Acabnews Bologna

Picchetto antisfratto a Imola: due denunciati

Gli attivisti: “Un problema sociale che colpisce centinaia di famiglie è stato oggi trasformato in un problema di ordine pubblico”. A Bologna, intanto, solidarietà da Asia-Usb e Hobo dopo lo sgombero di “Oxi”.

21 Luglio 2015 - 16:58

imStamattina lo Sportello Antisfratto di Imola e altri/e solidali “si sono ritrovati per difendere il diritto alla casa di una famiglia che, dopo aver pagato un mutuo per più di 8 anni versando oltre 80.000 euro, si è ritrovata in condizioni precarie dovute alla perdita del lavoro e non è più riuscita a sostenere il pagamento delle rate”, raccontano gli attivisti dello Sportello con un comunicato stampa. “La casa è stata perciò pignorata dalla banca e svenduta con la famiglia che ancora ci vive dentro. Dopo aver passato mesi senza che le Istituzioni proponessero soluzioni adeguate, nella mattinata si è svolto l’ennesimo accesso dell’ufficiale giudiziario per eseguire lo sfratto. A trattative in corso si è verificato l’intervento immotivato del Commissario capo di Polizia di Imola, che in una situazione, pur nella sua gravità, di relativa tranquillità, è intervenuto strattonando e spingendo i/le solidali mentre questi stavano solo richiedendo di attendere che l’ufficiale giudiziario finisse di parlare e non si creasse ulteriore tensione. L’esito dell’operato del Commissario e del conseguente intervento della celere ha portato ad una grave degenerazione della situazione, esasperando gli animi dei componenti della famiglia sotto sfratto: non ci pare che il Commissario si sia comportato nel rispetto delle sue funzioni, ovvero quelle di mantenere l’ordine pubblico, avendo con le sue azioni provocato l’aggravamento di una situazione già di per sé drammatica, che solo grazie alla lotta per il diritto all’abitare si è risolta con un rinvio dello sfratto”.

Prosegue il comunicato: “Un problema sociale che colpisce anche a Imola centinaia e centinaia di famiglie è stato oggi trasformato in un problema di ordine pubblico, e due compagni sono stati ora denunciati per resistenza aggravata, senza che nessun atteggiamento aggressivo sia mai stato mosso dai/dalle solidali presenti. È ora che l’Amministrazione Comunale si assuma la responsabilità della situazione di emergenza abitativa che si sta creando in città con i fatti e non solo con le parole. Chiediamo quindi di non perdere ulteriore tempo e di porre all’attenzione del dibattito pubblico: una moratoria sugli sfratti; il recupero delle case popolari sfitte e inutilizzate; la fine della svendita del patrimonio delle case popolari. L’emergenza abitativa è un problema, la soluzione non è la repressione!”.

A Bologna, intanto, si segnalano ulteriori attestati di solidarietà dopo l’immediato sgombero dell’occupazione “Oxi” da via dei Mille: il nuovo questore “ancora una volta attraverso l’uso della repressione ha fatto capire che in questa città non c’è spazio per il dissenso organizzato e le forme di resistenza da parte di coloro che subiscono ogni giorno l’effetto di politiche di macelleria sociale”, è il messaggio firmato da Asia-Usb. “Tutto ciò in un contesto in cui le istituzioni non assumono la responsabilità di una situazione che va sempre più radicandosi e che ogni anno coinvolge sempre più persone. Una mancanza di soluzioni che ha lasciato la gestione di un’emergenza sociale nelle mani della questura rispondendo a bisogni concreti e legittimi con i manganelli e gli sgomberi, una politica che non farà altro che peggiorare la situazione.
Cosi come a Bologna, anche in tutta la regione Emilia Romagna, i dati mostrano che il numero di sfratti è in continuo aumento e se le istituzioni Comunali e Regionale non si prendono la responsabilità di stanziare più fondi per le case popolari e per un piano di regolarizzazione delle occupazioni abitative, la situazione sarà destinata ad aggravarsi”.

Anche Hobo prende pubblicamente posizione: “Ancora uno sgombero nella Bologna del Pd. È quello di Oxi, con tante famiglie, bambini e soggetti colpiti dalla crisi che esercitavano il legittimo diritto all’abitare. Una volta si diceva: il comune chiama, la questura esegue. Ora la questura esegue senza neppure bisogno di aspettare la chiamata, sicura dell’approvazione del potere politico. Lo dimostrano le pronte felicitazioni di Merola: la legalità è stata ripristinata, a un po’ di precari e disoccupati anche oggi è stato tolto un tetto, scudi e manganelli sono stati impiegati per restituire uno spazio alla polvere e alla speculazione, i bolognesi possono dormire sonni tranquilli. Ma noi continueremo ad affermare il no a questo sistema di potere dei pochi fondato sullo sfruttamento e l’impoverimento dei molti. Qui come in Grecia e ovunque, gli oxi vivono nelle lotte”.