Acabnews Bologna

Oplà, tutti schedati

Dalla settimana prossima il Comune di Bologna rilascerà, salvo alcune eccezioni, solo la carta di identità elettronica: per ottenerla, è necessario rilasciare le proprie impronte. Non era mai stato un obbligo.

14 Marzo 2018 - 13:12

Lunedì mattina i cittadini bolognesi, molti senza saperlo, si sveglieranno tutti meno liberi. Il motivo è in un annuncio che può sembrare innocuo, strombazzato ieri sull’home page di Palazzo d’Accursio: “Dal 19 marzo il Comune erogherà solo Carte di identità elettroniche. La nuova carta è innovativa e sicura: un microprocessore proteggerà i nostri dati”. Un microprocessore a radiofrequenza, più precisamente: è la tecnologia Rfid, da almeno 15 anni sotto bersaglio degli hacker di tutto il mondo, riusciti più volte a ‘bucarla’. “Questa tecnologia rende il documento molto piu’ sicuro di quello cartaceo soprattutto rispetto al rischio di contraffazione”, assicura il Comune, omettendo o non volendo vedere che rende molto più vulnerabili al furto di identità.

Fosse tutto qui. L’aspetto più preoccupante arriva al settimo paragrafo del comunicato: “Oltre alla procedura normale di identificazione, sarà necessario fornire all’operatore le impronte del dito indice di entrambe le mani”. Proprio così: per avere la carta d’identità, un documento indispensabile, diventa obbligatorio lasciare le impronte digitali. Fino a oggi era costretto a darle alle autorità solo chi si trovava in stato di fermo di polizia. Oggi, tutti. Da un giorno all’altro, schedatura di massa.

Per memorizzarla sui server del Viminale, della cui inviolabilità viene chiesto di fidarsi, e in un chip wifi che la trasmette costantemente nelle immediate vicinanze. Qualcuno ripeterà che la tecnologia è sicura, sicurissima. Chissà se ha mai provato a cercare “crack rfid” su un motore di ricerca.

Ovviamente il Comune non ha deciso da solo: si adegua a un decreto dei ministeri dell’Interno (ai tempi, Alfano) e della Semplificazione (Madia) datato 23 dicembre 2015, che però non impone tempistiche tassative. Ma ai nostri amministratori è sempre piaciuto dar sfoggio di solerzia. Il decreto comunque (eccolo) può rivelarsi una lettura interessante: in appendice, ha tutte le specifiche tecniche del nuovo documento, diverso anche dalle carte elettroniche rilasciate fino a un paio d’anni fa.

La carta …di carta non sparisce del tutto: dato che servono alcuni giorni per ottenere quella elettronica, “in casi di reale e documentata urgenza”, spiega il Comune, si potrà ottenere il vecchio documento: tra questi casi, un viaggio imminente, la partecipazione a concorsi, gare pubbliche o consultazioni elettorali.