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Photinia, Merola confessa: “L’ho tolta io”

Il profilo Facebook dell’albero di piazza Verdi: “Sindaco in mala fade”. Procura annuncia denunce per danneggiamento aggravato per il blitz artistico di ieri al Teatro Comunale. Dalla politica locale strepiti e grida di sdegno.

06 Settembre 2013 - 16:40

“L’ho tolto io”, ammette il sindaco Virginio Merola, a riguardo dell’albero piantato a giugno in Piazza Verdi e sparito pochi giorni fa senza che nessuno se ne assumesse, finora, la responsabilità: “Hanno piantato abusivamente un albero, dopodiche’ hanno pensato di andarsene in ferie e che la rivoluzione poteva attendere. L’albero si è seccato e l’abbiamo tolto. Questo – prosegue sprezzante Merola – è il grave scontro politico che c’é stato sull’albero”.

La smentita arriva subito dal profilo Facebook aperto a nome della stessa Photinia: “Bologna ha un sindaco veramente poco all’altezza. Fino a quando sono stata in Piazza Verdi non ero affatto secca, il Cua invece c’è stato ogni giorno a darmi l’acqua. Casomai è proprio il sindaco che parla in mala fede e in quella piazza non ci è mai passato, e ha orchestrato il mio sequestro sperando che passasse in sordina. Ma gli studenti di questa piazza hanno occhi e orecchie ovunque!”

Nel frattempo dalla politica locale piovono strepiti e grida di sdegno sul blitz comunicativo messo in atto ieri dal Cua stesso, che in risposta alla rimozione dell’albero ha disegnato tre sagome sulla facciata del Teatro Comunale, coprendo peraltro una parete già sporca e imbratata: “A chiunque imbratta una roba, si applicano le regole previste dal codice – dice sempre Merola – Come sindaco devo dire che subiranno le conseguenze penali di risarcimento danni e di costituzione di parte civile del Comune”. Il consigliere Pd al S.Vitale Amedeo Bianchi straparla di “atti che non dovrebbero essere tollerate da alcuna società civile”, l’assessore al commercio Nadia Monti di “gesto di pessimo gusto, prevaricazione, mancanza di rispetto”, e il leghista Manes Bernardini arriva (come almeno una volta al mese) a invocare “chiusura dei centri sociali e fogli di via”. In questo clima, la procura ha fatto sapere di aver aperto le indagini per il reato di danneggiamento aggravato nei confronti degli attivisti che hanno tracciato le sagome.