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Presidio alla Sda, “cariche della polizia e due facchini feriti”

A Sala Bolognese. Lo riferisce Sgb: “Ignobile attacco a chi lotta contro sfruttamento e caporalato”. Intanto, Riders Union: “Con Food Pony fumata grigia, continuiamo la mobilitazione”. E stamattina un morto sul lavoro: operaio travolto sull’A14.

27 Marzo 2018 - 14:01

Cariche della polizia ai cancelli del magazzino Sda di Sala Bolognese e due feriti tra i lavoratori. Lo riferisce l’Sgb: “Da questa notte è Iniziato lo sciopero dei facchini Sda contro la sospensione dei delegati Sgb, le decine di procedimenti disciplinari che la cooperativa Dedalog sta inviando e le minacce dei caporali nei confronti di chi rivendica diritti. Questa mattina  è intervenuta la polizia che ha caricato i lavoratori, in presidio davanti ai magazzini di Sda per chiedere l’immediata apertura di un confronto che porti al reintegro dei delegati Sgb, sospesi cautelativamente a causa di una contestazione disciplinare pretestuosa, per la quale l’azienda si rifiuta anche di permettere la visione di documentazione che servirebbe, a nostro avviso, a scagionare i lavoratori dalle accuse che l’azienda gli rivolge. Due lavoratori sono stati feriti e hanno dovuto ricorrere alle cure mediche. Riteniamo questo un ignobile attacco a chi, tutti i giorni, si confronta con dinamiche di sfruttamento e di vero e proprio caporalato. Non è un caso che i lavoratori colpiti siano proprio quelli che ogni giorno portano avanti, dentro il magazzino, una battaglia per la conquista di diritti e dignità per tutti i lavoratori. Al momento i lavoratori si trovano in presidio davanti ai cancelli e non smobiliteranno sino a quando non si avvierà una seria trattativa per il reintegro dei delegati”.

Da Riders Union, intanto, un aggiornamento sulla situazione all’interno di una delle piattaforme di delivery presenti a Bologna. “Fumata grigia, ma continuiamo a mobilitarci”, è il titolo di un intervento pubblicato su Facebook: “Mercoledì 21 marzo le lavoratrici e i lavoratori di Food Pony – Driver a Bologna hanno avuto un primo incontro con l’amministratore dell’azienda Marco Actis. Food Pony è infatti l’azienda che fornisce a Just Eat Italia il servizio di consegne a domicilio per i ristoranti che non dispongono dei propri fattorini. L’assemblea dei/delle rider nel gennaio 2018 aveva prodotto una piattaforma di rivendicazioni in cui si evidenziavano le criticità vissute nel loro lavoro e si avanzavano richieste di miglioramento: – Possibilità di passare ad un contratto di tipo subordinato per i lavoratori full-time (attualmente Foodpony applica dei contratti di tipo Co.co.co. ); – Aumento dell’attuale paga oraria; – Pagamento di tutte le ore di disponibilità a partire da inizio turno: al momento i lavoratori di Foodpony devono attivarsi attraverso l’app ad orari fissati dall’azienda, ma iniziano ad essere pagati soltanto a partire dalla prima consegna che gli viene assegnata, dovendo spesso aspettare anche un’ora o più senza essere retribuiti. Addirittura può succedere che Foodpony decida di non far lavorare un rider che è in turno, dandogli una ‘indennità’ di reperibilità 4 euro complessivi! Ma ogni turno assegnato è un turno lavorato: va garantita una congrua retribuzione per il tutto il tempo messo a disposizione; – Indennità mensile per l’uso del mezzo proprio, o rimborso a carico dell’azienda dei costi di manutenzione, dato che è stato riscontrato dai lavoratori un costo di manutenzione media mensile dei propri mezzi attorno ai 20 euro”.

Continua Riders Union: “La risposta dell’azienda a queste richieste è giunta dopo più di un mese, dopo che i lavoratori e le lavoratrici di Bologna hanno comunicato la loro adesione allo sciopero dei ciclofattorini indetto da Riders Union per il 23 febbraio 2018. In seguito a questa manifestazione, Actis si è impegnato a venire in sede a Bologna per incontrare le rappresentanze dei lavoratori. All’incontro del 21 marzo ha partecipato una nutrita delegazione di rider, che ha ribadito quali solo le problematiche più sentite dai lavoratori. Da parte sua Actis ha dichiarato che i ricavi dell’azienda dipendono dal contratto che quest’ultima ha stipulato con Just Eat e come abbiano sempre cercato di offrire ai loro collaboratori le migliori condizioni possibili e come inoltre l’inquadramento contrattuale sia migliore di quello che hanno i lavoratori di alcune delle altre piattaforme. L’amministratore ha mostrato però chiusura sulla possibilità di migliorare nel breve periodo le condizioni contrattuali, appellandosi alle difficoltà nel muoversi in un mercato, quello del food delivery, che spinge al ribasso su retribuzione e garanzie. Si è dimostrato disponibile a incontrare periodicamente i lavoratori e dice di aver recepito quali sono le maggiori criticità, altresì conferma la disponibilità a partecipare ai tavoli cittadini portati avanti dall’Amministrazione comunale e il collettivo di tutti i ciclofattorini di Bologna Riders Union. A questo punto ci aspettiamo che l’azienda, come ha mostrato una disponibilità nell’ascoltare i lavoratori, faccia anche dei primi passi per migliorarne le condizioni di lavoro andando a intervenire al più presto su alcune delle problematiche evidenziate. Noi continueremo a mobilitarci insieme con tutti i rider a Bologna e nelle altre città italiane ed europee, rivendicando miglioramenti delle condizioni contrattuali e lavorative! Invitiamo quindi tutti i lavoratori di Food Pony in Italia a prendere contatto con noi (scrivendoci alla pagina FB, alla mail ridersunionbologna@gmail.com oppure semplicemente incrociandoci nelle strade) per condividere un percorso che possa portare ad un dialogo permanente con l’azienda e a dei miglioramenti sostanziali nelle condizioni di tutti i lavoratori e le lavoratrici”.

Infine, sempre in tema di lavoro, si apprende oggi dalla stampa mainstream dell’ennesima morte bianca: un operaio, che stava lavorando all’interno di un cantiere lungo l’A14, è stato investito e ucciso all’altezza di San Lazzaro.