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Nuova autoriduzione in mensa e striscione al rettorato: “Mo’ basta!”

Cua da via Zamboni: “Cento metri tra le vostre poltrone e i nostri bisogni”. Il collettivo replica anche alle polemiche apparse sui giornali riguardo le iniziative autogestite in Università: “Vecchia la retorica, stessi gli interessi”.

28 Aprile 2016 - 17:15

Cento metri tra le vostre poltrone e i nostri bisogni!

Autoriduzione in mensa (foto Cua)All’interno della campagna per il reddito ed il diritto allo studio “Mò Basta” quest’oggi siamo tornati in mensa dopo l’autoriduzione della scorsa settimana, dove già 180 studenti avevano partecipato all’iniziativa. Anche oggi circa 200 studenti sono riusciti ad accedere un pasto dignitoso ad un prezzo accessibile.

Oggi però non ci siamo voluti limitare ad autoridurre il pasto, abbiamo voluto portare la nostra voce fin sotto il rettorato, sanzionandolo, in quanto palazzo che rappresenta i reali responsabili di questa situazione.

Al silenzio del rettore di fronte alle richieste degli studenti che nell’arco di una settimana hanno praticato ben due autoriduzioni del pranzo al grido di “oggi 3€ possono bastare”, abbiamo quindi appeso degli striscioni fuori dal palazzo del rettore: “Cento metri tra le vostre poltrone e i nostri bisogni” e ancora “6€ per un pasto? Mo Basta, autoriduzione!”. Con questo passaggio abbiamo voluto ribadire che non siamo disposti ad accettare i disservizi e le speculazioni sulle nostre teste.

Il riempirsi di studenti che solitamente non frequentano la mensa e che invece grazie all’autoriduzione riescono ad accedervi è il segnale di quanto i servizi offerti dall’alma mater siano esclusivi.

Abbiamo dimostrato che attraverso l’autorganizzazione possiamo riprenderci ciò che quotidianamente viene negato a noi studenti, ma questo non ci basta!
Vogliamo risposte reali e concrete da parte dell’università, vogliamo poter accedere ogni giorno dell’anno alla mensa universitaria!

Per questo la prossima settimana torneremo a mobilitarci contro la mensa più cara d’Italia, per tornare a riprenderci quello che ci spetta, perché l’università risponda realmente ai nostri bisogni.

Mercoledì 4 ci vediamo alle 12 al 36: Mò Basta!
Appena cento metri tra le vostre poltrone e i nostri bisogni, se non scendete voi saremo noi a salire!

Collettivo Universitario Autonomo

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Sulla Zona Universitaria: vecchia la retorica, stessi gli interessi.

Ancora una volta, come da circa sessanta anni a questa parte, alcuni quotidiani della città hanno riaperto un dibattito dedicato alla zona universitaria a partire dalle iniziative culturali autogestite organizzate dagli studenti e dalle studentesse dell’Alma Mater.

In questo caso, la criminalizzazione delle iniziative è dovuta dall’evidente esigenza de Il Resto del Carlino di raccattare all’ultimo minuto qualche manciata di voti per un centro destra disperato ad un passo dalle amministrative e molto probabilmente dalla volontà di qualche esercente di alzare la posta in palio per trattare con l’assessore Lepore qualche eccezione all’ordinanza sulla vendita di alcolici entrata da poco in vigore.

Vogliamo denunciare pubblicamente questa operazione di criminalizzazione e calunnia rivendicando un percorso decennale di iniziativa culturale e politica autogestita degli studenti e delle studentesse che vivono la zona universitaria, dove gli evidenti problemi legati a questa parte del territorio interrogano anche noi. Da sempre tentiamo di dar loro una risposta positiva, condivisa con quel tessuto sociale che senza pregiudizi e opportunistica vis polemica prova ogni giorno ad affrontarli.

La zona universitaria è vissuta e attraversata da una incredibile eterogeneità di comportamenti, sensibilità e biografie singolari e collettive, e spesso è anche lo spazio dove emergono problemi, e mai ci siamo tirati indietro dal riconoscerlo. Siamo però altrettanto certi che le pretestuose criminalizzazioni mediatiche, le famigerate ordinanze anti-degrado e la militarizzazione del territorio non siano la soluzione ma parte del problema.

Noi abbiamo sempre dato, e continueremo a dare, un contributo autogestito al territorio organizzando insieme agli studenti e alle studentesse reading di poesie, live musicali, performance teatrali, presentazioni di libri, dibattiti pubblici, cineforum e laboratori artistici, proponendo un modo critico e solidale di vivere la zona universitaria.

Chi in questi giorni ha trovato in questo tipo di iniziative la colpa o la responsabilità rispetto ad una scazzottata successa in tarda notte probabilmente non ha capito nulla, o fa finta di non sapere! Per precisazione, le iniziative autogestite in zona universitaria si svolgono da decenni cercando di tenere una relazione positiva e coinvolgendo il quartiere ed i residenti, e quasi mai terminano oltre le 2.00 di notte. Così è stato anche in queste settimane. E chi accosta iniziative terminate alle 2.00 in punto ad episodi accaduti circa 3 ore dopo non può che essere in malafede. Non possiamo quindi che raccogliere queste solite vecchie calunnie ed invitare tutti a guardare bene chi è il colpevole della situazione in zona universitaria. Non è forse chi da anni pensa che dovrebbe diventare un far west pieno di camionette? O chi crea ordinanze che strangolano la vita dei commercianti della zona? Di nuovo un invito a guardare la luna e non il dito, di nuovo per ricordare che qui, in Via Zamboni, Piazza Verdi e dintorni, l’unico argine alla deriva securitaria è l’autorganizzazione degli studenti che provano da anni a costruire una zona differente, con i limiti e i pregi del caso.

Invitiamo perciò a partecipare ad un’assemblea pubblica, che si terrà ai Giardini di S. Leonardo l’11 Maggio, tutti e tutte coloro che sentono veramente l’esigenza di discutere sulle decisioni prese in zona universitaria, per costruire un territorio diverso, senza obiettivi strumentali e fuori dagli interessi della campagna elettorale. Discutiamone insieme, ed insieme troviamo una direzione verso cui andare.

Collettivo Universitario Autonomo