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Puglia / Via gli ulivi, arriva il gasdotto: polizia sgombera gli ambientalisti

Attivisti salentini si oppongono alle eradicazioni delle piante secolari per fare spazio a una condottura proveniente dall’Azerbaigian.

21 Marzo 2017 - 19:00

(da Infoaut)

È iniziata ieri mattina all’alba l’operazione di eradicazione degli oltre 200 ulivi nel comune di Melendugno, nell’area dove dovrebbe sorgere il cantiere per la costruzione del, cosiddetto, microtunnel Tap. Il Tap (Trans Adriatic Pipeline) è il famoso gasdotto di oltre 4000km attraverso il quale giungerà in Italia gas dal sottosuolo tramite una conduttura collegata all’Azerbaigian, passando per Turchia, Grecia, Albania ed infine l’Adriatico, prima del suo collegamento in Salento, oltre il quale passerebbe lungo tutta la dorsale appenninica per collegarsi al nord alla rete nazionale della Snam.

Il progetto, oltre che pericoloso in caso di fuoriuscite di gas, è malvisto anche per l’impatto che avrebbe sul turismo e la bellezza paesaggistica del luogo: per questo negli anni la multinazionale ha provato a comprarsi il consenso della popolazione locale finanziando progetti, sagre di paese e persino quotidiani locali, senza però riuscire nell’intento.

Infatti, poco dopo l’arrivo degli operai scortati da ingenti forze di polizia in assetto antisommossa, il sindaco ha fatto pervenire agli operai della ditta una diffida (con il supporto di tutti i sindaci dei comuni limitrofi) rispetto al proseguimento dei lavori ma che a poco è servita, forti dell’autorizzazione ministeriale e di quella del Servizio provinciale agricoltura facente parte della Regione Puglia, sebbene Emiliano su facebook definisca l’operazione “illegale”. Ma forse è troppo impegnato per le primarie Pd per intervenire seriamente.

A quel punto sono intervenuti diversi attivisti provando a bloccare i camion, sdraiandosi in terra e facendosi spostare di peso. Forti le tensioni con le forze dell’ordine che hanno tutelato gli interessi dell’azienda frapponendosi fra loro e gli attivisti spintonandoli e trascinandoli via. Ugualmente forte scorreva su facebook la protesta nel silenzio, però, delle istituzioni, nonostante gli appelli. Nella mattinata però a qualcosa è servito l’intervento degli attivisti, che sono riusciti a far portare via soltanto 34 degli oltre 200 ulivi previsti.

Nel pomeriggio alle 18.00 è stata convocata un’assemblea cittadina nella quale si sono espressi decine di cittadini contrari e lo stesso sindaco, lanciando un appello alla disobbedienza civile ed alla resistenza non violenta contro le eradicazioni.

Scene già viste fin troppe volte in Val Susa, fatte di interessi di multinazionali e politici senza scrupoli che attraverso la scorta di forze dell’ordine in tenuta antisommossa si appropriano dei territori cacciando e malmenando la gente per far spazio a cementificazioni selvagge, distruzione ed inquinamento ambientale. E poi quegli stessi Jersey, blocchi di cemento e reti metalliche che delimitano le aree del cantiere che oggi, malauguratamente, condividono il cantiere Tav con quello Tap, a segnare di netto l’idea di difesa che hanno dei loro progetti, nemmeno fossero fortini militari, con tanto di truppe attorno.

Stamattina, intanto, fin dalle 5.00, le forze dell’ordine sono all’erta nei pressi della zona per far procedere i lavori. La popolazione, con le sue pratiche di resistenza, è ugualmente all’erta.