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Quando il candidato è social-nostalgico, a sua insaputa

Làbas: alcuni esponenti del centrodestra legati ad un gruppo Facebook in cui si evocano nazismo, Ku Klux Klan e napalm per i centri sociali. E gli interessati? Negano.

19 Maggio 2016 - 12:13

4Dalle immagini naziste alla proposta di riaprire le sedi del Ku Klux Klan: ecco alcuni dei contenuti di un gruppo Facebook a cui, secondo quanto riporta il centro sociale Làbas, sarebbero riconducibili i nomi di alcuni candidati del centrodestra. Scrive Làbas: “Ci segnalano questo gruppo Facebook chiamato ‘Al diavolo i centri sociali’, dove compaiono, da nove mesi, come amministratori Ilaria Giorgetti e Marco Lisei”, la prima presidente in carica del quartiere Santo Stefano e di nuovo in corsa per lo stesso incarico, il secondo candidato in Comune di Fi. “Anche Lucia Borgonzoni, candidata sindaco della Lega Nord- continua Làbas- è membra del gruppo. L’immagine di copertina è inequivocabilmente il lato della caserma Masini di via Borgolocchi. Dopo il caso di Galeazzo Bignami vestito da ufficiale nazista (si tratta di alcune foto spuntate nelle scorse settimane e risalenti, ha spiegato l’interessato, ad una festa di addio al celibato di dieci anni fa, ndr) e degli altri candidati forzisti nostalgici del fascismo, scopriamo che anche loro due hanno simpatie per le discussioni in cui si propone il Napalm per i centri sociali, la riapertura delle sedi del Ku Klux Klan, si definiscono ‘vigliacchi’ i partigiani, si vuole il piombo sui manifestanti e si pubblicano immagini di Hitler. Scorrendo si trovano contenuti di ogni tipo contro gli omosessuali e i migranti”. E non è la prima volta, purtroppo, che capita di incrociare situazioni di questo tipo.

Dopo la segnalazione diffusa da Làbas, Giorgetti ha dichiarato di non aver mai amministrato il gruppo. Lisei ha detto “apprendo ora di essere amministratore”, aggiungendo che non si è trattato di una sua iniziativa, senza però perdere l’occasione di definire (mostrando grande stile) i centri sociali “un tumore” e aggiungendo senza problemi  un “chiamatemi pure fascista”. Intanto, la segnalazione di Làbas risale a ieri e la stampa mainstream oggi ha dato un certo rilievo alla vicenda. Eppure, il profilo di Lisei (insieme ad altri candidati di centrodestra, oltre a quelli già citati) continua a comparire tra gli amministratori del gruppo. Ma, per carità, anche in questo caso gli esponenti della destra sono inciampati in qualcosa “a loro insaputa”.

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