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No Tap, no G7: sanzionata la Snam

Attivisti in tuta bianca in azione agli uffici di Borgo Panigale. Si avvia la mobilitazione contro il summit di giugno sull’ambiente: assemblea pubblica domenica 23 aprile.

10 Aprile 2017 - 14:10

Muniti non solo di bombolette spray ma anche di estintori riadattati per spruzzare vernice, un gruppo di oppositori del gasdotto pugliese si è reso autore di un blitz alla sede del Distretto centro-orientale di Snam, da cui dipende la rete gas di un territorio che va da La Spezia a Macerata, colorandone i muri di verde e lasciando scritte anche contro il G7 ambiente in arrivo in città. È quanto mostra un video rilanciato dai profili facebook di Tpo e Làbas.

Così in un comunicato inviato a Zeroincondotta dallo spazio sociale di via Orfeo: “Trans Adriatic Pipeline, detto TAP, è la parte finale di un gasdotto di quasi quattromila chilometri di condotte (che costeranno almeno 45 miliardi) che servono a trasportare enormi quantità di metano dall’Azerbaijan all’Italia. TAP Ag. è la società capofila (svizzera) che raggruppa varie multinazionali del settore energetico tra cui l’inglese Bp, la belga Fluxys, la spagnola Enagas, l’azera Az-tap, e l’italiana Snam. Per quanto riguarda l’Italia, in questo momento, i noti lavori di espianto degli ulivi a Melendugno sono stati sospesi (per un decreto del Tar del Lazio), ma riprenderanno, probabilmente, una volta staccati i rametti necessari per la redenzione pasquale e una volta individuati i capri espiatori su cui scaricare le nuove colpe e i nuovi peccati”.

Continua il testo: “Gli unici ad opporsi a quest’opera sporca e dannosa sono le comunità che nelle zone coinvolte dai lavori (@comitatonotap) ci vivono e che hanno a cuore il loro territorio tanto da crescere e moltiplicare le azioni di contrasto e di disobbedienza per la difesa della terra, dell’acqua e dell’aria. Gli unici ad aver avuto il coraggio di interferire con una rete intricata e complessa di relazioni economiche e di potere internazionali (relazioni di natura non proprio limpidamente “pulita”, come ha fatto emergere l’inchiesta dell’Espresso) sono state proprio le popolazioni che di tornaconti ed interessi non ne hanno. Noi stiamo con le popolazioni che lottano, e per questo, oggi, abbiamo impresso un messaggio chiaro nel Distretto bolognese di Snam: oltre a lottare per la tutela dell’ambiente, questa è una battaglia per la democrazia, perché anche i soldi che servono a finanziare queste opere sono presi e estratti dalle tasche e dal lavoro delle persone ma, come al solito, alle persone comuni non viene mai lasciata alcuna voce in capitolo. Il primo azionista di Snam, con una quota del 28,9% è Cdp Reti, che fa capo proprio a Cassa Depositi e Prestiti. A Snam e a Cdp diciamo che siamo stanchi di essere continuamente rapinati due volte: dei nostri soldi e della nostra terra. Vogliamo poter decidere sui territori con le comunità che li abitano e non vogliamo delegare a qualche multinazionale o a qualche “Grande” del pianeta”.

Il testo si conclude rilanciando l’appello, a firma ‘@G7M’, per la contestazione del summit sull’ambiente atteso a Bologna tra il 10 e il 12 giugno, che fissa per domenica 23 aprile un’assemblea per un ‘percorso partecipato’ verso quella data.

Recita la chiamata di @G7M: “Dal 10 al 12 Giugno Bologna ospiterà il G7 sull’Ambiente, evento in continuità con i summit del G20 ad Amburgo e del G7 a Taormina, e con i diversi appuntamenti del G7 in Italia Roma e Torino Bari, Milano e Bergamo solo per citarne alcuni. Il G7 ambiente ospiterà posizioni e personalità dichiaratamente negazioniste del cambiamento climatico ed altre ancora sostenitrici di un modello dannoso ed estrattivo proprio nei confronti dell’Ambiente, rivelando una contraddizione tipica del tentativo di green washing. Analogamente la candidatura di Bologna, come capitale “green” d’Europa per il 2019, marca le contraddizioni di Bologna su questo terreno: I livelli d’inquinamento dell’aria sono gravi, si allarga a 18 corsie l’asse tangenziale-autostrada che corre a 2 Km dal centro, si avviano grandi edificazioni private che consumano suolo socialmente fruibile. Intanto, la crisi del modello economico che viviamo fa crescere una opposizione netta e radicale ad una élite che condiziona le sorti del pianeta. Il nostro Paese è attraversato da centinaia di conflitti ambientali, da persone che si mettono in gioco per difendere i territori, che lottano per il diritto alla salute, all’autodeterminazione, alla partecipazione, e rifiutano il ricatto tra lavoro e vita. Battaglie di democrazia e dignità per rivendicare il diritto di partecipare al governo dei propri territori spesso, come per la TAP in Puglia e per Standing Rock nei territori Sioux, traditi da decisioni prese sulle spalle delle comunità”.

Si legge poi: “In decine di migliaia di posti in tutto il mondo, milioni di persone combattono contro i cambiamenti climatici e la devastazione dei loro territori da cui spesso dipendono le loro vite. Alcuni per sfuggire alla siccità, alle carestie, alla sottrazione delle terre alle guerre per l’approvvigionamento delle risorse idriche ed energetiche intraprendono percorsi migratori e trovano le porte sbarrate della fortezza Europa. Un Europa che continua a ragionare in gruppi chiusi di accordi commerciali che ignorano l’impatto sulla salute e sull’ambiente. In questo contesto risulta necessario un cambio di paradigma, un system change che ci porti sulla strada che limita l’aumento di temperatura, dando impulso alle fonti rinnovabili, che preservi le risorse e i territori in primis acqua e suolo, in una logica di tutela e di governo partecipato dei beni comuni. Vogliamo raccogliere la grande sfida che questo evento porta con sé; riuscire a dare un messaggio che esca dai recinti dell’invisibilità e affermi che l’alternativa esiste e bisogna solo praticarla; coinvolgere esperienze nazionali e internazionali che con le loro azioni difendono, sostengono progettano una sana relazione tra il mondo e chi lo abita; arrivare ad essere migliaia di persone a sollevare un problema non più rimandabile o riformabile imponendo una svolta non più rinviabile a livello globale.”