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Piano freddo, posti esauriti nel giro di dieci giorni

In strada meno senzatetto storici, ma forte presenza di migranti usciti dai percorsi di accoglienza. E continuano gli sfratti: l’Adl Cobas ottiene il rinvio di quello di Joseph, al quarto accesso.

11 Dicembre 2015 - 13:00

dormitoriNel giro di una decina di giorni i posti messi a disposizione dal Comune per il Piano freddo, partito l’1 dicembre e attivo fino a marzo, sono stati tutti occupati. In totale si tratta di circa 260 letti, in linea con l’anno scorso, suddivisi in 11 strutture: si trovano a Casa Willy (50), nelle ex cucine di via Pallavicini (30), al capannoncino dello Zaccarelli (30 posti), al Beltrame (25), in alcune parrocchie e alla Capanna di Betlemme che ha attivato alcuni posti per l’accoglienza invernale. “Al momento i posti ufficiali sono finiti fino a gennaio, quando aprirà villa Serena che ne ha altri 60- spiega l’Help Center della stazione- e poi ci sono i posti che si liberano di giorno in giorno, per mancato rinnovo o assenza per due notti”. L’accoglienza, infatti, dura per 15 notti con eventuale rinnovo da parte del servizio inviante e dopo due giorni di assenza la persona perde il diritto al posto letto. Secondo l’Help Center, ci sono meno senzatetto cronici o persone che erano in strada da molto tempo, entrati in progetti di housing first, ma  dall’altro c’è una forte presenza di migranti usciti dai percorsi di accoglienza e finiti in strada.

Va segnalato, poi, che in molti casi i posti per l’accoglienza di cui si parla sono sempre gli stessi e finisce che per qualcuno che entra, c’è qualcuno che deve uscire. E’ il caso di un gruppo di occupanti sgomberati dall’ex Telecom, a cui era stata fornita una sistemazione al dormitorio Beltrame: con l’avvio del Piano freddo, hanno dovuto lasciare la struttura.

E poi, purtroppo, già si può immaginare che, come negli altri anni, tra qualche mese si manifesterà il problema di chi, concluso formalmente il periodo di copertura del Piano freddo, non saprà dove andare.

Intanto continua ad allungarsi l’elenco degli sfratti che non si concretizzano solo grazie all’intervento degli attivisti del movimento per la casa. Oltre ai casi più recenti segnalati in questi ultimi giorni, un altro picchetto ha avuto luogo mercoledì. Racconta l’Adl Cobas: “Rinviato lo sfratto al quarto accesso di Joseph e moglie! In Italia da ormai 35 anni e in quella casa da 30, per colpa della crisi si è ritrovato ad essere moroso. Purtroppo non si tratta di un caso isolato: lo scenario odierno a Bologna vede gli sfratti aumentati vertiginosamente, almeno 1500 nel solo 2015. Joseph ha provato a trovare una soluzione rivolgendosi agli assistenti sociali, ma l’unica risposta che l’amministrazione ha saputo dargli è stato un posto in dormitorio per la moglie, e per lui la strada. La stessa risposta che vediamo dare a chiunque si trovi in difficoltà con la casa in città. Come infatti non ricordare, insieme al già citato aumento degli sfratti, i numerosi sgomberi di occupazioni abitative susseguitisi da giugno fino ad oggi, quando in via Agucchi ormai da 3 giorni si resiste sul tetto dello stabile di proprietà delle Poste. La Bologna che vogliamo è quella solidale, che coopera per garantire a tutte e tutti il diritto a una casa in cui vivere dignitosamente, non quella in cui l’amministrazione si rifiuta di trovare soluzioni ai problemi abitativi!”.