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Privatizzazione Hera, “Merola vuole riuscire dove ha fallito Berlusconi”

I comitati Acqua bene comune contro la decisione di abbassare sotto il 51% le quote pubbliche della multiutility: “Democrazia cancellata, ignorata, strappata”.

01 Dicembre 2014 - 18:50

acquaL’annuncio di Merola e le precisazioni di Manca svelano l’intenzione di scendere nella proprietà di Hera sotto il 51%. Trainati da Renzi e dalla legge di stabilità che prevede vantaggi per le amministrazioni pubbliche che vendono le azioni delle aziende di gestione dell’acqua, i sindaci del territorio emiliano romagnolo intendono realizzare quello che non riuscì a Berlusconi col decreto Ronchi, abrogato col referendum del 2011. A nulla vale che nella nostra regione alle ultime elezioni regionali abbia votato poco più della metà di coloro che si sono espressi contro la privatizzazione dell’acqua e della sua mercificazione.

La democrazia è cancellata, ignorata, strappata. Da tempo denunciamo che la gestione dell’acqua e dei servizi pubblici attraverso aziende quotate in borsa, danneggia i cittadini e gli utenti.

Opacità della gestione, aumenti tariffari insostenibili, negazione del diritto umano all’acqua, peggioramento delle condizioni di lavoro e aumento del lavoro in appalto, scarso controllo delle amministrazioni pubbliche, diminuzione degli investimenti, erogazione dei dividendi agli azionisti tramite l’indebitamento, impoverimento della risorsa idrica e mancato coordinamento della gestione della risorsa.

Questi sono gli effetti del processo strisciante della privatizzazione in atto in questi anni.

Oggi questa accelerazione, si configura come un processo definitivo di espropriazione delle comunità locali. Invitiamo quindi tutti i soggetti che si sono battuti contro le privatizzazioni a dar luogo ad un ampio schieramento contro queste misure. Invitiamo i consiglieri comunali ed i sindaci a pronunciarsi, respingendo questo ricatto: tagli o svendi il patrimonio pubblico. Invitiamo i cittadini a protestare contro gli aumenti tariffari e l’alienazione del patrimonio pubblico. L’obiettivo resta quello della ripublicizzazione del servizio idrico, unica alternativa alla consegna ai mercati finanziari di un bene vitale come l’acqua. Come Comitati Acqua Bene Comune dell’Emilia Romagna attiveremo in questi giorni le necessarie iniziative di contrasto a queste misure.

Comitati Acqua Bene Comune Emilia Romagna