare di farci abbassare la testa e costringerci alla solitudine, per distruggere le nostre prospettive di vita a vantaggio di pochi. Per questo ancora una volta questa mattina, dopo aver costruito un check point all’ingresso di Scienze Politiche, abbiamo rivendicato la libera circolazione nella nostra università, mandando via la polizia che cerca quotidianamente di costruire dei confini interni a Scienze Politiche. Con determinazione siamo passati e abbiamo sanzionato gli uffici dei docenti complici”.