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Occupazioni abitative, “rotto un tabù. Ma l’articolo 5 va cancellato del tutto”

Social Log sull’emendamento approvato ieri alla Camera: “I diritti umani non possono essere lasciati nelle mani dei sindaci”. Asia-Usb torna a protestare sotto la Regione e Pugno chiuso organizza nuovi picchetti anti-sfratto in via Gandusio.

16 Marzo 2017 - 18:47

“Rotto il tabù dell’articolo 5. Ad un passo dalla vittoria andiamo avanti con la lotta e il conflitto sociale! Ieri è stato approvato dalla Camera un emendamento al disgraziatissimo Decreto Sicurezza, che stabilisce una possibile deroga, in capo alla decisione dei sindaci, all’articolo 5 del Piano Casa dell’ex Ministro Lupi in materia di utenze di acqua, luce e gas e di accesso alle graduatorie dell’edilizia popolare pubblica per occupanti. Nei fatti viene rotto l’automatismo della negazione delle utenze agli stabili occupati e dello status civile per quanti vivono in occupazioni abitative. Ora che il principio di base che reggeva l’articolo 5 è stato messo in crisi bisogna cancellare definitivamente quell’infame e crudele articolo!”. E’ il commento del collettivo Social Log, che aggiunge: “Prendiamo parola per rivendicare politicamente questo primo passo in avanti sul fronte del diritto all’abitare determinato e provocato dall’intensità e dalla determinazione del conflitto e dello scontro sociale che nella nostra città è riuscito nei mesi scorsi a raggiungere importanti risultati come il riallaccio delle utenze alle occupazioni abitative dell’ex Telecom, di via Mario de Maria, e di via Mura di Porta Galliera, costringendo l’amministratore a recepire l’insostenibilità pratica dell’applicazione dell’articolo 5 e a firmare decreti che ne annullavano gli effetti. Ciò è valso anche l’apertura di fascicoli di inchiesta della magistratura bolognese da sempre maniaca e ossessionata dalle lotte sociali”.

Però, mette in chiaro il collettivo, “non stiamo dichiarando la vittoria finale: il mandato alla decisione e alla discrezionalità dell’amministratore di turno sull’applicazione o meno dell’articolo 5 non la riteniamo ammissibile. Basti pensare alle scelte, più che certe, di questa renzianissima giunta Merola davanti a nuove occupazioni abitative: non abbiamo dubbi che pur di mostrare la fermezza contro i poveri e le povera della città del ‘nuovo campo progressista’ non esisterebbe a lasciare senza acqua, utenze e diritti civili decine e decine di uomini, donne e bambini, e con sprezzo leghista ordinare sgomberi e aggressioni poliziesche contro gli occupanti. L’articolo 5 va cancellato totalmente, non si può lasciare nelle mani dei sindaci, suscettibili di interessi di partito e convenienze di affari, la decisione su una materia così importante come i diritti fondamentali dell’uomo!”.

Asia, intanto, invita a portare avanti la mobilitazione contro la nuova legge regionale sull’Erp: “Insieme agli inquilini delle case popolari, torniamo sotto la Regione! Dopo la prima manifestazione il 20 dicembre, abbiamo continuato ad informare e organizzarci insieme agli inquilini dei quartieri popolari di Bologna. Dall’1 gennaio è entrata in vigore la nuova legge sulle case popolari, voluta dalla Gualmini e dal Pd. I principali effetti della sua applicazione saranno l’abbassamento della soglia di permanenza a 24016 euro Isee annuo e un aumento degli affitti. Con la scusa di colpire ricchi e furbetti, si cercherà invece di eliminare il diritto alla casa popolare a tantissimi nuclei familiari. Dalla Barca, a San Donato fino al Pilastro, gli abitanti non solo vogliono che questa legge vada cancellata immediatamente, ma pretendono un’inversione di rotta nella gestione Acer e un rilancio del patrimonio edilizio pubblico. Le case popolari sono un diritto per tutti, non un guadagno per pochi!”.

Infine, Pugno chiuso segnala che “in via Gandusio non si fermano gli sfratti, infatti ce ne saranno il 22 marzo e il 12 aprile. Non sapendo con quali intenzioni li vogliano eseguire, chiediamo a tutti voi di intervenire numerosi per difendere” gli inquilini.