Attualità

Palestina / CO.R.Um: un viaggio dentro la società palestinese

Attraverso il blog Vik2gaza, il convoglio “Restiamo umani” ci offre un attuale spaccato della società Palestinese, dei problemi che l’affliggono e del desiderio di riscossa che l’attraversa.

16 Maggio 2011 - 19:09

Giovedì 12 Maggio, gli 80 attivisti del convoglio “Restiamo Umani” sono entrati a Gaza attraverso il valico di Rafah. Solidarietà attiva alla quotidiana lotta di resistenza contro l’occupazione israeliana, diritto al ritorno di tutti i profughi, rescissione degli accordi politici ed economici con Israele: queste sono le pratiche e i messaggi di cui il Co.R.Um si fa portatore.

Ad esempio, ieri, i solidali hanno offerto complicità e sostegno ai resistenti che violavano per la prima volta la buffer zone nei pressi di Eretz e, insieme a loro, hanno sfidato le pallottole assassine di Tsahl. I cecchini dell’esercito israeliano hanno, infatti, represso nel sangue l’iniziativa e tutte le altre manifestazioni di protesta svoltesi in occasione del 63° anniversario della Nakba. Ma, nonostante questo non sia affatto poco, c’è dell’altro. Infatti, per mezzo del blog che segue le tappe della carovana, la permanenza del convoglio nel lembo di terra che Vittorio “Vik” Arrigoni ha difeso al grido di “Restiamo umani” diviene testimonianza diretta e fruibile delle condizioni di vita della popolazione gazawa e del desiderio di riscatto che attraversa la società palestinese.

Il Co.R.Um, dunque, rappresenta anche un modo efficace per dare voce a chi patisce quotidianamente i soprusi dello stato israeliano.

E’ questo il caso dei pescatori di Gaza che ci ricordano le condizioni in cui sono costretti a lavorare. “Nonostante i trattati internazionali prevedano la sovranità di uno stato sino a venti miglia marine, lo stato d’assedio costringe i circa 4000 pescatori di Gaza a fermarsi entro le tre miglia marine”. Qualora lo stato d’assedio venga violato, Tsahal è sempre pronto ad arrestare (150 solo negli ultimi anni), sequestrare imbarcazioni, ferire ed uccidere. Oliva, l’imbarcazione varata da Vittorio Arrigoni per praticare l’interposizione anche in mare e consentire l’attività di pesca oltre il limite delle tre miglia, è ormeggiata al porto di Gaza City e presto prenderà nuovamente il largo per assistere i pescatori.   A prendere la parola sono poi i giovani; il Co. R.Um è, infatti, anche un orecchio teso verso le nuove forme di aggregazione politica giovanile. All’incontro partecipano tre gruppi. Il primo è il “Collettivo 15 marzo” che deve il suo nome alle rivolte giovanili del Nordafrica. La sua caratteristica principale sta nell’aver scelto la comunicazione sul web per raccontare la Palestina e i palestinesi. Il secondo gruppo è il movimento del 5 giugno, dedito soprattutto al volontariato sociale. C’è poi il GYBO (Gaza Youth for break out) di cui si è sentito tanto parlare su Facebook . Tale gruppo si contraddistingue per la dura critica nei confronti delle autorità palestinesi, dell’Onu e degli Stati uniti, di tutti quegli attori, cioè, che hanno mostrato una chiara incapacità nel gestire la situazione palestinese. Questo gruppo è particolarmente attivo contro gli abusi economici ed edilizi perpetrati da Israele. Occorre, infine, ricordare che tutte e tre le realtà cui si è accennato confluiscono nel Movimento popolare per la Resistenza per il quale è centrale la questione dei detenuti politici nelle carceri isreliane come in quelle delle due autorità palestinesi.

Un viaggio come quello degli 80 solidali giunti in Palestina lo scorso 12 Maggio è anche un viaggio della memoria. Quando si visita Gaza, è impossibile non trasalire di fronte alle centinaia di palazzi sventrati dalle bombe israeliane, dei campi inariditi dal fosforo bianco o, peggio ancora, dei racconti che gli stessi gazawi fanno nel ricordare l’operazione Piombo fuso, 1400 civili uccisi e “due tonnellate e mezzo di democrazia israeliana”. La storia a cui alludo è quella della famiglia Al Samoni, il tragico destino di trenta persone rifugiatesi dentro casa sotto indicazione dello stesso esercito israeliano che polverizzò in seguito l’edificio con una pioggia di bombe, impedendo l’arrivo dei soccorsi. Questo ed altro potrete trovare nel blog VIk2gaza, uno spazio in rete attraverso il quale l’opera di Vik può proseguire nello spirito da lui indicato.