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Opinioni / Merola, l’integrazione e la Cirenaica

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un residente del quartiere inviata alla nostra redazione in vista della terza Festa multietnica che si svolte in Cirenaica, a cui parteciperà anche il sindaco Virginio Merola.

08 Giugno 2013 - 16:53

Attenzione, abbiamo un sindaco della dis-Integrazione

Domenica 9 giugno ci sarà la terza edizione della festa della multiculturalità nel rione della Cirenaica del Quartiere san Vitale.

Questo quartiere per tutto l’anno rimane un territorio privo di iniziative di integrazione, esclusi i giorni in cui si svolge la festa , e per il resto dell’anno è oggetto al disinteresse delle decisioni politiche ed amministrative di questa Giunta.

Per chi non lo sapesse, nel quartiere San Vitale esiste il dormitorio “Beltrame”, il più capiente di Bologna, aperto tutto l’anno. E’ una struttura soggiogata dalle decisioni politiche di un sindaco che non permette di offrire assistenza degna a tutte le persone che ne usufruiscono. Ogni anno diminuiscono i posti letto, la disponibilità di ottenere un pasto alla mensa e la riduzione programmatica e incessante di altri servizi, da quello sanitario a quello dei programmi di integrazione.

Il sindaco ha chiare posizioni su queste tematiche che si ripetono annualmente; Merola non crede all’integrazione, perché se ci credesse davvero non darebbe il consenso a Forza Nuova e a CasaPound di manifestare in un luogo pubblico, chiuderebbe la sede fascista di “Sole e Acciaio” situata in via Malvolta 16, non darebbe il consenso al partito della Lega Nord di attuare ronde discriminatorie all’ospedale Maggiore per “cacciare anche con la forza le persone rom”..

Avrebbe inoltre potuto gestire l’Emergenza Nord Africa in modo umano evitando di chiudere le strutture (diventati in seguito solo dormitori) e avrebbe potuto non mettere per la strada circa 300 persone con solo 500 euro di buona uscita date dalle strutture gestite dall’Asp di Bologna, senza un lavoro, senza aver fornito corsi di italiano né altri servizi formativi, lasciandoli in altre parole senza un futuro.

Dal 31 dicembre 2012 le strutture Prati di Caprara, Villa Aldini e Milliario sono passate dalla gestione della Protezione Civile direttamente al Comune di Bologna, e qui la responsabilità diventa diretta.

Il 31 marzo 2013 è “finita l’emergenza” e per decisione politica le strutture di accoglienza sono state chiuse definitivamente, senza prologa e senza aver trovato soluzioni alternative.

In quei giorni le forze dell’ordine eseguivano gli ordini di sgombero degli occupanti temporanei della struttura Prati di Caprara.

Come possiamo constatare l’Emergenza Nord Africa che è durata due anni, non ha portato a una volontà di integrazione dei richiedenti asilo fuggiti dalle guerre nate in Nord Africa nel corso del 2011.

Il primo passo per realizzare un’ integrazione corretta è scegliere politicamente di dare possibilità di riscatto ai rifugiati presenti nel nostro territorio, nel rispetto dei diritti umani.

Chiediamo la chiusura del Cie di Bologna e di quelli di tutta Europa.

Un antifascista della Cirenaica